Voto di scambio a Bari, ricorso di Sandrino al Riesame. La difesa: “Solo congetture e sospetti mancano prove”

Nell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari Sandro Cataldo, marito dell’ex assessora regionale Anita Maurodinoia, “la congettura è stata elevata a sospetto e il sospetto ad elemento di prova”. Lo sostengono i difensori di Cataldo, Mario Malcangi e Gianlucio Smaldone, a margine della discussione dinanzi al tribunale del Riesame al quale chiederanno oggi l’annullamento della misura degli arresti domiciliari per il loro assistito.

I difensori sostengono che il quadro indiziario contestato dalla Procura “sia insussistente perchè manca sia l’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale sia la corruzione elettorale stessa, che se c’è è attribuibile ad altri soggetti”. Sono quindi anche inesistenti le esigenze cautelari. La difesa depositerà ai giudici del Riesame una memoria di 44 pagine con numerosi allegati dalla quale emerge – sostengono i legali – “la capillare attività politica svolta dall’indagato che non lo ha mai portato a compiere reati”. All’udienza, alla quale parteciperà anche il procuratore Roberto Rossi, la Procura chiederà al tribunale la conferma della misura cautelare. La decisione è attesa entro il 26 aprile. È invece slittata al 24 aprile l’udienza del Riesame per l’ex sindaco di Triggiano Antonio Donatelli, anch’egli ai domiciliari.

Bari, il concorso “fantasma” della Retegas. Solo 3 hanno partecipato: assunta la nipote di Sandrino Cataldo

Luciana Catalda, figlio di Alessandro Cataldo, presidente dell’agenzia regionale Adisu e cugino omonimo di Sandrino, a settembre è stata assunta nella Retegas, la società legata al Comune di Bari che gestisce la rete di distribuzione del gas. I requisiti richiesti, il numero di domande, la non pubblicazione dei nomi e lo scorrimento della graduatoria: tutte le coincidenze.

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Certificato falso, visite familiari e favori dal medico di Triggiano: così “Sandrino” sfruttava il potere nell’Asl Bari

Il potere di Sandrino Cataldo, il marito della consigliera Anita Maurodinoia finito ieri agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione elettorale, era riuscito ad addentrarsi anche nell’Asl Bari. C’è infatti un altro filone parallelo che emerge dall’inchiesta che ha provocato l’ennesimo scossone politico-giudiziario nel Barese. Protagonista in questo caso è Giuseppe Siciliani, medico 70enne di Triggiano tra i 72 indagati per corruzione.

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Voto di scambio, l’inchiesta si allarga: l’assessora Maurodinoia e gli incontri con il nipote di Savinuccio

Tommaso Lovreglio, nipote di Savinuccio, ha raccontato di aver incontrato più volte Anita Maurodinoia, assessora ai Trasporti della Regione Puglia, insieme al marito Sandro Catalado, di aver preso con loro un caffè e di aver ricevuto anche i saluti per suo padre, Battista Lovreglio, elemento di spicco del clan Parisi.

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