Movida selvaggia a Bari, Umbertino senza pace. Diffida dei residenti a Decaro: nel mirino il Piccolo bar e l’Arcimboldo

I cittadini hanno infatti inviato una diffida proprio al primo cittadino barese, chiedendo un intervento concreto soprattutto nei confronti del Piccolo bar e dell’Arcimboldo, i due locali che secondo quanto si legge nella denuncia restano aperti “sino alle tre, quattro e cinque di mattina”.

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Dossier immigrazione 2023, 138mila gli stranieri residenti in Puglia: 56mila gli occupati e 19mila gli studenti

Sono 138.689 i cittadini stranieri residenti in Puglia, il 3,6% della popolazione regionale. Il 19,3% dei cittadini stranieri sono minori, 56.525 gli occupati, 19.210 gli studenti gli studenti. Sono alcuni dei numeri illustrati durante la presentazione del Dossier statistico immigrazione 2023, una delle più importanti indagini promosse annualmente in Italia sul fenomeno migratorio. L’evento, ospitato questa mattina (26 ottobre) nella sede regionale della Cgil Puglia – da quattro anni partner di Idos e sostenitrice della ricerca regionale – ha visto gli interventi di rappresentanti istituzionali e del mondo delle associazioni impegnate nell’accoglienza e nell’affermazione dei diritti dei migranti, con le conclusioni affidate alla segretaria generale della Cgil regionale, Gigia Bucci. A introdurre i lavori Azmi Jarjawi, responsabile del Dipartimento Immigrazione della Cgil pugliese, che ha ricordato come in Italia si affronta il fenomeno migratorio “in termini strettamente emergenziali e con approccio securitario. Questo alimenta paure e xenofobie. C’è chi ha fatto carriere politiche alimentando discriminazioni, sostenendo una legislazione sempre più repressiva e restrittiva, ma mai in grado di governare i flussi migratori. Infatti si continuano a produrre presenza non regolari, a causa della debolezza dei meccanismi che dovrebbero favorire ingressi regolari e delle norme sulla cittadinanza. Con tante associazioni e organizzazioni, in Puglia lavoriamo per l’integrazione, per una giusta accoglienza. Il tema è nell’agenda politica della Regione, ci sono tante cose da fare ancora ma di sicuro noi ci proviamo”.

A illustrare alcune risultanze dell’indagine è stato Antonio Ciniero, docente dell’Università del Salento e membro della Redazione regionale Centro Studi e Ricerche Idos. “Nonostante il principale motivo di rilascio dei permessi a termine resta quello lavorativo, 34,5%, continua, come lo scorso anno, a risultare molto basso il numero dei permessi per lavoro stagionale, solo 185. Passando ai dati sulla durata temporale dei permessi di soggiorno, i soggiornanti di lungo periodo rappresentano il 50,7% di tutti i titolari di permesso. Rispetto all’anno precedente, la loro quota diminuisce di ben 6 punti percentuali, mentre quella dei titolari di un permesso a termine passa da 43,2% nel 2021 a 49,3% nel 2022. Su questa dinamica ha inciso l’aumento registrato negli ultimi anni dei richiedenti asilo o altre forme di protezione all’interno dei flussi migratori. Solo tra il 2021 e il 2022, infatti, la quota dei titolari di un permesso per protezione e passata 10.519 unità a 15.516”. Altro dato rilevante, a presenza dei figli dei cittadini stranieri nel sistema scolastico regionale “che è sistematicamente cresciuta nel corso degli ultimi dieci anni, passando da 15mila alunni con cittadinanza non italiana registrati nell’anno scolastico 2011/2012 a 19.210 nell’anno scolastico 2021/2022, il 3,4% dei 565.504 studenti pugliesi. Nello stesso decennio e aumentato anche il numero degli alunni stranieri nati in Italia, passato da 4.689 a 10.298 (il 53,6% del totale stranieri). Si tratta di una crescita del 119,6%, indice, come le acquisizioni di cittadinanza, della progressiva stabilizzazione della presenza immigrata”.

