Carceri pugliesi sovraffollate, l’appello del SAPPE: “Urge sfollamento straordinario di almeno 600 detenuti”

“Fermo restando le iniziative intraprese a tutti i livelli dal SAPPE per denunciare il grave sovraffollamento delle carceri pugliesi ormai arrivato a livelli inimmaginabili fino a qualche tempo fa, le chiediamo in qualità di responsabile regionale dell’amministrazione penitenziaria, un intervento concreto presso i vertici del DAP, affinché si provveda con uno sfollamento straordinario di almeno 600 detenuti (tra quelli con pena definitiva) da trasferire in altri penitenziari della Nazione che allo stato, non occupano nemmeno i posti disponibili”. Inizia così la nota del SAPPE, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, inviata al Provveditore regionale Giuseppe Martone.

“Il SAPPE ritiene che in un amministrazione seria, chi ha responsabilità nella gestione dei detenuti a livello nazionale che non distribuisce in maniera omogenea gli stessi nelle varie carceri della Nazione(soprattutto i definitivi), dovrebbe essere esonerato da tali incarichi, poiché con ciò si alimentano situazioni di grande pericolo con conseguenze drammatiche per tutti. Nel 2020 ci fu la clamorosa evasione dal penitenziario di Foggia di circa 72 detenuti anche perché i detenuti ristretti erano in esubero di oltre 230 unità( 590 per 360 posti), con i poliziotti in servizio adeguati a gestirne 360, e nonostante questo gravissimo evento che ha fatto il giro del mondo, non è emersa nessuna responsabilita’; ad oggi i detenuti a Foggia sono 652. Egregio dottor Martone abbiamo notizia di una comunicazione dell’ufficio detenuti del DAP che in maniera superficiale e per noi irresponsabile, avrebbe risposto che poiché il sovraffollamento a livello nazionale sarebbe del 120% mentre in Puglia sarebbe (solo) del 150% non verrà operato nessun sfollamento (dai dati in nostro possesso incrociati con quelli del DAP, ad oggi il sovraffollamento nazionale è del 12%, mentre quello pugliese del 55%) – si legge nella nota -. Ma è possibile che chi ha scritto quella lettera possa essere ancora al proprio posto? Ma come si può pensare di lasciare al proprio destino un importante regione ove la criminalità organizzata è molto forte, agguerrita e violenta tanto da costringere il Governo ad inviare uomini e mezzi delle forze dell’ordine? E lo sa chi ha scritto quella lettera che un sovraffollamento più del doppio a livello nazionale(per noi del 450%), che tutto ciò si riflette negativamente sulla sicurezza delle carceri, dei poliziotti, e sulla salute dei detenuti? Purtroppo la sanità pubblica non gode di ottima salute, ma quella penitenziaria in condizioni normale è ancora peggio, figuriamoci in presenza di un sovraffollamento medio del 55% che in alcuni penitenziari arriva a quasi al 100% ; per cui per ammissione degli stessi operatori sanitari ampiamente insufficienti, non si riesce a garantire nemmeno i livelli minimi di assistenza dei detenuti, senza dimenticare le centinaia di ristretti con gravi problemi psichiatrici che sono praticamente abbandonati a se stessi”.

“Caro Provveditore di questo passo i penitenziari pugliesi potrebbero affondare definitivamente, per cui ci aspettiamo che un Dirigente Generale del suo valore debba far valere nella sede competente (con il Capo DAP)le ragioni della Puglia, non certo per avere favoritismi, ma per aver un pari trattamento alla stregua delle altri regioni. Non è possibile avere in certe regioni carceri quasi vuote, eppoi pagare ai detenuti con i soldi dei contribuenti, le penali poiché non si sono rispettati i parametri minimi di spazio stabiliti dalla giustizia europea, anche per ”superficialità” di chi dovrebbe gestire i detenuti in ambito nazionale e che non paga mai. Al dottor Capece si chiede un pressante intervento presso il Capo del DAP acchè si ristabiliscano principi minimi di sicurezza che potranno essere raggiunti anche con lo sfollamento di almeno 600, il livello minimo per non sprofondare(anche se il sovraffollamento rimarrebbe al 130% ) – conclude il Sappe -. Alle autorità in indirizzo tanto si comunica per opportuna conoscenza, acchè ognuno per la propria parte di competenza possa adottare le misure ritenute più idonee ad affrontare la grave problematica. Infine si allega alla presente la statistica del DAP riferita alle presenze dei detenuti in ambito nazionale riferito al 30 giugno u.s., con una precisazione importante in quanto riteniamo che i dati della regione Puglia siano falsati, poiché per il carcere di Trani vengono previsti 447 posti disponibili, mentre quelli effettivamente disponibili sono circa la metà, poiché la sezione BLU di circa 200 detenuti è chiusa da mesi(quindi 2700, i posti invece di 2912)”.

Agente penitenziario suicida, memorial Paolillo. Sappe: “Carceri iper affollate usate come manicomi”

Il Sappe Puglia, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, ha voluto omaggiare per il secondo anno consecutivo Umberto Paolillo, agente e ispettore capo della polizia penitenziaria Barese che si è tolto la vita due anni e mezzo fa con la pistola d’ordinanza.

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Detenuto torturato nel carcere di Bari, SAPPE: “Deve essere giudicato anche lui stava scatenando una tragedia”

Il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria: “Sia chiaro chi ha sbagliato deve pagare, ma non meritano nessuna attenuante quei lavoratori che nel pieno della notte si sono trovati ad affrontare una situazione di grande pericolo che poteva provocare una strage, compresa la morte del detenuto stesso?”.

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Foggia, detenuto si toglie la vita in cella prima dell’udienza. Sappe denuncia: “Non doveva essere in carcere”

Un detenuto 40enne, che questa mattina si sarebbe dovuto presentare all’udienza di convalida dell’arresto per concorso in estorsione, si è tolto la vita questa notte. L’uomo si è impiccato nella cella del reparto accoglienza del carcere di Foggia. Ad annunciarlo è il segretario nazionale del Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Federico Pilagatti. Si tratta del quinto suicidio dall’inizio dell’anno nella struttura, solo tre mesi fa un altro detenuto si è tolto la vita.

“La cosa che ci lascia sgomenti è che questa mattina il 40enne, originario della Nigeria, doveva essere accompagnato in tribunale dove si sarebbe dovuta celebrare l’udienza di convalida e forse avrebbe potuto ottenere la libertà – le sue parole -. Fa ancora più male sapere che il detenuto non sarebbe dovuto nemmeno entrare nel carcere di Foggia poiché, secondo la legge Severino vecchia di anni e mai rispettata, un arrestato deve essere portato in carcere dopo l’udienza di convalida, e non prima. Da tempo il Sappe denuncia la necessità di chiudere la sezione poiché offende i diritti minimi di dignità delle persone che vengono rinchiusi in stanze fatiscenti, molte delle quali con il bagno a vista e senza alcuna privacy. Sappiamo che anche la direzione del carcere chiede la ristrutturazione del reparto ma inutilmente, poiché l’amministrazione penitenziaria si preoccupa solo di stipare più detenuti possibili, prevaricando i diritti umani. A questo punto nonostante le denunce del Sappe inerenti le gravissime responsabilità del Dap, nulla si muove e questa ulteriore vittima non fa altro che dichiarare l’ennesimo fallimento di uno Stato che si reputa civile”.