Bari, 12 messaggi vocali con minacce in 48 ore. Ex marito denunciato per estorsione e stalking: assolto

Era finito a processo per stalking e tentata estorsione, accusato di aver inviato alla ex moglie 12 messaggi vocali nel giro di due giorni in cui minacciava «mali fisici e la morte a lei e al suo compagno», il tutto «per costringerla a corrispondergli la metà del denaro ottenuto» da lei in eredità, come si legge nel capo d’imputazione.

Fatti che avrebbero causato nella donna «uno stato di ansia e paura» e «fondati timori per la propria incolumità e quella dei suoi cari». Per questo motivo la donna lo denunciò e l’uomo, uno chef barese di 44 anni, fu sottoposto a divieto di dimora nel comune di Cellamare, finendo a giudizio immediato.

L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe De Luca dello studio Spadaro, è stato recentemente assolto in abbreviato «perché il fatto non sussiste”: il gup di Bari Nicola Bonante ha infatti rilevato come, nella denuncia, ci sarebbero stati solo i messaggi che lo chef avrebbe inviato alla donna, e non le conversazioni intere.

I messaggi che la ex moglie avrebbe inviato all’imputato, infatti, avevano un tono «eloquentemente aggressivo e privo di qualsivoglia carica emotiva che possa far trasparire timore, terrore o soggezione» nella donna.

Il giudice ha anche notato, nelle motivazioni, come la versione della donna fosse «parziale», attraverso «l’estrapolazione e la produzione di un numero limitato e incompleto dei messaggi che componevano la chat». Chat dai «toni certamente accesi e sgradevoli», ma non tali da integrare gli estremi per lo stalking e la tentata estorsione. L’assoluzione ha fatto cadere il divieto di dimora a carico del 44enne.

Bari, nel 2024 circa 800 casi stalking e violenze. Il report della Questura: “Le donne tendono a denunciare di più”

“Negli ultimi anni registriamo una crescita dei casi di violenza, lieve ma costante. Nel 2024 contiamo quasi 800 casi tra maltrattamenti, stalking e violenza sessuale. Nel 2024 la questura di Bari ha prodotto il 65% in più di ammonimenti rispetto all’anno precedente, a testimoniare il fatto che si presentano maggiori casi di violenza, ma anche che le donne tendono a denunciare di più”.

Così Vittorio Di Lalla, dirigente della sezione anticrimine della questura di Bari, nel corso dell’incontro con la stampa organizzato dalla questura di Bari per la campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere ‘Questo non è amore’.

“Grande attenzione – ha aggiunto Di Lalla – è riservata anche al profilo del maltrattante, che nel processo di ammonimento viene accompagnato in un iter di recupero e risocializzazione in appositi centri con medici e psicologi. All’esito dell’iter si verifica se il maltrattante è stato in grado di metabolizzare l’atto di violenza e superarlo”.

La polizia evidenzia che l’iniziativa “intende accompagnare le vittime di violenza di genere in ogni fase del difficile percorso, mediante un impegno ‘orientato’ da parte delle forze dell’ordine, atto ad assicurare un contributo qualificato e mirato all’affermazione di una cultura fondata sulla parità di genere”.

“Informare, garantire la centralità della vittima, ascoltare e proteggere – prosegue – farsi carico, fare rete – quali aspetti qualificanti dell’intervento di polizia – diventano assi strutturali di un intervento che non può essere circoscritto all’attività negli uffici di polizia”.

Lancio di uova e candeggina contro 91enne e 87enne nello stesso palazzo: 81enne condannata per stalking

Una donna di 81 è stata condannata a 8 mesi dal tribunale di Foggia per stalking nei confronti di una coppia di anziani che vive al piano sottostante. L’episodio a Manfredonia.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’81enne avrebbe tenuto un comportamento vessatorio e molesto nei confronti del 91enne e della 87enne che vivono al piano inferiore al suo. Diversi gli episodi documentati: lancio di uova e candeggina, lesioni alla caldaia o frasi volgari.

Stalking, calunnia e interruzione di pubblico servizio: ex primario del Pediatrico di Bari a processo

Leonardo Milella, ex direttore della terapia intensiva della cardiochirurgia pediatrica del Giovanni XXIII di Bari, è stato rinviato a giudizio per stalking, calunnia e interruzione di pubblico servizio. La prima udienza è fissata al 3 dicembre 2025. A chiedergli i danni il primario dello stesso reparto, Gabriele Scalzo, e il Policlinico, azienda di cui fa ancora parte il Pediatrico di Bari nonostante il via libera della Regione alla scorporazione. 

Secondo l’accusa nel 2018 Milella “avrebbe posto in essere condotte vessatorie e moleste» nei confronti del personale in servizio nel reparto di cardiochirurgia minacciando e utilizzando toni intimidatori nei confronti anche dei medici. Primo fra tutti il primario Gabriele Scalzo. In più occasioni lo avrebbe aggredito impedendogli di fare accesso alla terapia intensiva e quindi di seguire il decorso post operatorio dei piccoli pazienti operati”. A riportarlo è La Gazzetta del Mezzogiorno.

“Tu non sei nessuno. Questa è casa mia, è la mia terapia intensiva”, alcune delle frasi proferite da Milella nei suoi confronti. Lo avrebbe anche diffamato “riferendo falsamente ai genitori dei pazienti, il cui decorso aveva avuto esito infausto, che le cause del decesso fossero conseguenza della incapacità del cardiochirurgo” e calunniato “accusandolo di gravi fatti di reato prima con una diffida inviata alla direzione generale del Policlinico e poi con un ricorso al Tar”.