In termini assoluti, Bari e la provincia che concentra il maggior numero di residenti stranieri (43.398, il 31,1% del totale), seguita da quelle di Foggia (31.838), Lecce (25.793), Taranto (15.412), Brindisi (11.716) e Barletta Andria Trani (10.532). Tra i residenti per cittadinanza prevalgono quelli provenienti dalla Romania (il 21,6% per 29.196 persone), seguono Albania (21.057, 15,6%), Marocco (10.810, 8%), Cina (6.228, 4,6%). Nel 2022, secondo i dati Istat della Rilevazione sulle forze di lavoro, gli occupati stranieri in regione sono 56.500 e rappresentano il 4,5% dei 1.267.000 occupati pugliesi, con un’incidenza della componente femminile pari al 36,0%. Dei 174.000 disoccupati pugliesi, invece, gli stranieri rappresentano il 7,8% del totale e tra questi le donne sono poco meno della meta (48,8%).

Il tasso di attività dei cittadini stranieri, in considerazione della loro più giovane struttura per età, e di 8 punti percentuali più alto di quello degli italiani (64,0% contro 56,0%). Il loro tasso di occupazione e pari al 51,7% (49,3% per gli italiani) e quello di disoccupazione al 19,4% (11,7%). La grande maggioranza degli occupati stranieri e impiegata in attività di lavoro subordinato (88,1%, a fronte del 75,7% degli italiani). Il settore dei servizi occupa la maggioranza della forza lavoro pugliese: lavora in questo settore il 69,3% degli occupati italiani e il 60,4% degli stranieri. Tra i servizi, il commercio assorbe la stessa percentuale di occupati italiani e stranieri, circa il 15%, mentre risulta molto sbilanciato il dato relativo al comparto domestico (che concentra il 18,1% degli occupati stranieri contro lo 0,9% degli italiani). Gli occupati stranieri sono sovra rappresentati nel settore agricolo, dove si concentrano per il 23,6% contro il 7,8% degli italiani, mentre l’industria ne assorbe il 16,0% a fronte del 22,9% degli italiani.

“L’attacco ai diritti nello specifico ai diritti degli immigrati, è figlio del pensiero conservatore e xenefobo di una certa destra, dall’altro è un uso strumentale: additare un nemico per nascondere il fallimento delle proprie politiche economiche e sociali”, ha commentato la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, nelle sue conclusioni. “Si prova ad alimentare una guerra tra gli ultimi che per noi sono i primi: i migranti, i lavoratori, i giovani, in un contesto di crescente povertà che interessa soprattutto chi vive di salari e pensioni. Nello stesso tempo si arretra sul welfare, su diritti che sono costituzionali. Per questo abbiamo chiamato la nostra mobilitazione, che ci ha visti manifestare il 7 ottobre a Roma, La Via Maestra, richiamando il valore della nostra Carta, l’idea di società, di relazioni, di regole, di solidarietà che contiene. E non lo facciamo da soli ma assieme una rete vastissima di associazioni di impegno civile e sociale”. Bucci, richiamando i fenomeni di sfruttamento di cui sono vittime gli stranieri nel mercato del lavoro italiano, ha sottolineato come “affinché siano loro i primi protagonisti di questa battaglia di dignità, devono essere sottratti al ricatto perverso che esercita il bisogno, un reddito, un tetto. Il riconoscimento del diritto a stare, che li tolga dalla condizione di essere fantasmi, questa è la base per emanciparsi da ogni sfruttamento. E quindi il superamento della Bossi-Fini, il superamento di politiche di accoglienza che in Europa e in questo Paese si sono dimostrate fallimentari. Nella gestione dei flussi il primo aspetto che non si dovrebbe mai perdere di vista è quello del rispetto della vita e della dignità umana”. Affrontare allora le migrazioni “come fenomeno sociale e non di ordine pubblico. Anche perché questo approccio, questo continuo far risuonare allarmi e invocare emergenze alimenta paure e xenofobia. Il tema delle politiche migratorie è uno dei temi dentro la mobilitazione più generale della Cgil per un Paese che possa traguardare una crescita a partire dalla centralità del lavoro, dal rispetto delle persone, per uno sviluppo che sia sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale e sia capace di realizzare coesione e redistribuzione tra le persone e tra i territori, tra le regioni dei vari Sud e Nord del Paese e del mondo. Questa è la lotta che ci vede impegnati, per un modello di società diversa e più giusta, che ci porterà in questi mesi a proseguire la mobilitazione anche ricorrendo allo sciopero generale”.

