Ragazzini suonano al citofono per scherzo e lui li minaccia con una pistola: dirigente comunale a processo

Antonio Baglivo, 60enne dipendente del Comune di Specchia, è finito a processo per aver minacciato di morte un ragazzino di 12 anni con una pistola. Lo scorso 31 agosto il minorenne, insieme ad altri coetanei, aveva suonato ripetutamente al suo campanello di casa.

Secondo quanto accertato dalle indagini e ricostruito dai carabinieri, l’uomo sarebbe sceso in strada raggiungendo il gruppetto in una piazza vicina e si sarebbe rivolto al ragazzino 12enne, ritenuto colpevole del fatto, mostrandogli una pistola e intimandogli un eventuale utilizzo se fosse accaduto un’altra volta.

Colpito da un forte stato d’ansia, il ragazzino è stato costretto a ricorrere alle cure della Guardia Medica dopo aver raccontato l’accaduto alla madre. Da qui la denuncia ai carabinieri e l’avvio delle indagini.

Al termine delle indagini preliminari il dirigente comunale è stato così raggiunto da un decreto di giudizio immediato fissato per il prossimo 10 aprile. Nel corso della perquisizione domiciliare l’arma usata non è stata mai ritrovata.

LA NOTA DEL LEGALE – Come difensore di fiducia di Baglivo Antonio, segnalo che le testate giornalistiche e televisive che leggono hanno riportato oggi 5.2.25 notizie non vere e comunque fuorvianti sul conto di Baglivo Antonio nella sua qualità di imputato in un processo penale da celebrarsi innanzi al Tribunale Penale di Lecce. Si legge negli articoli di ogni testata giornalistica indicata e si è ascoltato su Telegiornale TeleRama (tutte circostanze nella disponibilità di Baglivo Antonio) che in relazione ad un processo penale non ancora iniziato, quindi ancora allo stato di notifica del decreto di citazione a giudizio alle parti, il mio assistito avrebbe fatto uso di UNA PISTOLA come strumento di minaccia verso un minore. NESSUNA PISTOLA ha o ha mai usato il mio assistito, né si legge in tal senso nell’imputazione. Il contenuto degli articoli o del servizio non corrisponde alla verità come riportata negli atti del processo ed espongono il mio assistito (che si difenderà con tutti i mezzi idonei) a grave pregiudizio pubblico, come persona fisica e come Funzionario pubblico. Anche alla luce della circostanza, di pubblico dominio, che l’amministrazione di Specchia ha denunciato alla Prefettura la presenza e l’azione su tutto il territorio comunale di baby gang. Vi invito pertanto a voler emendare quanto lamentato.

Frontale moto-auto a Specchia, muore Aldo Gjoka: 44enne albanese alla guida sotto l’effetto di alcol e cocaina

Rezeat Turku, il 44enne alla guida della Jaguar che lo scorso 7 settembre si è scontrata frontalmente sulla litoranea adriatica salentina, all’altezza di Torre Specchia, con la moto guidata dal connazionale Aldo Gjoka, era in condizioni psicofisiche alterate a causa dell’assunzione di cocaina, alcol e cannabis. L’uomo è ricoverato in ospedale ma è in stato di arresto con l’accusa di omicidio stradale aggravato, appena si riprenderà verrà interrogato per la convalida dell’arresto. Gli esiti degli esami tossicologici e alcolemici a cui è stato sottoposto però non lasciano dubbi. Secondo quanto ricostruito, il 44enne avrebbe invaso la corsia opposta sfrecciando a 120 km/h (ben oltre il limite consentito di 50), travolgendo il 29enne, sbalzato poi sull’asfalto. La moto ha preso fuoco, mentre Aldo è deceduto a causa delle gravi ferite riportate.