Prenota risonanza ma l’appuntamento è a marzo 2027: “Schifato è una vergogna. Chissà se sarò vivo”

“Come si fa a non lamentarsi della sanità pugliese? Oggi vado al Cup per prenotare una risonanza e mi danno la prima disponibilità per il 27 Marzo 2027. Ma vi sembra una cosa normale? E come dire alle persone: andate altrove e a pagamento. E’ una vergogna”.

Lo dice all’ANSA Piero Vernile, operaio dello stabilimento Acciaierie d’Italia (ex Ilva) di Taranto, che si è recato al centro prenotazioni per fissare una risonanza magnetica senza contrasto alla rachide cervicale, ottenendo il primo accesso al 27 marzo 2027 per un esame all’ospedale di Castellaneta. Periodicamente avverte dolori, e vista l’attività che fa il medico gli ha prescritto di fare approfondimenti.

“Sono schifato. La politica – aggiunge – non fa nulla, solo chiacchiere da salotto e campagne elettorali. Noi lavoratori dell’ex Ilva siamo esposti a cancerogeni, chissà sé tra due anni sarò ancora vivo. Questa è la Puglia e questo è lo Stato italiano”.

Sanità, il report di Gimbe: in Puglia il 37% dei medici di base supera il massimale di 1500 assistiti

Il 35% dei medici di medicina generale (Mmg) in Puglia supera il massimale dei 1.500 assistiti contro una media nazionale del 51,7%. Lo indica il rapporto della Fondazione Gimbe sui medici di base elaborato con i dati Sisac (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati).

Dal report emerge che in Puglia il numero medio di assistiti è di 1.325 (medica nazionale 1.374). Secondo la stima Gimbe, che ha tenuto in considerazione il rapporto ottimale pari a 1 Mmg ogni 1.200 assistiti, al primo gennaio 2024 in regione mancano 267 medici. Nel periodo tra il 2019 ed il 2023, in medici di medicina generale in Puglia si sono ridotti del 25,8%, a fronte di una media nazionale del 12,7%.

C’è un altro elemento che viene evidenziato per la Puglia nell’analisi della Fondazione Gimbe: nel 2024 i partecipanti al concorso nazionale per il corso di Formazione Specifica in Medicina Generale sono stati inferiori ai posti disponibili. In particolare -33 candidati (-17%) rispetto alle borse finanziate (media Italia -15%).

Assistenza sanitaria, il report del Ministro: la Puglia è tra le 13 regioni sufficienti per le cure essenziali

Nel 2023 tredici Regioni e Province Autonome, tra cui la Puglia, sono state in grado di raggiungere la sufficienza in tutte le aree dell’assistenza sanitaria (prevenzione, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera). Quattro sono state bocciate in due aree e altrettante in una sola area.

È quanto emerge dal Monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza realizzato dal ministero della Salute che mostra come nel complesso, il servizio sanitario nazionale migliora sul fronte dell’assistenza ospedaliera, ma arranca sulla prevenzione e le cure territoriali.

Secondo il Monitoraggio, che l’ANSA ha potuto visionare, le Regioni completamente adempienti sono Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna.

Quattro le Regioni che non hanno raggiunto la sufficienza in due aree dell’assistenza: Valle D’Aosta (distrettuale e ospedaliera), Abruzzo, Calabria, Sicilia (prevenzione e distrettuale). Altrettante quelle sotto la soglia limite in una sola area: P.A. Bolzano, Liguria e Molise (prevenzione), Basilicata (distrettuale). Tra le Regioni completamente adempienti, i punteggi medi più alti sono stati registrati da Veneto, Toscana, P.A. di Trento, Emilia Romagna e Piemonte. In coda alla classifica, la Calabria, preceduta da Valle d’Aosta, Sicilia Abruzzo e Basilicata.

In generale il documento mostra che in tutto il Paese migliora l’area ospedaliera, con una sola Regione (la Valle d’Aosta) che non raggiunge il punteggio minimo. La prevenzione, dopo il crollo subito nel 2020 a causa della pandemia, fatica a risollevare la testa. Mentre osservata speciale è l’area delle cure territoriali: ci si aspettavano i primi effetti benefici della riforma dell’assistenza territoriale, che tuttavia per il momento non sono ancora emersi dalla rilevazione.

