Far west piazza Moro, spaccio e degrado sotto casa del viceministro Sisto: “Non cambierà mai niente”

Torniamo ad occuparci del far west in piazza Moro. Vi mostriamo la foto del più facinoroso dei tre che hanno aggredito la nostra troupe qualche giorno fa. Si tratta di un assiduo consumatore di eroina, ancora a piede libero, mentre l’amico sicuramente è un pusher. Spaccia in piazza Moro con l’evidente copertura locale.

Non smetteremo di tornare in piazza Moro e a casa nostra, non ci rassegniamo e difenderemo questa zona con tutte le nostre forze. Il paradosso è che il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, abita proprio qui.

Far West piazza Moro, spaccio con le buste dei cassonetti. Oscar del coraggio al netturbino: un eroe

Come viene confezionata e spacciata la droga nel Far West di piazza Moro? Semplice, strappando le buste dei cassonetti posizionati in zona. Al nome di tutta la città di Bari, abbiamo consegnato l’oscar al netturbino Agostino. Un eroe chiamato quotidianamente a scendere in campo nel Far West di piazza Moro. 

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Spaccio h24 nel centro storico di Noicattaro, droga calata dai balconi: 8 arresti nei clan Misceo e Annoscia – NOMI

La Guardia di finanza di Bari ha notificato 8 misure cautelari a persone accusate di traffico e detenzione di stupefacenti. Alcuni dei destinatari del provvedimento sono già in carcere per altri reati.

In carcere sono finiti Giacomo De Gennaro, Eugenio Damiano Giuliani, Davide De Marco, Emilio Moretti. Ai domiciliari Cleto Caprioli, Gaetano Colaianni, Tommaso Ruggiero, Costantino Lavermicocca.

Gli arrestati sono stati sottoposti a interrogatorio preventivo e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Per altri due indagati è stata rigettata la richiesta di misura cautelare.

Gli arresti odierni rientrano nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Bari in cui lo scorso 1 aprile complessivamente 22 persone, ritenute appartenenti ai clan Misceo e Annoscia di Noicattaro (Bari), furono arrestate con le accuse a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e tentato omicidio, tutti delitti aggravati dall’agevolazione mafiosa.

Le indagini hanno consentito di ricostruire l’attività di spaccio, strutturata in veri e propri ‘punti vendita’ attivi h24 nel centro storico di Noicattaro. La droga veniva consegnata attraverso cestini calati dai balconi o a domicilio nelle case degli acquirenti.

Gli indagati, per riferirsi agli stupefacenti, usavano nomi in codice come “bob”, “limoni”, “giubbotto Versace o filo spinato”, o anche “il Papa che arriva da Roma” per indicare un nuovo carico.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati cinque chili di cocaina, 16 di hashish, 21 di marijuana, una pistola e 22 proiettili. Sette corrieri della droga sono stati arrestati in flagranza e sono stati individuati cinque depositi della droga, le “cupe”.

Spaccio h24 nel centro storico di Noicattaro, droga calata dai balconi. Colpo ai clan Misceo e Annoscia: 8 arresti

La Guardia di finanza di Bari ha notificato otto misure cautelari a persone accusate di traffico e detenzione di stupefacenti. Alcuni dei destinatari del provvedimento sono già in carcere per altri reati.

Gli arrestati sono stati sottoposti a interrogatorio preventivo e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Per altri due indagati è stata rigettata la richiesta di misura cautelare.

Gli arresti odierni rientrano nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Bari in cui lo scorso 1 aprile complessivamente 22 persone, ritenute appartenenti ai clan Misceo e Annoscia di Noicattaro (Bari), furono arrestate con le accuse a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e tentato omicidio, tutti delitti aggravati dall’agevolazione mafiosa.

Le indagini hanno consentito di ricostruire l’attività di spaccio, strutturata in veri e propri ‘punti vendita’ attivi h24 nel centro storico di Noicattaro. La droga veniva consegnata attraverso cestini calati dai balconi o a domicilio nelle case degli acquirenti.

Gli indagati, per riferirsi agli stupefacenti, usavano nomi in codice come “bob”, “limoni”, “giubbotto Versace o filo spinato”, o anche “il Papa che arriva da Roma” per indicare un nuovo carico.

