Agente penitenziario suicida, memorial Paolillo. Sappe: “Carceri iper affollate usate come manicomi”

Il Sappe Puglia, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, ha voluto omaggiare per il secondo anno consecutivo Umberto Paolillo, agente e ispettore capo della polizia penitenziaria Barese che si è tolto la vita due anni e mezzo fa con la pistola d’ordinanza.

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Detenuto torturato nel carcere di Bari, SAPPE: “Deve essere giudicato anche lui stava scatenando una tragedia”

Il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria: “Sia chiaro chi ha sbagliato deve pagare, ma non meritano nessuna attenuante quei lavoratori che nel pieno della notte si sono trovati ad affrontare una situazione di grande pericolo che poteva provocare una strage, compresa la morte del detenuto stesso?”.

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Foggia, detenuto si toglie la vita in cella prima dell’udienza. Sappe denuncia: “Non doveva essere in carcere”

Un detenuto 40enne, che questa mattina si sarebbe dovuto presentare all’udienza di convalida dell’arresto per concorso in estorsione, si è tolto la vita questa notte. L’uomo si è impiccato nella cella del reparto accoglienza del carcere di Foggia. Ad annunciarlo è il segretario nazionale del Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Federico Pilagatti. Si tratta del quinto suicidio dall’inizio dell’anno nella struttura, solo tre mesi fa un altro detenuto si è tolto la vita.

“La cosa che ci lascia sgomenti è che questa mattina il 40enne, originario della Nigeria, doveva essere accompagnato in tribunale dove si sarebbe dovuta celebrare l’udienza di convalida e forse avrebbe potuto ottenere la libertà – le sue parole -. Fa ancora più male sapere che il detenuto non sarebbe dovuto nemmeno entrare nel carcere di Foggia poiché, secondo la legge Severino vecchia di anni e mai rispettata, un arrestato deve essere portato in carcere dopo l’udienza di convalida, e non prima. Da tempo il Sappe denuncia la necessità di chiudere la sezione poiché offende i diritti minimi di dignità delle persone che vengono rinchiusi in stanze fatiscenti, molte delle quali con il bagno a vista e senza alcuna privacy. Sappiamo che anche la direzione del carcere chiede la ristrutturazione del reparto ma inutilmente, poiché l’amministrazione penitenziaria si preoccupa solo di stipare più detenuti possibili, prevaricando i diritti umani. A questo punto nonostante le denunce del Sappe inerenti le gravissime responsabilità del Dap, nulla si muove e questa ulteriore vittima non fa altro che dichiarare l’ennesimo fallimento di uno Stato che si reputa civile”.