Tangenti per appalti truccati, annullata l’ordinanza del Riesame: no all’interdizione dell’ex dg Asset Sannicandro

La Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato Michele Laforgia e ha annullato con rinvio l’ordinanza con cui il Riesame aveva confermato l’interdizione per un anno dai pubblici ufficiali per Elio Sannicandro, l’ex direttore generale dell’Asset Puglia accusato di aver ricevuto “denaro in più occasioni” per un totale di 60mila euro dall’imprenditore Antonio Di Carlo in cambio dell’assegnazione di appalti. Secondo la Cassazione ci sono errori e imprecisioni nell’ordinanza e per questo il Riesame dovrà nuovamente esprimersi.

“Sono sei mesi che dico di essere estraneo alle accuse e abbiamo evidenziato il tutto anche con varie argomentazioni. Parliamo di una misura cautelare su base indiziaria, per altro di intercettazioni che fanno riferimento a terze persone. Si tratta di una cosa discutibile. È chiaro che noi dobbiamo essere ancora cauti in questa fase. Invece c’è chi esercita il potere in maniera abbastanza discrezionale”, le parole dell’imputato.

“È stata annullata con rinvio l’ordinanza con cui il Riesame aveva confermato i gravi indizi per la misura cautelare – e chiarisce – quindi, formalmente la misura cautelare interdittiva è ancora in piedi ma ovviamente vedremo cosa scriverà la Corte di Cassazione che ha ritenuto evidentemente l’impianto motivazionale insufficiente e inidoneo a consentire la misura della sospensione da tutte le cariche pubbliche. È un dato di assoluto rilievo”, le parole del legale Laforgia, candidato sindaco a Bari.

Il Riesame dice no, i Lorusso restano ai domiciliari: “Papà e figlia aderenti al connubio tra mafia e politica”

L’ex consigliera comunale Maria Carmen Lorusso e il suo papà Vito Lorusso, ex primario dell’Oncologico di Bari, restano ai domiciliari. Il Tribunale del Riesame ha respinto con decisione i ricorsi presentati dalle difese dei due. Papà e figlia sono coinvolti nell’inchiesta Codice Interno che ha fatto emergere l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico, sociale e politico della città di Bari.

Le dimissioni di Maria Carmen Lorusso dalla carica di consigliera comunale e la sua decisione di non candidarsi alle prossime Comunali non sono bastate, così come il fatto che il padre non sia più in servizio all’Oncologico. “Stanti i loro legami con la criminalità organizzata e vista l’imminenza delle elezioni europee ed amministrative del 9 giugno, potrebbero agire dietro le quinte”, si legge nella sentenza del Riesame.

Dal 26 febbraio i due si trovano ai domiciliari mentre il marito di Maria Carmen Lorusso, l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, si trova nel carcere di massima sicurezza di Lanciano. Secondo l’accusa è stato proprio Olivieri a ideare il sistema politico-mafioso con esponenti della criminalità organizzata per far eleggere la moglie al Consiglio comunale nel 2019.

“Nello scenario in esame il ruolo di Maria Carmen e Vito Lorusso è quello di aderenti al connubio tra mafia e politica. Un legame estrinsecato nell’attribuzione, in favore degli elettori corrotti, di svariate utilità procurate da Giacomo Olivieri e anche da Vito Lorusso”, scrivono ancora i giudici. Vito Lorusso avrebbe “utilizzato la sua posizione professionale e il fatto di avere in cura Gaetano Bellomo (cugino di Tommaso Lovreglio e nipote del boss Savino Parisi) per ottenere voti dal clan Parisi, “nella piena consapevolezza dell’appartenenza mafiosa dei soggetti ai quali si era rivolto”.

Per Maria Carmen Lorusso invece i giudici hanno evidenziato “la consapevolezza del patto politico-mafioso stipulato dal marito con esponenti dei gruppi criminali” e “il rapporto solido con Bruna Montani che si evincerebbe da una serie di intercettazioni delle ore successive alle elezioni del 2019. La difesa dei due Lorusso presenterà ricorso.

Corruzione elettorale, a vuoto il tentativo di Sandrino. Il Riesame respinge il ricorso: Cataldo resta ai domiciliari

Il marito dell’ex assessora regionale Maurodinoia, ai domiciliari dal 4 aprile scorso con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, è indagato per aver pilotato le elezioni amministrative di Grumo Appula (settembre 2020) e di Triggiano (ottobre 2021) e quelle Regionali del 2020.

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Voto di scambio a Bari, ricorso di Sandrino al Riesame. La difesa: “Solo congetture e sospetti mancano prove”

Nell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari Sandro Cataldo, marito dell’ex assessora regionale Anita Maurodinoia, “la congettura è stata elevata a sospetto e il sospetto ad elemento di prova”. Lo sostengono i difensori di Cataldo, Mario Malcangi e Gianlucio Smaldone, a margine della discussione dinanzi al tribunale del Riesame al quale chiederanno oggi l’annullamento della misura degli arresti domiciliari per il loro assistito.

I difensori sostengono che il quadro indiziario contestato dalla Procura “sia insussistente perchè manca sia l’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale sia la corruzione elettorale stessa, che se c’è è attribuibile ad altri soggetti”. Sono quindi anche inesistenti le esigenze cautelari. La difesa depositerà ai giudici del Riesame una memoria di 44 pagine con numerosi allegati dalla quale emerge – sostengono i legali – “la capillare attività politica svolta dall’indagato che non lo ha mai portato a compiere reati”. All’udienza, alla quale parteciperà anche il procuratore Roberto Rossi, la Procura chiederà al tribunale la conferma della misura cautelare. La decisione è attesa entro il 26 aprile. È invece slittata al 24 aprile l’udienza del Riesame per l’ex sindaco di Triggiano Antonio Donatelli, anch’egli ai domiciliari.

Voto di scambio e mafia, prime 9 istanze al Riesame: Nacci saluta la politica. Oggi l’interrogatorio del Brasiliano

Davanti al Riesame nella giornata di ieri sono state discusse le prime 9 istanze presentate da altrettanti arrestati coinvolti nella maxi inchiesta “Codice Interno” della Dda di Bari. Tra loro c’è anche Michele Nacci, candidato alle Comunali del 2019 al fianco di Lorusso. Sarebbe dovuto entrare lui in Consiglio comunale essendo il primo dei non eletti ma è in carcere e poi ha deciso di non proseguire la propria carriera politica.

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