“Vogliamo rivendicare l’azione a danno del comune e d’intimidazione alla prefettura e al prefetto Francesco Russo”. Questo è il messaggio pubblicato sul sito “rivoluzione anarchica”, a firma di un collettivo di anarchici, in riferimento al raid vandalico che ha danneggiato la sede del Municipio I di Bari, in via Trevisani, la notte tra il 21 e il 22 gennaio.
Sul caso indaga la Digos dopo l’apertura del fascicolo del distretto Antimafia. Sulla porta d’ingresso è stata trovata anche una lettera firmata, oltre alle scritte “No Cpr” e “Vendetta per Ramy”. Il riferimento, nel secondo caso, è per la morte del 19enne a Milano, lo scorso 24 novembre, durante un inseguimento con i Carabinieri.
“Dal 2006 i cittadini di Bari, il comune e qualsiasi altra istituzione coinvolta con l’esistenza e il funzionamento del Centri di permanenza per rimpatri di Bari Palese sono responsabili delle torture subite nei centri, per le torture e morti subite nei paesi di rimpatrio e per tutto lo schifo subito nei lager del XXI secolo”, si legge nella nota.
“Inizieremo a colpire, a volte colpiremo forte, altre neanche ve ne accorgerete, siete tutti obbiettivi, dal vigile al generale, dal comune alla prefettura. Sopravvivere e sabotare, individuare e colpire. Il fuoco necessario a chiudere i centri per rimpatri può essere acceso solo dalla rabbia dei reclusi, noi saremo il fuoco della vendetta”, aggiungono gli anarchici.