Nel corso delle indagini sono stati sequestrati cinque chili di cocaina, 16 di hashish, 21 di marijuana, una pistola e 22 proiettili. Sette corrieri della droga sono stati arrestati in flagranza e sono stati individuati cinque depositi della droga, le “cupe”.

Spaccia eroina nella sua cartolibreria affollata da genitori e bimbi: arrestato titolare 60enne

Spacciava droga, soprattutto eroina, nella stessa cartolibreria di cui era titolare e in cui entravano spesso genitori accompagnati dai bambini.

Lo ha scoperto la Guardia di finanza che a Gallipoli ha arrestato un 60enne di Galatina. Nel corso delle perquisizioni, eseguite con l’ausilio delle unità cinofile, sia nell’abitazione sia nell’attività commerciale dell’uomo, i finanzieri hanno trovato 20 dosi di eroina, tre bilancini di precisione e vario materiale per il confezionamento della droga.

Il 60enne, con precedenti specifici per lo stesso reato, è stato sottoposto agli arresti domiciliari con l’accusa di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti.

Bari e Turi, duro colpo a clan vicini ai Parisi e agli Strisciuglio: 31 arresti. Tra loro il fratello di Savinuccio – I NOMI

Facevano capo a Davide Monti, detenuto a Trapani e ritenuto elemento di spicco del clan Strisciuglio di Bari, e a Michele Parisi (fratello del boss ‘Savinuccio’ del quartiere Japigia di Bari, ai domiciliari per motivi di salute) le due associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti che si contendevano le piazze di spaccio di Turi e i cui vertici e membri, oggi, sono stati raggiunti da 37 misure cautelari eseguite dai carabinieri e richieste dalla Dda.

In 15 sono finiti in carcere (tra cui Davide Monti e Michele Parisi), in 16 ai domiciliari e sei sono invece destinatari di obbligo di dimora.  Gli indagati, a cui sono contestati 146 capi d’imputazione, sono in totale 52, tra cui un cittadino cubano, due colombiani, tre marocchini, un bulgaro e un albanese.

Nel corso delle indagini è stata rilevata “l’invasione dei clan della città nell’area metropolitana”, come ha sottolineato il procuratore di Bari Roberto Rossi, e anche il “problema enorme” dell’utilizzo dei cellulari in carcere. Un’indagine nata “occasionalmente”, ha evidenziato il procuratore aggiunto e coordinatore della Dda, Francesco Giannella, “dagli incendi di autovetture avvenute a Turi” nell’ottobre 2021 “e che hanno insospettito i carabinieri su chi potesse essere il reale obiettivo degli incendi”.

Come poi ricostruito dalle indagini coordinate dalla pm Silvia Curione, gli incendi sarebbero stati opera del clan Strisciuglio per convincere le persone legate ai Parisi ad andare via da Turi.

Ma per la Dda anche il gestore di un b&b di Conversano (Bari), Francesco Giordano, finito in carcere, avrebbe avuto il ruolo di organizzatore dell’associazione capeggiata da Monti: nella sua struttura, infatti, sarebbe stata nascosta la droga (cocaina, hashish, marijuana) e sarebbero state confezionate le dosi. “Il bed and breakfast era una centrale blindatissima – ha sottolineato Curione – che i carabinieri sono riusciti ad ambientalizzare (quindi a piazzare dispositivi per le intercettazioni ambientali, ndr) grazie al loro instancabile lavoro”.

Ecco i nomi riportati da La Gazzetta del Mezzogiorno. In carcere: Michele Parisi, Eugenio Damiano Giuliani, Benito Paradiso, Morena Guarnieri, Gianni Orlando, Zaccaria Taimour, Giacomo Cirilli, Davide Monti, Francesco Giordano, Vito Giuseppe Laera, Angelo Cascella, Jefferson Steven Jurado Velasco, Vito Masella, Banko Slatkov Ivanov, Agostino Dispoto. Agli arresti domiciliari: Gaetano Verdoni, Filomena Palazzo, Santino Annino, Francesco Napoletano, Michele Pellicoro, Michele Terrevoli, Luca Castellano, Gianvito Pedone, Reda Semmah, Hamza Bouiali, Antonello Marchionna, Pasquale Di Bello, Ignazio Calabrese, Domenico Giordano, Costel Razvan Mihalache, Anna Poli.

