Corruzione in Puglia, il sistema Lerario nelle intercettazioni: “Dotto’ chiss so’ 10 e 25 l’alda volt non farti sgamare”

Emergono nuovi dettagli sull’inchiesta di corruzione per ottenere appalti della Regione Puglia che ieri ha portato all’arresto del funzionario regionale Antonio Mercurio, braccio destro dell’ex capo della Protezione Civile Mario Lerario, e dell’imprenditore di Giovinazzo, Antonio Illuzzi.

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Corruzione in Puglia e sistema Lerario, tangenti per appalti Covid: indagini chiuse per l’imprenditore Mottola

La Procura di Bari ha fatto notificare un avviso di conclusione delle indagini preliminari all’imprenditore di Noci, Donato Mottola, accusato di corruzione per una presunta tangente da 20mila euro consegnata all’ex dirigente della protezione civile regionale Antonio Mario Lerario.

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Corruzione in Puglia, il processo sul sistema Lerario ripartirà da zero: Regione si costituisce parte civile

Il processo per corruzione in cui è coinvolto l’ex capo della Protezione civile, Mario Lerario, dovrà ripartire da zero. A stabilirlo la Prima sezione collegiale del Tribunale di Bari che ha accolto l’eccezione formulata dai legali di Donato Mottola, l’imprenditore di Noci arrestato insieme a Lerario per una delle due tangenti pagate in cambio di appalti secondo quanto sostenuto dalla Procura.

Il Tribunale ha restituito gli atti alla Procura perché dall’arresto alla richiesta di giudizio immediato è cambiata la contestazione, da corruzione impropria a corruzione propria. Secondo i legali è stato così leso il diritto di difesa con Mottola che non ha potuto rispondere della nuova contestazione.

Il Tribunale ha rimandato gli atti al pm che ora dovrà notificare l’avviso di conclusione delle indagini e chiedere poi il rinvio a giudizio con le procedure ordinarie. Una vicenda in cui sono coinvolti anche Lerario e l’altro imprenditore Luca Leccese, che avevano optato per il rito abbreviato fissato all’8 luglio davanti al gup Marco Galesi.

“La vicenda ingenera un grave calo di fiducia e una perdita di prestigio dell’istituzione pubblica dinanzi ai cittadini che assistono a un tale sperpero di risorse pubbliche”, si legge nell’atto di costituzione come parte civile della Regione Puglia depositato nella prima udienza del processo nei confronti dell’imprenditore di Noci.

La Regione si è costituita parte civile prima però che il Tribunale dichiarasse la nullità del decreto di giudizio immediato. L’atto dovrà essere riproposto quanto nei prossimi mesi si tornerà davanti ad un giudice. La Regione Puglia ritiene di aver ha subito un danno patrimoniale di quasi 5 milioni di euro euro, pari all’importo delle gare d’appalto ritenute “alterate e illegittimamente affidate” in un “mercimonio dell’ufficio pubblico, sfruttato ai fini privati”.