Ospedali San Cataldo, Moscati e SS. Annunziata: l’appello di Emiliano a Schillaci per potenziare la Sanità tarantina

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha inviato al Ministro della Salute, prof. Oronzo Schillaci, una lettera per una richiesta di finanziamento straordinario per le strutture sanitarie nella città di Taranto.

Nell’area di Taranto – si legge nella lettera di Emiliano a Schillaci – indagini ambientali ed epidemiologiche hanno documentato una compromissione dell’ambiente e dello stato di salute dei residenti con eccessi di mortalità comunale per malattie dell’apparato respiratorio, cardiovascolare e per diverse sedi tumorali; per queste cause la mortalità e le ospedalizzazioni confermano eccessi nei quartieri più vicini alla zona industriale.

I dati epidemiologici mostrano, in entrambi i generi, eccessi per cause per le quali il ruolo eziologico delle esposizioni ambientali del sito siderurgico è accertato o sospettato sulla base della valutazione a priori delle evidenze epidemiologiche. In particolare, tale circostanza vale per tutte le cause, tutti i tumori (inclusi tumore del polmone e della pleura), le demenze, le malattie del sistema circolatorio (incluse la malattia ipertensiva e la malattia ischemica del cuore), le malattie dell’apparato respiratorio (incluse le malattie respiratorie acute) e le malattie dell’apparato digerente (inclusa la cirrosi epatica). L’analisi dei trend temporali mostra tassi di mortalità superiori alla media regionale, in entrambi i generi; per lunghi periodi i tassi sono superiori anche alla media nazionale.

Il Direttore Generale della ASL di Taranto – prosegue la lettera di Emiliano a Schillaci – ha trasmesso quindi un Programma di attività e investimenti con riferimento a:

a) attivazione nuovo Ospedale San Cataldo: investimenti e assunzione di personale;

b) rifunzionalizzazione Ospedale SS Annunziata di Taranto;

c) istituzione dell’Ospedale di Base presso la città di Statte con relativo Pronto soccorso (Moscati).

A) Nuovo Ospedale San Cataldo. Il nuovo Ospedale si configura come una importante risposta per il territorio tarantino, in termini assistenziali, tale da determinare una offerta più qualificata ed organizzata, avvalendosi anche di tecnologie innovative.

“Appare evidente – si legge – che l’attivazione del nuovo Ospedale richiede specifiche procedure assunzionali, la cui copertura non può essere garantita dai tetti vigenti, nei limiti dello stanziamento massimo previsto dalla normativa vigente in materia. Una stima dei costi del personale necessario si aggira intorno ai 70 milioni di euro.

Gli ultimi dati epidemiologici disponibili rilevano, con riferimento all’incidenza dei tumori (2018-2021), eccessi di rischio rispetto al confronto con il resto della regione in entrambi i sessi per il complesso delle neoplasie, per il tumore del polmone, della vescica, dei melanomi della pelle, dell’encefalo. Importanti eccessi di rischio di ospedalizzazione (dati aggiornati al 2023) si osservano per le patologie cardiovascolari, acute e croniche, le patologie respiratorie, acute e croniche, le patologie dell’apparato digerente. Anche i tassi di prevalenza delle principali patologie croniche (dati aggiornati al 2022) risultano più elevati dei valori regionali. La realizzazione del nuovo Ospedale si inquadra in una strategia nazionale e regionale che punta al potenziamento dell’offerta sanitaria in un territorio caratterizzato, tuttora, da rilevanti criticità nel profilo di salute che richiedono presidi di diagnosi e assistenza di eccellenza al fine di poter corrispondere adeguatamente alla specifica vulnerabilità sanitaria che affligge la popolazione tarantina, e che determina, al momento, anche una mobilità passiva extraregionale importante, con un costo che, nel 2023, è risultato pari a circa 35 milioni di euro. Infatti, il Nuovo Ospedale consentirà di attivare più di 700 posti letto.

