Canosa, realizza la sede della sua impresa in un’area archeologica: denunciato imprenditore 76enne

Un imprenditore del settore florovivaistico di 76 anni di Canosa di Puglia, nel nord Barese, è stato denunciato dai militari della guardia di finanza perché avrebbe illecitamente trasformato tre terreni sottoposti a vincolo archeologico, in zone private usate per la propria attività di impresa. Le accuse a suo carico sono uso illecito di beni culturali o paesaggistici e invasione di terreni.  L’area, che è stata sequestrata, è estesa complessivamente per un ettaro e mezzo ed è sottoposta a vincolo perché si trova in prossimità dell’arco di Traiano, risalente all’anno 109 avanti Cristo.

Secondo quanto accertato dai finanzieri coordinati dalla Procura di Trani, il 76enne avrebbe abusivamente perimetrato l’area impedendo di fatto l’accesso e la fruizione ai turisti. I suoli, acquisiti dal Comune di Canosa che ha emesso nel tempo ordinanze di sgombero mai rispettate, sono stati “occupati illecitamente” dall’imprenditore che ha “realizzato la sede di fatto della propria impresa”, si legge nel decreto di sequestro disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Giuseppe Zeno. L’operazione ha avuto lo scopo di “interrompere il protrarsi di una prolungata condotta illecita da parte dall’imprenditore e rendere fruibile alla collettività il bene archeologico”, evidenzia il colonnello Pierluca Cassano, comandante provinciale della guardia di finanza di Barletta.

La società spagnola PAL Robotics sceglie Bari, nuova sede nella zona industriale: investimento da 5 milioni

Il 20 settembre PAL Robotics, società spagnola leader a livello europeo e internazionale per la robotica di servizio, fondata nel 2004 a Barcellona, ha annunciato nella giornata l’avvenuta apertura della filiale italiana, con sede legale nella zona industriale di Bari. PAL Italy srl, questo il nome della nuova realtà, opererà su tutto il territorio nazionale. Un investimento, previsto intorno ai 5 milioni di euro in un orizzonte temporale dai tre ai cinque anni, che è anche un messaggio di fiducia per l’ecosistema produttivo italiano, per la ricerca scientifica e di sviluppo industriale, oltre che per il Mezzogiorno d’Italia. PAL Italy srl, già forte di consolidati rapporti di collaborazione con le principali università e centri di ricerca italiani, punterà a rafforzare questi network per sviluppare e ottimizzare soluzioni robotiche funzionali in contesti rilevanti per l’economia italiana come l’agricoltura, la sanità, la logistica e l’industria manifatturiera. Con un bagaglio di oltre trenta collaborazioni su programmi di ricerca europei come Horizon Europe, PAL porterà in Italia ricerca e innovazione in settori strategici. I primi contatti con il Politecnico di Bari e il CNR sono stati positivi e concreti.

Tra i progetti collaborativi che vedono PAL impegnata con partner italiani, è rilevante menzionare Canopies, Musae, Perseo, PILLAR. PAL Robotics sviluppa e produce robot di servizio distribuiti a livello mondiale. L’Italia rappresenta un case study “eccezionale” in quanto dinamiche demografiche e sociali, come l’invecchiamento della popolazione, l’impatto sulle strutture sanitarie e sul mondo produttivo, la riduzione della forza lavoro, sono molto più accentuate rispetto ad altri Paesi europei, rendendo una priorità economica e sociale l’introduzione di robot di servizio a supporto di imprenditori, lavoratori, personale medico, persone anziane o non autosufficienti. La scelta dell’area industriale di Bari si è concretizzata a seguito di continue e positive interazioni con l’ecosistema pugliese, negli ultimi mesi, che hanno reso possibile questo primo importante risultato. Nelle prossime settimane l’azienda sarà intenta a concretizzare ulteriori collaborazioni di ricerca e sviluppo con le realtà del territorio impegnate nell’ambito della robotica, nella speranza di promuovere un circolo virtuoso di innovazione e sviluppo, con ricadute positive su tutto il territorio nazionale.

