Bari, il sindaco Leccese blocca l’aumento delle tariffe Park&Ride dal 2025: “Vitali nei prossimi mesi”

Con una nota indirizzata all’amministratore unico di Amtab, dott. D’Amore, il sindaco di Bari Vito Leccese ha bloccato l’aumento delle tariffe del park&ride, previsto a partire da gennaio 2025.

“Bari, il prossimo anno, sarà interessata dall’avvio di numerosi cantieri per la realizzazione delle opere finanziate con il PNRR – scrive Leccese -. La scadenza fissata al primo semestre del 2026 per il completamento di tali opere impone di avviare, in contemporanea, diversi lavori, creando potenziali problemi al traffico cittadino in tutti quartieri della città. Tale condizione avrà certamente riflessi anche sul servizio di trasporto pubblico. Basti pensare al cantiere di piazza Moro, che già nei primi mesi del 2025 renderà indisponibili spazi per il capolinea più importante della città, imponendo una modifica sostanziale all’esercizio del servizio di trasporto pubblico e comportando inevitabili disagi per la cittadinanza. Pertanto, ritengo opportuno bloccare l’aumento delle tariffe a partire da gennaio 2025, come previsto da una delibera approvata nei mesi scorsi. I park&ride saranno aree di sosta di vitale importanza nei prossimi mesi, non solo per i cittadini che arrivano a Bari da altri Comuni ma per gli stessi residenti. Per questo credo sia giusto garantire il pieno utilizzo dei parcheggi allo stesso costo, senza aumenti. In questo momento credo che l’amministrazione comunale e le sue aziende debbano fare tutto il possibile per attenuare i disagi dei cittadini e favorire l’utilizzo del trasporto pubblico e delle aree di sosta ai margini della città, senza alcun aggravio di costi”.

Legionella, Modugno città virtuosa. Sindaco ai colleghi: “Sicurezza a scuola atto di responsabilità”

Torniamo a parlare della legionella e lo facciamo direttamente nel plesso Faenza dell’Istituto Comprensivo “Don Lorenzo Milani – D’Assisi” al fianco del Sindaco di Modugno, Nicola Bonasia, e del Dirigente Scolastico. L’amministrazione è molto attenta e ogni anno sanifica le reti idriche in tutte le scuole e negli edifici pubblici, con l’obiettivo di tutelare la saluta dei cittadini, dai più piccoli ai più grandi.

Concussione e minacce a gestore del canile comunale: rinviati a giudizio ex sindaco ed ex assessore di Grumo

La gup del tribunale di Bari Anna De Simone ha disposto il rinvio a giudizio, per concussione, dell’ex sindaco di Grumo Appula (Bari) Michele D’Atri, e dell’ex assessore Nicola Lella. I due sono accusati di aver costretto il gestore del canile comunale «a consegnare loro la somma di 2.500 euro, mediante la minaccia consistita nel pretendere la somma di 10mila euro in due tranche e nella prospettazione, manifestata materialmente da Lella, in caso di mancata adesione, di bloccare i pagamenti di fatture già scadute relative al servizio di ricovero e mantenimento di cani randagi accalappiati nel territorio del Comune di Grumo».

I fatti risalgono al 2017: il Comune di Grumo Appula si è costituito parte civile con l’avvocato Nicola Selvaggi. Il processo si aprirà il 4 marzo 2025 davanti ai giudici della seconda sezione penale.

Lella ad aprile fu arrestato (in carcere, poi è tornato libero) con l’accusa di essere parte dell’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale diretta – per l’accusa – da Sandro Cataldo, fondatore di ‘Sud al centrò. In quell’inchiesta è indagata anche l’ex assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia; per l’accusa l’associazione avrebbe inquinato le elezioni comunali di Grumo Appula del 2020, le Regionali dello stesso anno e le amministrative di Triggiano del 2021. A Lella, in quel filone investigativo, è contestato anche un episodio di corruzione per aver chiesto soldi a un imprenditore – in qualità di assessore – per un incarico.

Incontro con il fratello del boss, lo sfogo di Decaro dopo le parole del pentito: “Viene voglia di lasciare la politica”

“Non sono tranquillo. Perché questo è un incubo. Sì, un incubo che sto vivendo di nuovo. Non sono e non sarò tranquillo finché queste accuse mi continueranno a sporcare come persona e come uomo politico. La politica, ecco. In certi momenti mi viene voglia di abbandonarla. Per tornare a fare l’ingegnere dell’Anas. Forse è l’unico modo per far sì che smettano di calunniarmi”.

Questo è lo sfogo social dell’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, dopo le dichiarazioni rese ieri in Aula dal collaboratore di giustizia Nicola De Santis su un presunto incontro tra lo stesso Decaro e Massimo Parisi, fratello del boss Savinuccio di Japigia.

“Un signore che non conosco dice che in un’epoca imprecisata, 14 o 16 anni fa incontrai il fratello del boss della famiglia Parisi. Nella mia città, davanti a tutti. La cosa è così assurda che dovrebbe lasciarmi tranquillo. Invece no. Non sono tranquillo. Non sono tranquillo per niente – si legge nel post -. Perché stiamo parlando di una questione già archiviata dalla magistratura che all’improvviso rispunta fuori per l’ennesima volta. A questo punto io mi chiedo: cos’altro devo fare ancora per allontanare da me la sporcizia di queste calunnie? Cosa devo fare ancora per non vedere il mio nome accostato alla mafia? Devo ricordare un’altra volta che quelle persone che si dice io abbia incontrato le ho denunciate, io stesso? Devo dire un’altra volta che contro queste persone ho chiesto e ottenuto che il Comune di cui ero sindaco, si costituisse parte civile? Devo ricordare che sono sotto scorta da anni? In tanti mi dicono: ‘stai tranquillo’. E invece no”.