Brindisi, tentano di entrare in casa ma vengono bloccate dai residenti: ladre rischiano il linciaggio – VIDEO

+++ I DUE VIDEO SUL NOSTRO CANALE TELEGRAM +++

Attimi di tensione questa mattina a Brindisi dove due donne, a quanto pare zingare di nazionalità croata, hanno rischiato il linciaggio dopo aver tentato un furto in un appartamento situato in piazza Raffaello al quartiere Sant’Elia. I residenti le hanno bloccate e immobilizzate dopo averle sorprese a forzare la serratura, solo l’arrivo della Polizia ha evitato il peggio. Le due sono state accompagnate al Pronto Soccorso dopo aver accusato malori e riportato lievi ferite, ma pare non abbiano agite da solo. C’è chi ha raccontato di aver visto altri due uomini fuggire. I momenti di tensione sono stati registrati dai presenti e divulgati sui social da Welcome To Favelas Puglia.

Corato, la rotatoria sulla provinciale 231 deve essere rimossa. Protesta blocca i lavori: “Così isolate Montegrosso”

“Da qui non ci spostiamo, siamo pronti anche a mettere su le tende e a dormire per strada per evitare che isolino il nostro borgo”. La voce di Giacomo Bonizio è decisa quando spiega che dalla rotatoria che si trova sulla provinciale 231 nel tratto compreso tra Canosa di Puglia e Andria, nel nord Barese, e che consente l’accesso diretto a Montegrosso, non si sposterà. E con lui un altro centinaio di persone che questa mattina presidia la rotatoria della discordia. Perché l’area, racchiusa da blocchi di cemento, doveva essere rimossa a partire da questa mattina. Lì non può più stare in quanto la strada è diventata a quattro corsie ed è stata classificata a scorrimento veloce e, in base a quanto prevede la legge, i rondò non sono ammessi. Da qui, la necessità di rimuoverla.

Così, abitanti e agricoltori di Montegrosso appena hanno saputo degli operai a lavoro si sono fiondati in strada e hanno bloccato le attività. “Ho 68 anni – continua Bonizio – sono nato e cresciuto a Montegrosso e sono anni ormai che si parla della viabilità. Hanno trasformato questo tratto viario in strada a scorrimento veloce e questo comporta il divieto di mantenere la rotatoria. Ma io mi chiedo: come si fa a trasformare una strada per lo più trafficata da mezzi agricoli che sono lenti, in strada a scorrimento veloce?”. “Siamo arrabbiati con Provincia, Regione e Comune – riferisce – che ci hanno solo preso in giro: ci hanno sempre promesso una soluzione che non è mai arrivata. Il risultato è l’isolamento”. Una proposta in realtà, è stata avanzata. “Non una ma due: una più inutile dell’altra”, rincara Nicola Miracapillo che lavora per una delle cooperative più antiche di Puglia e che ha sede a Montegrosso. “Ci hanno detto di raggiungere lo svincolo per Minervino Murge, fare inversione e percorrere la complanare per Montegrosso che, peccato, non è stata mai completata e si ferma in campagna”, spiega Miracapillo e aggiunge: “Ora ci prospettano di arrivare a cinque chilometri da qui, a Canosa e fare inversione: assurdo”.

Nel borgo abitano circa 200 persone, ci sono l’ufficio postale e una scuola e “siamo la porta nord del parco dell’Alta Murgia. Abbiamo fatto sacrifici – prosegue Miracapillo – per valorizzare il borgo e ora che fanno? Ci complicano la vita”. La richiesta è chiara. “Lasciare la rotatoria e renderla sicura anche con una adeguata illuminazione”, concludono.