Nonostante le prime avvisaglie è andata fino in fondo alla relazione con la speranza di salvarlo, non ascoltando amici e parenti e non riuscendo per diverso tempo ad uscire dal tunnel, fino ad arrivare ad abortire per tre volte.
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La loro relazione ha avuto origine nel 2021, ma in poco tempo il rapporto si è deteriorato. L’uomo non ha accettato la fine del rapporto.
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Vittima una 30enne barese che ha pagato 2mila euro. In manette un 24enne di nazionalità georgiana e un 18enne residente in provincia. Denunciato anche un minore.
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Prevista anche una multa di 6mila euro. I fatti risalgono all’aprile 2021, la vittima si è rivolta all’associazione Gens Nova dell’avvocato Antonio La Scala dopo aver ricevuto lei stessa sul telefonino un link contenente il materiale.
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Si è tenuta questa mattina, a Palazzo di Città, la presentazione dei dati relativi ai minori e agli adulti che nel corso del 2022 hanno chiesto aiuto per casi di violenza digitale e reati di pornografia non consensuale (revenge porn) e cyberbullismo attraverso il numero unico (340 5600875) attivato dall’assessorato al comunale al Welfare e dall’associazione Gens Nova. A margine della conferenza stampa è stato siglato il rinnovo del protocollo che fino al 2025 vedrà il Comune e Gens Nova impegnati nella promozione di azioni e politiche attive finalizzate al sostegno, legale e psicologico, delle vittime che vedono le proprie immagini e/o i propri video a contenuto sessualmente esplicito divulgati senza alcuna autorizzazione. All’incontro con la stampa sono intervenuti l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, il presidente di Gens Nova Antonio Maria La Scala, il funzionario comunale POS Area Minori e famiglie e Contrasto alla violenza Francesco Elia, l’avvocata Laura Bellanova, componente del team di avvocati che collaborano con Gens Nova, alla presenza dell’equipe di ascolto e dei responsabili delle commissioni e dei servizi socio-educativi municipali e della presidente del Municipio IV Grazia Albergo.
“Oggi parliamo di un reato in forte ascesa, tra i più comuni legati all’utilizzo delle nuove tecnologie – ha dichiarato l’assessora Francesca Bottalico -. Il revenge porn e il sexting sono temi delicati che incidono sul diritto fondamentale di ogni persona alla riservatezza e alla libertà, sulla sfera privata, sull’onore e sulla reputazione e determinano gravissimi effetti sociali, psicologici e finanziari sugli adulti e ancor più sui minori, fino a estreme conseguenze. In poco meno di un anno sono state 154 le segnalazioni telefoniche, di cui 117 da parte di donne, la maggior parte delle quali tra i 15 e i 50 anni, mentre 68 sono stati i casi affrontati direttamente dallo sportello dedicato, per un totale di 222 richieste. Si tratta di segnalazioni che spesso nascondono ricatti psicologici o monetari, vendette, azioni di bullismo o cyberbullismo, vere e proprie violenze, spesso facilitate dal consumo della cosiddetta droga dello stupro che riduce, tra le altre cose, il dolore e provoca effetti dissociativi e amnesia. Molte le segnalazioni arrivate da famiglie e dalle scuole, dati allarmanti e in crescita che non riguardano solo vittime e autori ma anche quella “rete” che consapevolmente o meno favorisce, per moda o per gioco, comunque con estrema leggerezza e cinismo, la diffusione di immagini violente, rendendosi complice di un reato. Una spirale terrificante che va interrotta con interventi di tutela, ascolto ed educativi nelle scuole coinvolgendo le famiglie. In questa direzione si muovono le azioni socio-educative integrate che stiamo portando avanti con Gens Nova e che oggi rinnoveremo attraverso la sigla di un nuovo protocollo”.
“Il rinnovo del protocollo odierno si rende necessario – ha aggiunto Francesco Elia – perché le tematiche sociali legate all’informatica e ai minori riguardano ormai la quotidianità di tutti i minori e di tutti i genitori. Queste problematiche comportano un intervento economico significativo da parte dell’ufficio Minori del Comune che incide notevolmente sul bilancio della città. I protocolli d’intesa come quello che oggi rinnoviamo sono strumenti importanti che ci aiutano ad intercettare fondi e soluzioni, a prevenire le problematiche legate ai fenomeni sociali di violenza e sfruttamento di ogni entità e ad avere un approccio info sentimentale alla gestione di queste tematiche”.
“L’associazione Gens Nova è una realtà diffusa in tutta Italia e io sono una delle legali che segue il territorio pugliese – ha affermato Laura Bellanova -. Il nostro supporto parte sin dalla ricezione della segnalazione telefonica o dalla richiesta di aiuto fino alla fase successiva all’eventuale giudizio civile o penale che seguiamo gratuitamente sino all’ottenimento della sentenza definitiva, successivamente alla quale ci dedichiamo al percorso di reinserimento sociale necessario all’acquisizione di nuova fiducia in se stessi e negli altri da parte delle vittime. Quest’ultimo è il nostro risultato più grande e appagante”.
“Il problema più grave che abbiamo rilevato in questi due anni di protocollo e da sempre come associazione – ha concluso Antonio Maria La Scala – è proprio l’uso improprio e illegale dei social network da parte di minori, attraverso la registrazione anagrafica falsa o l’utilizzo del telefono dei genitori, spesso testimoni inconsapevoli di una pericolosa deriva che comporta inevitabilmente un decadimento morale dei ragazzi e, di conseguenza, della società. Ciò che spesso trascuriamo è che un contenuto immesso su internet è di tutti e, anche se la Polizia Postale ogni anno compie un lavoro instancabile di cancellazione di foto e video con minori, è sufficiente che quel materiale sia stato salvato da qualcuno per tornare nuovamente online senza alcun limite. Ringrazio l’assessora Bottalico e rinnovo il nostro impegno perché, nonostante si stia facendo tanto per combattere questi fenomeni, il dato complessivo delle violenze e degli abusi non diminuisce. Pertanto è necessario e doveroso non solo continuare ad assistere le vittime di questo tipo di reati ma soprattutto lavorare sulla prevenzione”. Il numero di ascolto per sostegno e informazioni è raggiungibile tutti i giorni, anche festivi, dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 16 alle 20.
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Il 34enne aveva iniziato chiedendo 200 euro fino ad arrivare a pretenderne 4mila. Coinvolto nell’inchiesta anche un complice, accusato di concorso in estorsione.
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L’uomo sarebbe stato adescato su un sito di incontri. Simulando la consegna del denaro ai 4 estorsori, i militari sono riusciti a bloccarli e ad arrestarli.
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Lo stesso format di protocollo, già in essere con i comuni di Bari e Modugno, che di fatto aiuta le persone, vittime di questi reati, a denunciare i loro aguzzini, prenderà forma anche a Valenzano.
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