“Accogliamo questa nuova apertura con grande soddisfazione – commenta il vicesindaco e assessore all’Innovazione tecnologica e alle Politiche del Lavoro Eugenio Di Sciascio -. Bari si conferma una realtà sempre più attrattiva per le aziende innovative. Attraverso il programma Invest in Bari di Porta Futuro, da tempo stavamo seguendo l’insediamento di PAL Robotics, che sceglie la nostra città come prima sede in Italia. Da parte nostra siamo intenzionati a continuare a fornire loro supporto e svolgere un ruolo di facilitazione per eventuali necessità che si presenteranno e ci facciamo sin da ora promotori dello sviluppo di sinergie con le Università, i laboratori di ricerca ma anche con gli istituti professionali presenti in città, che proprio sulla robotica potranno trovare in questa realtà aziendale un’eccellenza mondiale. Attendiamo di conoscere quali saranno i profili di investimento di questa azienda sul territorio, dal personale alle risorse materiali, ma siamo fin da ora disponibili a coltivare tutte le possibili interazioni che possano procurare benefici al nostro sistema industriale e occupazionale”.

Demolizione ex sede Gazzetta del Mezzogiorno, la figlia dell’architetto Mangini: “Non chiamatela riqualificazione”

“È assai dolorosa la notizia della prossima demolizione della Palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno, in via Scipione l’Africano, opera dell’architetto Onofrio Mangini. Se egli fosse stato un pittore, un poeta o un musicista, oggi avremmo validi motivi per resistere alla distruzione di un’opera dell’ingegno, anche da eredi. Ma le opere di architettura, quando sono e per come sono realizzate, appartengono a tutti, patrimonio della città per quella intrinseca qualità che ne ha determinato il ruolo di punto riferimento nel paesaggio urbano. Per questa ragione esse non possono – non devono – essere ridotte a semplici beni immobiliari sul mercato”. Inizia così il comunicato di Barbara Mangini, figlia dell’architetto che ha costruito l’opera.

“Il Palazzo della Gazzetta del Mezzogiorno in via Scipione l’Africano, inaugurato nel 1972, ha rappresentato una tappa fondamentale nella civiltà del costruire, nella innovazione tecnologica e nella ricerca espressiva dei nuovi materiali. Nei poderosi pilastri ottagonali rastremati a geometria variabile è cristallizzata l’idea di una costruzione concepita per un giornale moderno, capace di trasformare rapidamente gli spazi così come si trasformava l’informazione – si legge -. Dunque, al di là dei motivi familiari, di affetto ferito per la annunciata perdita di un’opera di mio padre, ciò che sento dolorosa è la privazione che verrebbe inferta alla città, alla cultura pugliese che non riesce a tutelare, a salvaguardare il patrimonio realizzato nel Novecento, nonostante le numerose testimonianze critiche e storiografiche. Ricordo qui, sommariamente, i convegni organizzati negli anni scorsi dall’Ordine degli architetti e dall’In/Arch i saggi di Nicola Signorile («Occhi sulla città», Laterza 2004) e di Livia Semerari («La nuova edilizia a Bari. Il dopoguerra e la città trasformata», Adda 2008). Nel Censimento della architettura italiana dal 1945 al oggi, realizzata dalla Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura appare oggi la clinica Villa Bianca, opera di Onofrio Mangini, ormai demolita e sostituita da un palazzo residenziale, e mi sconcerta e sconvolge l’idea che domani possa apparire in quella selezione il Palazzo della Gazzetta, ma solo attraverso foto d’epoca, quale traccia della rimozione del Novecento in una città che ha rinnegato i suoi poeti. A cosa è servito dedicare premi e convegni all’ architetto Onofrio Mangini se poi si demoliscono i suoi capolavori ? Voglio sperare che ci sia ancora il modo, lo spazio e il tempo per impedire una demolizione che – per paradosso – si ha l’impudenza di definire riqualificazione”.