“Ho ricevuto dazioni di denaro, sono divorata dalla vergogna e non potrò mai perdonarmi”. Questa è l’ammissione di Connie Sciannimanico, la funzionaria dell’Asl di Bari arrestata il 12 novembre scorso nell’ambito dell’inchiesta sui presunti appalti truccati con l’accusa di associazione a delinquere.
Dopo Natale ha lasciato il carcere e si trova ora ai domiciliari, a casa dei genitori, dopo che il gip ha accolto l’istanza di revoca avanzata dalla difesa, avvalorata da un documento che attestava come le condizioni psicologiche della donna non fossero compatibili con la sua permanenza in carcere.
È stata sospesa dal lavoro e rischia di essere licenziata. Nella caserma dei carabinieri in cui viveva con il marito, durante la perquisizione di novembre, furono trovati 22mila euro in contanti e 17 borse tra Gucci, Prada e Vuitton. Dopo l’iniziale silenzio nel primo interrogatorio, ha messo per iscritto pensieri e pentimenti riconoscendo le proprie responsabilità. “Voglio liberarmi di un peso che ho dentro e non intendo più rimandare questo atto di dolore”, le parole riportate da La Repubblica.
“Le dazioni sono avvenute nei pressi della mia abitazione a Santo Spirito e nel mio ufficio all’interno del giubbotto – ha raccontato -. È iniziato senza che quasi me ne rendessi conto, essendo stata oggetto inizialmente di alcune regalie presentate come iniziative personali di chi voleva fornirmi attenzioni galanti. Sono cosciente che questo nulla toglie alla rilevanza penale di quanto accaduto”.