B) Ospedale SS Annunziata di Taranto. La Direzione strategica della Asl di Taranto ha previsto la riconversione dell’edificio monoblocco SS. Annunziata di Taranto a seguito del trasferimento delle attività ospedaliera al nuovo ospedale San Cataldo:

1. Attività rete territoriale (DM 77/2022);

2. Attività da concordare con il Comune (avviato un tavolo tecnico). In particolare, la riconversione dell’edificio monoblocco SS. Annunziata di Taranto a seguito del trasferimento delle attività ospedaliera al nuovo ospedale San Cataldo, prevede: • Casa di Comunità HUB; • Ospedale di Comunità (40 posti letto); • Hospice (40 posti letto); • Residenza Sanitaria Anziani (20 posti letto); • RSA R1 (40 posti letto).

C) Ospedale di Base presso la città di Statte con relativo Pronto soccorso. Tenuto conto del bisogno di salute della popolazione della città di Taranto e considerato l’elevato numero di accessi in Pronto soccorso presso l’Ospedale “SS. Annunziata”, si rende necessaria la istituzione di un Ospedale di Base, ai sensi del D.M. n. 70/2015 nella città di Statte, ove attualmente insiste l’Ospedale “Moscati”, con prevalente vocazione oncologica. In particolare, la istituzione dell’Ospedale di Base presso la struttura ospedaliera “Moscati”, consentirebbe di attivare un Pronto Soccorso, rivolto soprattutto alle patologie onco- ematologiche, pneumologiche nonché alle altre patologie riferite prevalentemente alle discipline mediche e non chirurgiche, che determinano un eccessivo sovraffollamento del P.S. dell’Ospedale SS. Annunziata di Taranto.

Infine, per quanto attiene gli accessi in pronto soccorso, si rappresenta che la concentrazione maggiore è riferita all’Ospedale Ss. Annunziata di Taranto (pari al 45% degli accessi quotidiani della Asl di Taranto), pertanto si ritiene che l’attivazione del Pronto soccorso presso l’Ospedale “Moscati” di Taranto, potrebbe alleggerire la pressione quotidiana sul P.S. di Taranto. Tenuto conto, altresì, del bacino di utenza previsto dal D.M. n. 70/2015, si ritiene che sia quanto mai necessario ed indispensabile istituire un Ospedale di base presso la città di Statte, con la relativa attivazione del Pronto soccorso”.

Le spese aggiuntive previste dal 2026 riguardano il nuovo ospedale San Cataldo, comprese le attività di Sanitaservice per 72.284.420 euro.

Per il “Moscati” (secondo pronto soccorso) saranno necessari altri 10.503.858 euro, per un totale di 82.788.279 euro .

Per la rifunzionalizzazione del “SS.Annunziata”, con adeguamento antisismico saranno necessari infine una tantum 19.759.439 euro

“Pertanto – scrive Emiliano al ministro – si chiede una deroga rispetto ai vigenti limiti di spesa per poter procedere con quanto necessario. Per sostenere le attività illustrate, si ritiene che, considerati i vigenti vincoli di spesa, nonché le prescrizioni del Piano di rientro, sia necessario chiedere uno specifico finanziamento al Ministero della Salute, in deroga ai vincoli di spesa, soprattutto per quanto attiene il piano assunzionale, attraverso una specifica norma di legge”. In allegato, le schede a cura della Asl Ta.

In Puglia l’8.4% dei cittadini rinuncia alle cure, Gimbe: “Spesa sanitaria di 499 euro contro media di 730 euro”

In Puglia nel 2023 l’8,4% dei cittadini ha rinunciato alle cure contro una media nazionale del 7,6%. Nella regionale la spesa sanitaria pro-capite è pari a 499 euro, contro una media Italia di 730 euro.

È quanto emerge dal Report dell’Osservatorio Gimbe sulla spesa sanitaria privata in Italia nel 2023, commissionato dall’Osservatorio Nazionale Welfare & Salute (Onws) e presentato al Cnel.

In generale – viene evidenziato – le Regioni con migliori performance nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) registrano una spesa pro-capite superiore alla media nazionale, mentre quelle del Mezzogiorno e/o in Piano di rientro si collocano al di sotto.