Mola, fanno irruzione nel b&b e picchiano le fidanzate: a processo due 20enni. Morsi, calci e minacce nelle relazioni

Due giovani baresi (R.D.), 20enne di Noicattaro, e G.M., 23enne di Triggiano) sono a processo con l’accusa di aver insultato, minacciato e picchiato le rispettive fidanzate. I due si trovano agli arresti domiciliari, per loro è stato disposto il giudizio immediato e la prima udienza è in programma il prossimo 12 dicembre.

A Dell’Aglio viene contestato il reato di stalking ai danni di una 18enne di Mola. Il giovane in un’occasione avrebbe poi dato un morso all’altezza della palpebra della ragazza, mentre in un’altra l’avrebbe presa pugni. Il 6 ottobre scorso poi è entrato in un b&b in cui la 22enne si trovava con amici e l’avrebbe colpita alla testa con una bottiglietta di profumo, prima di scaraventarla a sferra e sferrandole calci. Tutto rincarato da pesanti minacce di morte. A lui sono anche contestati i reati di lesioni e di furto, visto che in una circostanza avrebbe strappato il cellulare dalle mani della ragazza.

Vittima di Martire invece una ragazzina di Rutigliano, che si trovava nello stesso b&b dell’altra ragazza, sua amica e compagne di classe. Il primo episodio risale all’estate del 2023, tutte le aggressioni e minacce sono riconducibili a motivi di gelosia. Dopo averla raggiunta a Gallipoli, l’avrebbe colpita con una testata all’occhio per poi andarsi a schiantare con l’auto in una rotatoria. In un’altra circostanza avrebbe scaraventato la testa sul cruscotto dell’auto circa venti volte, prima di spedirla fuori dalla vettura. Il 6 ottobre poi avrebbe fatto irruzione con Dell’Aglio nel bed and breakfast in cui la 18enne si trovava e le avrebbe puntato alla gola un coltello dalla lama di venti centimetri.

Suicidio Paolillo, nuove querele per stalking lavorativo: “Una lotta contro i tempi della Giustizia”

Torniamo ad occuparci della storia del suicidio di Umberto Paolillo, l’ispettore capo della polizia penitenziaria che nel 2021 si è tolto la vita con la sua pistola di ordinanza, per fare il punto sugli sviluppi giudiziari di questa triste vicenda. Dal punto di vista civile, nella prossima udienza in programma il prossimo 2 febbraio, verrà ascoltato il primo teste ma si cercherà di ascoltare più persone possibili per velocizzare le tappe di questo lungo processo. Resta da capire se i vostri servizi e la nostra inchiesta potrà avere un peso all’interno del dibattimento. Dal punto di vista penale sono state presentate nuove querele per stalking lavorativo.

“Sono innamorato di te”, perseguita e picchia l’ex amante a Bari: condannato a 1 anno e 8 mesi per stalking

Un uomo è stato condannato in primo grado con rito abbreviato a 1 anno e 8 mesi di reclusione per stalking a Bari. Secondo quanto ricostruito dalle indagini ha perseguitato una donna con la quale aveva intrapreso una relazione extraconiugale. Al rifiuto di lei di portare avanti il rapporto, ha iniziato a perseguitarla con messaggi, chiamate, appostamenti (a casa e sul luogo di lavoro) e minacce.

La vittima ha deciso di denunciarlo dopo due anni, i fatti risalgono al periodo tra settembre 2018 e luglio 2020. Nell’ultima occasione l’uomo l’ha picchiata con calci e schiaffi, mettendole le mani al collo e minacciando di ucciderla. “Sono innamorato di te, dobbiamo stare insieme”, le parole proferite alla donna. È stato condannato anche al risarcimento dei danni nei confronti della vittima e dell’associazione Gens Nova.

Omicidio Santa Scorese, Dimauro prosciolto per stalking alla sorella Rosa Maria: impugnata l’assoluzione

La Procura di Bari ha impugnato la sentenza di assoluzione di Giuseppe Dimauro. Il 64enne responsabile dell’omicidio di Santa Santa, la giovane attivista cattolica uccisa a coltellate a Palo del Colle il 15 marzo del 1991, è stato prosciolto dall’accusa di stalking nei confronti della sorella Rosa Maria perché ritenuto incapace di intendere e volere nonostante il percorso riabilitativo.

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“Questo bimbo non deve nascere, tu sei morta”: indagato per stalking l’ex consigliere pugliese Morgante

La Procura di Bari ha emesso un avviso di fine indagine nei confronti del vicepresidente nazionale di Noi Moderati ed ex consigliere regionale pugliese, Luigi Morgante, accusato di atti persecutori con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di una donna a cui era legato da una relazione sentimentale. L’atto solitamente prelude a una richiesta di rinvio a giudizio.

Secondo l’accusa, Morgante avrebbe minacciato e molestato la donna dopo che questa gli aveva comunicato di essere incinta, provocandole un perdurante stato di ansia e di paura. A luglio del 2023, l’avrebbe offesa, minacciata e aggredita tirandole i capelli e colpendola con un bastone alle gambe. Nei mesi successivi e fino al novembre 2023 – secondo quanto scritto nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dalla pm Silvia Curione – Morgante, in diverse circostanze, l’avrebbe in un’occasione schiaffeggiata, in un’altra le avrebbe messo le mani intorno alla gola e, dopo averla spinta sul divano, avrebbe cercato di soffocarla. In base a quanto emerso dalle indagini, Morgante avrebbe minacciato la donna con l’intento di farla abortire dicendole: “Questo bambino non deve nascere, tu sei morta”.