Castellana Grotte, dottoressa in pensione muore a 83 anni dopo intervento: tre chirurghi rinviati a giudizio

Il gip di Bari Francesco Vittorio Rinaldi ha rinviato a giudizio tre chirurghi dell’ospedale De Bellis di Castellana Grotte (Bari) accusati di omicidio colposo per la morte di una donna di 83 anni, dottoressa in pensione, avvenuta l’11 ottobre 2022 dopo un intervento chirurgico.

La donna fu ricoverata in ospedale il 16 settembre per una rettorragia che – secondo il capo d’imputazione – si presentava di media entità, e i referti istologici non evidenziarono la presenza di cellule tumorali.

I medici, secondo quanto ricostruito dalla procura, la sottoposero a un intervento che prevedeva l’esportazione del colon destro e i parte del retto, ma non avrebbero provveduto all’incisione longitudinale della mucosa del colon e alla esplorazione della stessa per valutare – secondo quanto evidenziato dall’accusa – la presenza di formazioni. In questo modo, ritiene l’accusa, avrebbero agito in maniera imprudente anche perché dopo l’operazione fu disposta un’endoscopia di controllo che avrebbe provocato una lesione poi risultata fatale.

A giudizio sono dunque finiti i tre chirurghi che la curarono. Il processo inizierà il prossimo 1 ottobre. I parenti della vittima sono assistiti dagli avvocati Antonio Falagario e Nicola Di Cosola.

Componenti per Boeing 878 Dreamliner non sicure: a Brindisi rinvio a giudizio per 7 persone e 2 società – I NOMI

La Procura di Brindisi ha chiesto il rinvio a giudizio di sette persone fisiche e di due società brindisine indagate nell’inchiesta su forniture, ritenute dagli inquirenti non sicure, di componenti per il Boeing 787 Dreamliner.

Le due società coinvolte sono ‘Processi Speciali’ e la ‘Manifacturing Process’, entrambe con sede a Brindisi; le persone fisiche che rischiano il processo sono manager e dipendenti delle due società: Vincenzo Ingrosso, di 77 anni, e i suoi tre figli Antonio, di 52 anni, Alberto, di 37, e Alessandro, di 47. Indagati anche Domenico Salamino, di 45 anni, Salvatore D’Isanto di 42, e il 37enne Sirio Virgilio Zecchini. Sono accusati di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati che vanno dall’attentato alla sicurezza dei trasporti, all’inquinamento ambientale, alla frode in commercio in danno di Leonardo spa Divisione Aerostrutture e di The Boeing Company Usa.

L’ipotesi investigativa, per la quale c’è stata ora la richiesta di rinvio a giudizio, è che le due società, per risparmiare sull’acquisto di materie prime, avrebbero utilizzato leghe di alluminio difformi da quelle previste nei progetti, e titanio puro utilizzato al posto della lega di titanio richiesta per realizzare le componenti aeree. Questo avrebbe creato problemi di sicurezza nel lungo periodo ai Boeing 787 Dreamliner, tanto da indurre la Boeing ad attivare una campagna straordinaria di manutenzione degli aeromobili coinvolti. Le attività svolte dalla Polizia e dalla Guardia di finanza hanno fatto emergere anche – secondo l’accusa – una serie di sversamenti di rifiuti pericolosi in cisterne ed in alcuni terreni della zona industriale di Brindisi che, secondo l’accusa, derivavano dai processi chimici di trattamento delle superfici e dalla lavorazione meccanica dei metalli. Tra le parti offese Leonardo Spa, The Boenig Company Usa, Febo Spa ed il ministero dell’Ambiente e per la Sicurezza energetica. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 13 marzo.