Questo dato conferma sia che il livello di reddito è una determinante fondamentale della spesa out-of pocket, sia che il valore della spesa delle famiglie – al netto del sommerso – non è un parametro affidabile per stimare le mancate tutele pubbliche, perché condizionato dalla capacità di spesa individuale.

Sempre più pazienti pugliesi vanno a curarsi al Nord, il report del Gimbe: saldo negativo in aumento di 99 milioni

In Puglia nel 2022 si rileva un saldo negativo della mobilità sanitaria regionale, di 230 milioni di euro, in aumento di 98,7 milioni rispetto al 2021. È quanto emerge dai dati elaborati dalla Fondazione Gimbe che confermano anche “il peggioramento dello squilibrio tra Nord e Sud, con un flusso enorme di pazienti e di risorse economiche in uscita dal Mezzogiorno verso Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto”.

Il report fa riferimento alla differenza tra le risorse ricevute per curare pazienti provenienti da altre regioni e quelle versate per i propri cittadini che si sono spostati altrove. La Puglia si colloca al quarto posto per il volume di debiti (389 milioni circa), mentre all’ottavo posto per crediti (159 milioni).

Insieme a Calabria, Campania, Lazio e Abruzzo la Regione Puglia rappresenta il 78,8 % del saldo passivo. Secondo il report della Fondazione Gimbe, oltre 1 euro su 2 speso per ricoveri e prestazioni specialistiche fuori regione finisce nelle casse della sanità privata accreditata.

Il volume dell’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private è un indicatore della presenza, viene evidenziato, e della capacità attrattiva del privato accreditato. La Puglia si colloca al terzo posto con le strutture private che erogano il 70,7% del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale (media Italia 54,4%).

Sanità Puglia, l’annuncio di Piemontese: “Concorsi unici regionali per assumere 2000 infermieri e 1000 Oss”

Definite le procedure per l’assunzione di infermieri e operatori socio sanitari in tutte le aziende sanitarie pugliesi. “Per garantire una copertura adeguata del fabbisogno prevediamo sia necessario assumere circa 2.000 infermieri e 1.000 Oss. Per il reclutamento di questi operatori della sanità saranno indetti concorsi unici regionali, gestiti da aziende capofila”, spiega il vice presidente e assessore alla sanità della Regione Puglia, Raffaele Piemontese.

Per il reclutamento degli infermieri è stata individuata come capofila la Asl Bari, per gli Oss la procedura concorsuale sarà avviata dal Policlinico Riuniti di Foggia.

“Per i medici – ricorda l’assessore – con l’approvazione da parte della Giunta regionale dei nuovi tetti di spesa per il personale, abbiamo sbloccato le assunzioni e quindi le aziende possono procedere direttamente al reclutamento di oltre 450 medici specializzati”.

“Infine, in accordo con le organizzazioni sindacali, abbiamo previsto di dare priorità alle procedure di mobilità interaziendale prima di avviare i bandi per i nuovi concorsi. L’obiettivo è quello di consentire ai professionisti di lavorare in modo stabile nella sanità pubblica pugliese, garantendo al contempo alle nostre aziende sanitarie la disponibilità di personale qualificato e pronto a entrare in servizio”, conclude Piemontese.

Sanità Puglia, dalla Regione altri 150 milioni di euro: 2500 nuove assunzioni nel 2025

Pronti a garantire subito 1.000 nuove assunzioni nella sanità a partire dai primi mesi del 2025 alle quali si aggiungeranno ulteriori 1.500, per un totale di nuove assunzioni in sanità di quasi 2.500 unità. Con l’approvazione della delibera di giunta proposta dall’assessore regionale alla Sanità Raffaele Piemontese sulla “Rideterminazione e riparto del tetto di spesa delle aziende sanitarie” durante l’ultima seduta pre-natalizia, la Regione Puglia ha previsto un incremento del tetto di spesa per il personale di 150 milioni di euro. L’assessorato regionale alla Salute ha valutato attentamente lo spazio finanziario residuo e quello aggiuntivo previsto per il nuovo anno e predisposto una gestione integrata dei finanziamenti disponibili: dalla maggiore quota riconosciuta nella ripartizione del fondo sanitario regionale, ai fondi per il potenziamento dell’assistenza territoriale, a quelli per il completamento delle misure connesse all’emergenza Covid19. Le aziende sanitarie potranno, quindi, attivare subito le procedure necessarie all’assunzione di 1.000 unità fra medici, infermieri, operatori socio sanitari e altre figure tecniche. Inoltre saranno chiamate ad aggiornare i piani dei fabbisogni, con l’obiettivo di pianificare le ulteriori nuove assunzioni nel corso del 2025.

