Pesca illegale di ricci di mare, ostriche e tartufi di mare: sequestrate oltre due tonnellate di pescato

Il Reparto Operativo Aeronavale di Bari della Guardia di Finanza ha sequestrato in Puglia oltre due tonnellate di pescato irregolare, prive della necessaria documentazione di tracciabilità.

Tra questi ricci di mare, ostriche e tartufi di mare. L’operazione ha portato alla contestazione di oltre 250mila euro di sanzioni amministrative nei confronti di 80 soggetti che avrebbero generato un illecito profitto superiore a 100mila euro.

Legato, picchiato e sequestrato per ore: a Bari chieste condanne a 20 anni per quattro affiliati del clan Strisciuglio

La Procura ha invocato condanne a 20 anni di reclusione nei confronti di quattro baresi, residenti del quartiere San Paolo, accusati di sequestro di persona aggravato dal metodo mafioso. Ecco i nomi: l 31enne Saverio Caputo, il 28enne Mario Milella, il 32enne Michele Metta e il 24enne Giovanni De Giosa

Secondo la tesi dell’accusa gli imputati, tutti ritenuti vicini al clan Strisciuglio, avrebbero prelevato la vittima dalla sua abitazione e portata in un garage.

Qui lo avrebbero legato ad una sedia e picchiato, il ragazzo sarebbe stato segregato per diverse ore, dalle 18.30 fino alle 22.30, e liberato solo dopo il pagamento di 1100 euro, cifra corrispondente al mancato pagamento della sostanza stupefacente.

Il Comune di Bari e la Regione Puglia si sono costituite parti civili: la sentenza è prevista per il prossimo 12 maggio.

Mafia, droga, estorsioni e armi. Sequestrati beni per 1,5 milioni di euro a Buscemi tra Valenzano e Adelfia – VIDEO

Questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un decreto di sequestro emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Bari presieduto dalla dott.ssa Giulia Romanazzi, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Bari a carico del noto pregiudicato Buscemi di Valenzano (BA), attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Rovigo ove sta scontando una condanna, non definitiva, a 20 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso ed associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (delle quali è ritenuto il capo indiscusso), nonché i relativi reati spia, ovvero estorsioni, usura, porto e detenzione di armi.

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L’interessato è noto anche perché nell’agosto 2016 lui e la sua famiglia commissionarono e sponsorizzarono la realizzazione di una mongolfiera alla quale fu consentito di volare in occasione della festa patronale di San Rocco a Valenzano.

Secondo l’impostazione accusatoria, a decorrere dal 2015, il pregiudicato, avendo la disponibilità di ingenti somme di denaro derivanti dalle sue attività delittuose, le reimpiegava attraverso l’acquisto di immobili e l’investimento in polizze assicurative, anche grazie all’interposizione soggettiva di alcuni suoi familiari.

Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell’interessato e della sua famiglia è stimato in oltre 1,5 milioni di euro ed è composto da quattro appartamenti e tre rimesse ubicate tra Valenzano ed Adelfia, nonché quattro polizze assicurative dell’importo di oltre 250 mila euro.

L’odierno provvedimento emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Bari, accoglie la proposta della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che hanno ricostruito sia la carriera criminale del proposto sia gli introiti dell’intero nucleo familiare, fornendo un corposo quadro indiziario in ordine all’illecita provenienza della sua ricchezza, accumulata negli ultimi 10 anni e che costituirebbe il compendio di numerosi reati soprattutto contro l’ordine pubblico e la sanità.

L’importante risultato odierno – frutto della collaborazione tra la magistratura e le componenti investigative – rappresenta un’ulteriore conferma che la criminalità organizzata va contrastata non solo attraverso un’assidua opera di prevenzione e di repressione, ma anche attraverso attente e scrupolose indagini di natura finanziaria e patrimoniale, preziosi strumenti attraverso i quali vanno combattute le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie.

Bari, blitz dei Carabinieri all’alba: sequestrati appartamenti e polizze assicurative a un pregiudicato

Dalle prime ore della mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari stanno dando esecuzione ad un decreto di sequestro emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Bari a carico di un pregiudicato residente nel sud barese. Ingente il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell’interessato e della sua famiglia, composto anche da appartamenti e rimesse.

Traffico internazionale di droga dalla Spagna alla Puglia: la Finanza sequestra beni per 2 milioni di euro

Un sequestro preventivo di beni per un valore di oltre 2 milioni di euro è stato eseguito dalla Guardia di Finanza provinciale di Bari. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

Le 4 persone sono state recentemente condannate, a vario titolo, per i reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, produzione, traffico e detenzione illeciti delle predette sostanze, riciclaggio e detenzione illegale di armi.