Spaccio in un appartamento a Foggia, sulla porta un cartello: “Aperti H24. Non disturbare pericolo di morte”

Un cartello sulla porta di ingresso di un’abitazione in via Crispi, nel cuore di Foggia, annunciava l’apertura h 24 della casa, divenuta punto di riferimento per lo spaccio.

Era affisso anche un cartello, con la richiesta di non disturbare per “pericolo di morte”. A scoprirla sono stati i carabinieri che, facendo irruzione all’interno dello stabile, hanno arrestato in flagranza tre giovani (un 30enne in carcere, un 20enne e un 23enne ai domiciliari) accusati di gestire lo spaccio delle sostanze stupefacenti. Nel corso dell’operazione sono stati identificati anche sei assuntori in quel momento presenti.

All’abitazione i carabinieri sono giunti anche grazie alle numerose segnalazioni dei cittadini che riferivano che quel luogo “era ormai divenuto punto di ritrovo di numerosi tossicodipendenti, che vi accedevano a qualsiasi ora del giorno perché gli spacciatori erano sempre presenti, organizzandosi in turni”.

L’abitazione era fornita anche di un sistema di videosorveglianza composto da otto telecamere che riprendevano l’intero perimetro, permettendo alle persone di guardia di verificare l’identità degli avventori prima del loro ingresso.

Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati circa 60 grammi di marijuana, 140 grammi di hashish e sei grammi di cocaina, il tutto suddiviso in dosi pronte per la vendita. Sono inoltre stati sequestrati circa 700 euro in contanti, recuperati sul tetto dell’abitazione limitrofa dopo essere stati lanciati al momento dell’ingresso dei militari. E’ stato inoltre scoperto materiale di confezionamento, bilancini di precisione, due pistole giocattolo, un teaser e un passamontagna. L’intero immobile è stato sequestrato.

Grata in ferro nell’appartamento per spacciare droga: arrestato 25enne a Taranto

La polizia ha arrestato un 25enne di Taranto accusato di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il giovane, già noto alle forze dell’ordine, cedeva le dosi di droga direttamente dal suo appartamento attraverso una massiccia grata in ferro, messa a protezione dell’uscio che rendeva di fatto inaccessibile l’ingresso.

Dalle indagini è emerso che il sospettato sin dalle prime ore del mattino preparava il quantitativo da smerciare per poi nascondere il tutto all’interno del vano scala adiacente alla sua abitazione in modo tale che un’eventuale ritrovamento di droga non sarebbe stato a lui addebitato.

Dopo una fase di osservazione, il 25enne è stato rintracciato in una via limitrofa mentre tornava a casa. I poliziotti hanno recuperato nel suo borsello circa 700 euro in banconote di vario taglio, un cellulare e le chiavi della sua abitazione.

Durante la perquisizione domiciliare sono stati trovati materiali per il confezionamento della sostanza stupefacente, un barattolo di vetro con evidenti tracce di hashish e un foglio manoscritto presumibilmente riconducibile alla sua attività illecita.

Il controllo è stato esteso al vano scale dove sono stati recuperate 30 cartucce calibro 22 e alcuni involucri di cellophane contenti 55 grammi di cocaina divisa in dosi e circa 80 grammi di hashish.

Spaccio di droga nei locali a Brindisi, 4 arresti. Dosi nascoste in edifici e nella carrozzeria di auto parcheggiate

Avrebbero spacciato droga all’interno e in prossimità dei locali più frequentati del centro storico di Brindisi quattro persone che sono state arrestate dalla squadra mobile sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Brindisi, su richiesta della procura.

I quattro, di età compresa tra i 41 e 52 anni, si trovano ora ai domiciliari con le accuse di detenzione ai fini di spaccio e spaccio in concorso e continuato.

Per le indagini i poliziotti hanno utilizzato numerose telecamere posizionate in centro città, e intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine, i quattro indagati (di cui due già con precedenti specifici) sarebbero diventati un punto di riferimento per decine di avventori dei locali, ai quali avrebbero venduto dosi di cocaina e hashish nascoste in anfratti di edifici e nella carrozzeria delle auto parcheggiate.

I nascondigli erano usati per evitare di essere scoperti durante i controlli delle forze dell’ordine.