“Questa è una risposta concreta e strutturale alle necessità della nostra sanità pubblica” dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Lo sblocco delle assunzioni ci consente di superare le criticità causate dalla carenza di personale e di rafforzare le strutture sanitarie regionali. La pandemia ci ha insegnato che la salute pubblica è il cuore della nostra comunità, e grazie a una gestione attenta delle risorse oggi investiamo con decisione per rafforzare i servizi sanitari, garantire i Livelli Essenziali di Assistenza e costruire una rete sanitaria più moderna, accessibile e vicina ai bisogni di tutti i pugliesi”.
“Questo piano – aggiunge l’assessore alla sanità Raffaele Piemontese – è il risultato degli ultimi mesi di lavoro e di analisi approfondite sui fabbisogni del nostro Servizio Sanitario Regionale. Non si tratta solo di numeri, ma di persone che ogni giorno saranno al fianco dei nostri cittadini: medici, infermieri, operatori sociosanitari, tecnici necessari a mandare avanti i nostri ospedali e le nostre strutture sanitarie pubbliche”.

“Le assunzioni saranno orientate a rafforzare gli organici perché stiamo chiedendo al sistema sanitario regionale di impegnarsi di più per ridurre le liste di attesa ma anche frutto di una programmazione che potrà fornire personale alle Case di comunità, agli Ospedali di comunità e alle Centrali Operative Territoriali (COT) e l’assistenza domiciliare. Questo è un investimento strategico per la salute dei pugliesi e per il futuro della nostra regione”, conclude l’assessore Piemontese.

Sanità Puglia, accordo Regione-sindacati per prestazioni aggiuntive: fino a 2500 euro al mese in più per i sanitari

Per le prestazioni aggiuntive nei pronto soccorso e per ‘soddisfare’ le liste d’attesa negli ospedali pugliesi infermieri, operatori sanitari e medici potranno ricevere somme in più da 1.500 fino a 2.500 euro al mese. Lo comunica in una nota la Regione Puglia, dopo l’accordo siglato ieri. A firmare l’intesa Regione Puglia e sindacati delle diverse categorie dei medici e del comparto sanitario, recependo le proposte formulate dall’assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese.

“Si tratta di un riconoscimento di enorme impatto non solo economico, doveroso ma non scontato, frutto – ha spiegato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – perciò di una scelta politica precisa: siamo al fianco delle donne e degli uomini che si occupano della salute dei cittadini”. Le prestazioni aggiuntive richieste da aziende sanitarie e ospedaliere per soddisfare visite e esami in lista di attesa o per carenze di organico saranno pagate, a partire da febbraio 2024, 80 euro all’ora per la dirigenza sanitaria e 50 euro all’ora per il comparto che comprende tutto il personale non medico e non dirigente. Per infermieri e operatori socio sanitari, in particolare, “si tratta di un vero e proprio ‘premio’, dato che le prestazioni aggiuntive passano a essere retribuite da 27 a 50 euro e ciò retroattivamente, a far data dal 1° febbraio del 2024.

Per il 2025 la dirigenza sanitaria sarà retribuita per le prestazioni aggiuntive 80 euro all’ora dal lunedì al venerdì, 100 euro all’ora per il sabato, domenica e festivi. I turni di lavoro in più svolti dai medici nei pronto soccorso saranno pagati sempre, 7 giorni su 7, 100 euro all’ora. Ipotizzando 5 turni aggiuntivi nei pronto soccorso al mese, significa uno stipendio aggiuntivo di 2.500 euro in più per medici e dirigenti sanitari e 1.500 euro in più, per il personale del comparto sanitario, al mese per entrambe le categorie.