L’obiettivo è quello di ribaltare la sentenza della terza sezione civile della Corte d’Appello di Bari che ha condannato proprio il Comune di Bari, ma anche la Regione Puglia e il Ministero della Cultura in solido tra loro, al pagamento in favore della Sudfondi s.r.l. in liquidazione della somma di 10,8 milioni.
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Il Pisa non presenterà ricorso e il Bari otterrà i tre punti conquistati sul campo domenica nell’ultimo turno di campionato. L’annuncio del direttore generale del club nerazzurro spegne le polemiche dopo il comunicato pubblicato ieri dal Giudice Sportivo.
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Questa mattina a Roma si è svolta l’udienza dove è stato discusso il ricorso presentato da Rfi contro la sentenza del Tar della Puglia che nel novembre scorso aveva annullato l’autorizzazione paesaggistica della Regione Puglia.
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Il Tribunale di Bari non si è limitato a rigettare il ricorso presentato da un gruppo di lavoratori e pensionati del Comune di Bari, ma li ha condannato al pagamento delle spese processuali in favore del Comune.
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La determina dirigenziale era stata adottata a seguito dell’interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura nei confronti del Veliero.
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Alla guida dell’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro resta così la commissaria Silvia Pellegrini, anche se la battaglia legale di Cassano non è destinata a finire.
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A seguito delle attività istruttorie condotte dagli uffici tecnici, sono 33 le richieste non ammesse. Gli interessati potranno proporre ricorso al Tar entro il termine di 60 giorni dalla pubblicazione delle graduatorie.
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Nei giorni scorsi aveva presentato il ricorso contro l’ordinanza del Tribunale di Bari per un presunto debito di 8mila euro che l’esponente politico avrebbe contratto con la Regione per il mancato pagamenti di alcuni bolli auto.
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Anche il Consiglio di Stato, dopo il Tar, ha respinto il ricorso contro il progetto del nuovo parco della giustizia a Bari.
Continue readingNella giornata di ieri si è aperto un nuovo capitolo della diatriba: Cassano ha fatto notificare dai suoi legali un “decreto cautelare ante causam”. Si tratta di una procedura rara, che solitamente si presenta in casi gravi o eccezionali.
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