Ferrovie Sud Est a rischio, buco da 70 milioni. Sindacati preoccupati: “Urge confronto tra le parti”

“Le scriventi organizzazioni sindacali ritengono assolutamente necessario e non procrastinabile un confronto relativo alla vicenda delle Ferrovie del Sud Est sulla quale grava una situazione di preoccupante incertezza. Corre l’obbligo sottolineare che le speculazioni mediatiche quotidiane stanno determinando uno stato di agitazione di tutte le lavoratrici e lavoratori coinvolti rispetto alle quali nessun organo politico e/o istituzionale si è ancora espresso”. Inizia così il comunicato congiunto di FILT CGIL, FIT CISL, UILT e FAISA CISAL.

“Il continuo ipotizzare, inoltre, che le sorti dei servizi siano legati agli investimenti programmati è assolutamente falso e forviante. Tali tematiche che non sono, a nostro parere, sovrapponibili, necessitano entrambe di essere urgentemente attenzionate – si legge -. Riteniamo che la ridondante notizia di messa in liquidazione della società, con la conseguente frammentazione dei servizi, sia la più pericolosa ipotesi possibile che potrebbe, qualora corrispondesse a realtà, determinare gravissime ripercussioni dal punto di vista occupazionale e salariale oltre che un danno per l’utenza e per tutta la nostra Regione. Chiediamo pertanto, che sua Eccellenza convochi un tavolo a cui siedano la Regione Puglia, le organizzazioni sindacali, i capigruppo dei partiti politici e tutti i parlamentari regionali al fine di esaminare tutti le possibili soluzioni per evitare che lo scenario sopra riportato si concretizzi. Preme sottolineare, che ad oggi, nessuna notizia ufficiale relativa all’eventuale ricorso da presentare all’U. E. per la sentenza del consiglio di Stato è stata divulgata. Nel mentre, abbiamo appreso che il 18 dicembre ’24 si terra il consiglio di amministrazione di Ferrovie del Sud Est le cui determinazioni potrebbero risultare pregiudizievoli per una continuità lavorativa e del servizio che vada nell’interesse dei lavoratori che rappresentiamo”.

Crack Soa, dipendenti senza stipendio da mesi. Protesta in Procura: “Fate chiarezza siamo disperati”

L’inchiesta sulla presunta frode fiscale ha colpito i dipendenti che stanno pagando sulla propria pelle le conseguenze delle scelte dell’azienda, mentre la Procura ha chiesto il fallimento. Sono stati avviati i primi licenziamenti e la procedura di Fis, ma è da due mesi che gli stipendi non vengono riconosciuti. Una quarantina di dipendenti ha protestato davanti alla Procura di Bari, abbiamo raccolto le loro storie e lanciato il loro disperato appello. 

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