Truffa delle orecchiette, il Sindaco: “Regole a difesa delle tradizioni”. Blitz a casa di nonna Tina

Il primo cittadino è stato chiaro ai microfoni di Quinto Potere: la tradizione e l’aspetto folcloristico vanno assolutamente conservati, ma il sistema va regolarizzato a tutela dell’immagine di Bari. E noi, dopo il breve inseguimento e l’intervista tra i vicoli della città vecchia, ci siamo fermati a casa di nonna Tina, lì dove le orecchiette sono ancora fatte a mano. 

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Sindaco di Bari su emergenza abitativa: “Un dramma. Più ascolto e nuovo sistema per le assegnazioni”

Come annunciato vi mostriamo l’intervista concessa ai nostri microfoni dal sindaco di Bari, Vito Leccese. Il primo cittadino ci ha accolto a Palazzo di Città per affrontare l’argomento delicato dell’emergenza abitativa: “Ho deciso di rivedere tutto, il sistema parte da una delibera di 15 anni fa, oggi va attualizzata. La richiesta è esplosa, dobbiamo rivedere il provvedimento e dare delle risposte”.

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L’odissea del sindaco di Giovinazzo: “Mi hanno rubano l’auto e hanno tentato furto in casa mia. State attenti”

“Cari amici buongiorno. Mi scuso se in questi ultimi giorni ho perso qualche chiamata, ho vissuto giornate difficili. Ho subito il furto della mia auto – ritrovata poi del tutto cannibalizzata – e nella stessa serata un tentato furto nel nostro piccolo condominio ad opere di ignoti che hanno ispezionato le porte dei nostri appartamenti facendosi aprire il portone con la scusa di essere corrieri e di dover lasciare l’olio a Sollecito. I malviventi sono fuggiti grazie alla prontezza di spirito del mio vicino che è davvero in gamba. È capitato a noi e può capitare ad altri: diffidate da questo corrieri che con la scusa della consegna dell’olio inducono le persone a scendere al piano terra lasciando incustoditi gli appartamenti”. Inizia così il racconto social del sindaco di Giovinazzo, Michele Sollecito.

“Abbiamo già segnalato tutto alle forze dell’ordine e invito tutti a fare altrettanto quando vediamo qualcosa di anomalo. I ladri d’auto agiscono in orari ormai ordinari e indossano il cappuccio, non esitiamo a contattare subito polizia locale e carabinieri. Spesso ci lamentiamo sui social di questi fenomeni, non ho visto alcun commento, invece, quando appena due mesi fa sono stati arrestati diversi componenti di alcune bande di furti d’auto: lo scrivo perché tutti possiamo rinnovare la nostra fiducia nello Stato, negli inquirenti e nelle forze dell’ordine”, aggiunge il primo cittadino.

Omicidio Sarah Scazzi, via Avetrana dal titolo. Il Sindaco: “Rimozione da ogni forma di pubblicità già diffusa”

“Riteniamo di aver, quantomeno allo stato, preservato l’immagine della comunità che rappresento, fermo restando che proseguiremo in ogni sede competente, ove necessario, per la tutela dei diritti dei miei concittadini. Faremo in modo che il nome Avetrana venga rimosso da ogni forma di pubblicità, già diffusa, dell’evento cinematografico in questione, perché Avetrana non si può e non si deve identificare solo con il terribile fatto di cronaca”. Lo comunica il sindaco Antonio Iazzi dopo aver appreso che il titolo della serie sull’omicidio di Sarah Scazzi sarà ‘Qui non è Hollywood’ e quindi non più ‘Avetrana-Qui non è Hollywood’.

Il sindaco Antonio Iazzi precisa in una nota “di aver appreso, da un comunicato ufficiale riportato da ANSA, che la Disney Plus e la casa produttrice hanno dato piena esecuzione al provvedimento cautelare del Tribunale di Taranto, così riconoscendo la fondatezza della domanda cautelare proposta dal Comune di Avetrana, nonché del conseguente provvedimento del giudice, dapprima sospendendo l’originaria messa in onda della serie Tv e, successivamente, riprogrammando la messa in onda della medesima serie solo col il nome ‘Qui non è Hollywood’, eliminando dal titolo il nome della cittadina Avetrana”. “Credo – evidenzia – si tratti di un caso unico in Italia. Tutte le notizie diffuse in ordine a casi analoghi non appaiono, invero, assolutamente paragonabili a quella oggetto del contenzioso pendente per i tratti peculiari che lo contraddistinguono”.

“In questo periodo – evidenzia il sindaco – si è diffuso sul web un l’hashtag ‘#IOSonoAvetrana…non solo un nome’; genera una forte emozione sentire il senso di appartenenza della mia gente, per la difesa dell’immagine del territorio e della dignità della comunità”. “Un sincero ringraziamento – conclude – al pool difensivo: professor avvocato Fabio Saponaro, avvocato Stefano Bardaro e professor avvocato Luca Bardaro per la professionalità, la dedizione e la passione con la quale stanno affrontando tale disputa”.