Corato, la rotatoria sulla provinciale 231 deve essere rimossa. Protesta blocca i lavori: “Così isolate Montegrosso”

“Da qui non ci spostiamo, siamo pronti anche a mettere su le tende e a dormire per strada per evitare che isolino il nostro borgo”. La voce di Giacomo Bonizio è decisa quando spiega che dalla rotatoria che si trova sulla provinciale 231 nel tratto compreso tra Canosa di Puglia e Andria, nel nord Barese, e che consente l’accesso diretto a Montegrosso, non si sposterà. E con lui un altro centinaio di persone che questa mattina presidia la rotatoria della discordia. Perché l’area, racchiusa da blocchi di cemento, doveva essere rimossa a partire da questa mattina. Lì non può più stare in quanto la strada è diventata a quattro corsie ed è stata classificata a scorrimento veloce e, in base a quanto prevede la legge, i rondò non sono ammessi. Da qui, la necessità di rimuoverla.

Così, abitanti e agricoltori di Montegrosso appena hanno saputo degli operai a lavoro si sono fiondati in strada e hanno bloccato le attività. “Ho 68 anni – continua Bonizio – sono nato e cresciuto a Montegrosso e sono anni ormai che si parla della viabilità. Hanno trasformato questo tratto viario in strada a scorrimento veloce e questo comporta il divieto di mantenere la rotatoria. Ma io mi chiedo: come si fa a trasformare una strada per lo più trafficata da mezzi agricoli che sono lenti, in strada a scorrimento veloce?”. “Siamo arrabbiati con Provincia, Regione e Comune – riferisce – che ci hanno solo preso in giro: ci hanno sempre promesso una soluzione che non è mai arrivata. Il risultato è l’isolamento”. Una proposta in realtà, è stata avanzata. “Non una ma due: una più inutile dell’altra”, rincara Nicola Miracapillo che lavora per una delle cooperative più antiche di Puglia e che ha sede a Montegrosso. “Ci hanno detto di raggiungere lo svincolo per Minervino Murge, fare inversione e percorrere la complanare per Montegrosso che, peccato, non è stata mai completata e si ferma in campagna”, spiega Miracapillo e aggiunge: “Ora ci prospettano di arrivare a cinque chilometri da qui, a Canosa e fare inversione: assurdo”.

Nel borgo abitano circa 200 persone, ci sono l’ufficio postale e una scuola e “siamo la porta nord del parco dell’Alta Murgia. Abbiamo fatto sacrifici – prosegue Miracapillo – per valorizzare il borgo e ora che fanno? Ci complicano la vita”. La richiesta è chiara. “Lasciare la rotatoria e renderla sicura anche con una adeguata illuminazione”, concludono.

“Strade nuove” a Bari, aperta la rotatoria in via Mazzitelli. Terminati 4 cantieri su 9: “Più sicurezza in città”

Nell’ambito del progetto ‘Strade nuove’ delle Ferrovie Appulo-Lucane (Fal), oggi a Bari sono state aperte al traffico la nuova rotatoria tra via Mazzitelli, viale Cotugno e via Gen. Bellomo, e l’anello di circolazione tra viale Solarino e Via Cotugno. Con il progetto, si legge in una nota, Fal – in virtù di un protocollo d’intesa sottoscritto con Regione Puglia e Comune di Bari – “sta realizzando numerose opere pubbliche che avranno un impatto estremamente positivo sulla viabilità, sul traffico, sull’ambiente, sulla vivibilità della zona meridionale di Bari e, in particolare, dei quartieri Picone e Poggiofranco, a partire dal cosiddetto ‘Quartierino’: soppressione del passaggio a livello di via delle Murge, realizzazione di quattro rotatorie, costruzione del sottopasso e del percorso ciclabile”. In quattro dei nove cantieri i lavori sono già conclusi, negli altri “si concluderanno entro dicembre 2023, nel pieno rispetto del cronoprogramma e, in alcuni casi, con anticipo”. Oggi in una conferenza stampa, inoltre, è stato presentato il nuovo sito internet ‘falstradenuove.it‘, dal quale si potrà “visionare foto e video che documentano l’avanzamento delle opere”. “Ferrovie Appulo Lucane – ha detto il presidente Rosario Almiento – con questo progetto, partito dalla necessità di eliminare il passaggio a livello di Via delle murge, sta realizzando strade ed opere pubbliche determinanti per migliorare la sicurezza, la vivibilità e la viabilità nei quartieri Picole e Poggiofranco”.