Con sentenza del marzo 2025 sono state comminate, nei confronti dei predetti soggetti, pene detentive fino a 20 anni di reclusione (per i capi promotori dell’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti) ed è stata contestualmente disposta la confisca dei beni.

Sequestrati immobili, terreni e compendi aziendali (ubicati rispettivamente a Fasano e Andria attivi nel settore del commercio all’ingrosso di frutta/alimenti) e nella disponibilità di alcuni degli indagati, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.

L’associazione avrebbe operato nel panorama del traffico internazionale di sostanze stupefacenti anche avvalendosi di un indagato, dimorante nel sud della Spagna, dedito all’esportazione di cospicui quantitativi di sostanze stupefacenti destinati a rifornire i mercati pugliesi.

Il sodalizio avrebbe avuto delle ramificazioni nella provincia di Brindisi, dove un pregiudicato si sarebbe occupato in loco della ricerca di canali di smercio della droga.

Ferrari, Porsche, Maserati, Range Rover e Bmw: confiscati beni per due milioni a imprenditore foggiano

Ammonta a due milioni di euro il valore dei beni confiscati a un imprenditore della provincia di Foggia dalla Guardia di finanza del capoluogo dauno e di Lecco. La misura di prevenzione patrimoniale è stata emessa dal tribunale di Milano.

All’imprenditore sono state sequestrate tre Ferrari, una Porsche, una Maserati, due Range Rover, una Bmw X4, alcuni immobili e un conto corrente all’estero.

L’uomo, a quanto si apprende, è già coinvolto in vari procedimenti penali in diverse parti d’Italia, e operava principalmente tra la Lombardia e la Puglia. Attualmente è sottoposto all’obbligo di soggiorno nel comune di residenza in seguito a condanne per bancarotta fraudolenta e altri reati.

Le indagini hanno dimostrato una sproporzione tra i redditi dichiarati e il proprio tenore di vita, con l’impiego di rilevanti somme di denaro per l’acquisizione di abitazioni e auto di lusso.

Il tribunale di Milano, dopo aver disposto, nel 2024, la misura della prevenzione patrimoniale del sequestro propedeutico alla confisca dei beni, ha emesso un nuovo decreto con il quale è stata determinata la confisca degli stessi, nella disponibilità dell’uomo, dei suoi familiari e di società a lui riconducibili.

Porto Bari, sostanze vietate in Europa dal 2008: sequestrate tonnellate di fertilizzanti illegali dalla Cina. Tre denunce

Nel porto di Bari avevano portato dalla Cina oltre 40 tonnellate di Dormex, un prodotto vietato in Europa dal 2008 e usato in agricoltura per anticipare la crescita di viti, ciliegi, kiwi e altri alberi da frutto.

Una sostanza bandita perché tossica e potenzialmente dannosa per la salute e l’ambiente, “con possibili effetti di lunga durata”, come spiega la guardia di finanza in un comunicato.

Per questo, i finanzieri di Bari e funzionari dell’agenzia delle dogane hanno sequestrato il prodotto e denunciato tre persone per falso in atto pubblico (cioè le bollette doganali), frode in commercio e per la violazione della normativa europea di settore. Il Dormex, un fitostimolante, era arrivato a Bari dalla Grecia.

Le prime anomalie erano emerse dal controllo fisico della merce, ed erano relative alle date riportate e alle modalità di trasporto usate per l’importazione, nonché per l’assenza di una corretta etichettatura dei prodotti. Gli esami chimici svolti presso il laboratorio dell’agenzia delle dogane di Bari hanno poi certificato come il prodotto sequestrato fosse cianammide, comunemente chiamato Dormex.

Il sequestro, spiega sempre la finanza, “evidenzia l’esistenza di un mercato parallelo di fitostimolanti contraffatti illegali non rispettosi degli standard di sicurezza minimi imposti dall’Unione Europea”, e “il commercio e l’utilizzo di prodotti illegali oltre che costituire un fattore di pericolo per la salute dei consumatori, produce una distorsione del mercato con effetti di concorrenza sleale nell’economia reale, a danno di quelle aziende che, operando nella legalità e nel rispetto degli standard imposti dalla normativa vigente, sono obbligati ad adottare processi produttivi maggiormente costosi”.

Barivecchia, il b&b abusivo e chiuso dal Comune è di proprietà del suocero di Olivieri: la Dda punta al sequestro

Nei giorni scorsi il dirigente del settore Polizia Annonaria del Corpo di Polizia locale ha disposto la cessazione immediata, con divieto di prosecuzione, di ogni attività di B&B imprenditoriale esercitata abusivamente presso un immobile in via Tancredi, nella città vecchia. Si tratta del b&b di proprietà del suocero di Olivieri, Vito Lorusso (oncologo arrestato nell’ambito della stessa inchiesta e in carcere per altre vicende), venduto da una società immobiliare che la Dda di Bari ritiene riconducibile a Olivieri. La stessa Dda vuole sequestrarlo.

