Taranto, senzatetto milionario a suo insaputa: a lui intestata una società. Indagate 3 persone per truffa

Un senzatetto 59enne di Taranto, ospite del centro di accoglienza notturno gestito dalla Caritas nella città vecchia, ha scoperto di possedere una società che ha beneficiato di finanziamenti statali per un milione e 200mila euro.

La procura di Taranto, come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, ha notificato la chiusura delle indagini condotte dalla guardia di finanza a tre imprenditori: un 52enne tarantino, un 39enne di Grottaglie e un 74enne di Taranto.

A vario titolo devono rispondere delle accuse di truffa aggravata, sostituzione di persona e circonvenzione di incapace. La vicenda è venuta a galla quando l’ignaro milionario ha inoltrato domanda di reddito di dignità che gli è stata respinta. È emerso infatti che risultava legale rappresentante di una società che aveva incassato l’ingente finanziamento.

Sarebbe stato l’imprenditore di 52anni, insieme a un complice, ad accompagnare il clochard da un commercialista di Martina Franca, facendogli firmare – ricostruisce la Gazzetta – una serie di documenti con cui, a insaputa di quest’ultimo, era sostanzialmente nominato amministratore di una società di costruzioni meccaniche che di lì a poco avrebbe ottenuto il contributo milionario

Manicomio via Capruzzi, clochard rifiuta l’ospedale: trovato senza vita. Una morte annunciata

Una tragedia annunciata. Il senzatetto Mustafa è stato ritrovato senza vita in largo Sorrentino a Bari. È morto a 42 anni e le sue condizioni erano gravi da giorni. Mustafa è uno dei senzatetto ripresi durante il nostro precedente servizio registrato nel manicomio di via Capruzzi. Avevamo parlato con lui per capire la sua situazione, interroghiamoci tutti su quello che riusciamo a fare. Con un po’ di amarezza e tristezza siamo tornati sul posto per documentare il ritrovamento del corpo.

Da pentita a senzatetto, la zia: “Ti ammazzeranno”. Sofia: “Fatemi prima rivedere i miei figli”

La storia di Sofia, la 25enne di Corato passata da essere una collaboratrice di giustizia ad essere una senzatetto, del suo compagno Mohamed e del cane Willy ha fatto il giro d’Italia e ha colpito la nostra community. Ci sono stati sviluppi importanti dopo il primo servizio. L’ex di Sofia si è fatta avanti e ha contattato la 25enne. “Mi ha chiamato dicendo che prenderà seri provvedimenti per quello che ho raccontato, si è arrabbiato tantissimo. Io ho detto solo la verità, anzi avrei dovuto farlo molto prima – spiega Sofia -. Chi lo ha fatto giudice, chi lo ha autorizzato a non farmi sentire più i miei figli?”.

Sofia e Mohamed rischiano la vita ogni giorno. “Sono consapevole e cosciente dei pericoli che stiamo correndo – continua Sofia -. Mia madre è in carcere per colpa mia, le chiesi di trasferire droga da una parte all’altra e ora deve scontare 6 anni. Si trova a Foggia, sta patendo di tutto e di più. Le hanno anche cercato di tagliarle la gola. Mi vergogno per questo, è tutta colpa mia. Mia zia ha detto che la prossima potrei essere io. Se la mafia ce l’ha con me, voglio dire che io non ho fatto nulla. Ero solo la moglie di un uomo importante, mi sono fatta solo a pezzi per i miei figli. Se sono arrabbiati, se vogliono uccidermi, fatemi almeno rivedere i miei figli e poi uccidetemi. Sto chiedendo solo aiuto per sistemare loro”.

Grazie a Veronica, che si è subito attivata alla ricerca di un lavoro, Sofia ha fissato un colloquio e anche per Mohamed ci sarebbero opportunità all’orizzonte. Sofia ha iniziato a prendere la terapia per controllare la sua ansia, qualcuno gli ha portato da mangiare e i due si sono comprati anche alcuni vestiti. Un passo alla volta, piccoli, per dare una svolta alle loro vite. Ovviamente noi abbiamo accolto la denuncia di Sofia, ma chiunque voglia dare un’altra versione dei fatti o raccontarci qualcosa in più può sempre farlo al 3488966969 o su [email protected].

Soccorso bagnato e infreddolito, senzatetto muore in ospedale: Foggia piange il 60enne Modesto

Modesto, un uomo senza fissa dimora di circa 60 anni, è morto al policlinico Riuniti di Foggia dopo essere stato soccorso nei giorni scorsi dagli operatori sanitari del 118 perché trovato infreddolito e zuppo nei pressi della stazione ferroviaria. Ne danno notizia i volontari ‘Fratelli della Stazione’ che – evidenziano – hanno sempre cercato di “aiutare Modesto ma lui non voleva essere accolto al dormitorio, al b&b o dal pronto intervento sociale”.

“Modesto – scrivono i volontari sui social – era un volto noto dalle parti della stazione di Foggia. Da giorni non si vedeva in giro e, soprattutto i volontari dei Fratelli della Stazione si sono attivati per ritrovarlo e conoscere le sue difficili condizioni di salute. Una parte della sua vita trascorsa in stazione da quelle parti divenute ormai la sua casa. Come le panchine sul viale, dove da mattina a sera trascorreva le sue giornate piegate dal peso di qualcosa che lo aveva bloccato. Incapace di rialzarsi”. “Ci abbiamo provato, forse tanto, forse non abbastanza. Modesto sereno. Modesto che ride. Modesto che cammina verso la sua nuova luce. Noi – concludono – lo vogliamo credere e sperare”.