A seguito di un’ispezione condotta dagli agenti del Nucleo Annona nella struttura, infatti sono emerse una serie di criticità, tra cui la mancanza del titolo di disponibilità dell’immobile, in quanto il gestore della struttura non disponeva del contratto di locazione; la mancanza dello spazio condiviso per la colazione, che a dire del gestore sarebbe previsto nei mesi invernali in una stanza al piano terra, in sede di controllo risultata invece un deposito, e nei mesi estivi sul terrazzo dell’immobile, per il quale non risulta alcuna modifica alla SCIA depositata; infine, la difformità della planimetria rispetto allo stato dei luoghi, in quanto, con riferimento alla SCIA di inizio attività, “le planimetrie prodotte in tale sede, non trovano riscontro con quelle catastali”.

A ciò si aggiunge che, in assenza di CILA, il gestore ha realizzato un impianto termico autonomo a radiatori alimentato da generatore di calore, che pure non risulta essere mai entrato in funzione. Infine, l’immobile adibito a B&B è risultato privo del prescritto certificato di agibilità.

“I controlli condotti dagli agenti della Polizia Annonaria da un lato intendono tutelare gli ospiti delle strutture ricettive sul nostro territorio, dall’altro servono a scoprire quanti si muovono nell’illegalità a scapito di coloro i quali offrono questa tipologia di servizi secondo quanto stabilito dalla normativa – commenta l’assessora alla Vivibilità urbana Carla Palone -. Dall’inizio dell’anno, nell’ambito dell’attività ordinaria, è proseguita la intensa attività di controllo che ha portato alla chiusura di tre attività e all’identificazione di 10 strutture che non avevano esposto il CIN, divenuto obbligatorio dall’inizio dell’anno. A breve, inoltre, intensificheremo ulteriormente le attività della task force della Polizia locale dedicata al contrasto dell’evasione nel settore ricettivo e alla verifica di tutte le misure di sicurezza previste dalla legge”.

Bari, 16mila tonnellate di rifiuti speciali tra capannoni e villa: 3 indagati. Violazioni da oltre 2 milioni di euro

Solventi, vernici, apparecchiature elettroniche, scarti dell’attività edile e carcasse di veicoli di vario tipo stipati in aree trasformate in discariche illecite.

In tre sono indagati dalla guardia di finanza di Bari nell’ambito delle attività di contrasto alle attività illecite ai danni dell’ambiente. I tre sono residenti nel capoluogo pugliese, uno all’epoca dei fatti era titolare di quattro capannoni della zona industriale della città finiti sotto sequestro assieme a una villa che si trova sul lungomare in cui, per diverso tempo, sarebbero state sistemate complessivamente 16mila tonnellate di rifiuti di vario genere tra cui anche speciali.

A carico degli indagati, denunciati per abbandono di rifiuti, sono state accertate violazioni amministrative per un totale di oltre due milioni di euro: si tratterebbe della cosiddetta ecotassa mai versata. Gli accertamenti dei finanzieri si sono basati anche sulle immagini satellitari e sui fotogrammi acquisiti dagli elicotteri negli ultimi due anni e si sono avvalsi anche della collaborazione con l’Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale.
“Il costante presidio del litorale costiero e delle acque di garantisce una decisa azione di prevenzione e contrasto degli illeciti perpetrati, rendendo possibile la salvaguardia delle risorse ambientali, della salute pubblica e dell’economia sana del territorio”, spiega la guardia di finanza in una nota.

Confiscati beni per 1,1 milioni di euro al 49enne Michele Buonarota: blitz della Dia del nord Barese

Beni mobili e immobili tra cui un’impresa individuale attiva nel settore agricolo, del valore complessivo 1,1 milioni di euro, sono stati confiscati a Michele Buonarota, 49enne di Trinitapoli (Barletta-Andria-Trani), condannato per reati in materia di stupefacenti.

Il provvedimento di confisca è stato eseguito dalla Direzione investigativa antimafia e arriva 18 mesi dopo il sequestro disposto nell’ambito di un’attività finalizzata al contrasto dei traffici illeciti nel corso della quali erano state accertate delle discrepanze tra quanto dichiarato dall’uomo in fase di dichiarazione dei redditi e quanto realmente posseduto.

Il 49enne, già sorvegliato speciale, “è stato ritenuto socialmente pericoloso” e a lui sarebbero riconducibili anche i 23 immobili e varie disponibilità finanziarie finite ora nelle mani dello Stato.

“L’odierno decreto di prevenzione patrimoniale si inquadra nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti criminali, agendo così anche a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale”, spiega la Dia in una nota.