Strage di via D’Amelio, Bari ricorda Borsellino e gli agenti della scorta. Emiliano: “Persone straordinarie”

Questa mattina, nell’Aula Magna della Corte di Appello di Bari, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha preso parte alla cerimonia di commemorazione del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli, vittime della strage mafiosa di via D’Amelio, a Palermo.

“Il 19 luglio del 1992 – ha dichiarato Emiliano – è una data indimenticabile. Era domenica, ero al mare e avevo mio figlio sulle spalle. Mia cognata mi venne incontro e mi disse solo queste parole: “Michele… Borsellino”. Ed io capii che avevamo perso anche lui. In questa giornata, le parole si moltiplicano e io non vorrei aggiungerne ancora. So solo che da tanti anni, persino da prima della strage di via D’Amelio, viviamo la malinconia delle occasioni perdute e di persone straordinarie che abbiamo perso e che sarebbero state utili all’Italia anche oggi. E quindi ricordiamo così anche Paolo Borsellino e tutti i suoi angeli custodi”.

Strage dei treni tra Andria e Corato, 8 anni fa la tragedia. Emiliano: “Giustizia imperfetta e brucia”

“La giustizia è una cosa imperfetta, sbaglia continuamente. E sbaglia alle volte a danno di persone innocenti. Ma è l’unica che abbiamo”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine della cerimonia organizzata ad Andria per ricordare le 23 vittime dell’incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio 2016 sul binario unico tra Corato e Andria, in cui rimasero anche ferite 51 persone.

Nel processo di primo grado sull’incidente, nel 2023, sono stati condannanti il capostazione di Andria Vito Piccarreta e il macchinista del treno partito da Andria e diretto a Corato, Nicola Lorizzo, mentre sono stati assolti 14 altri imputati ed è stata esclusa la responsabilità civile di Ferrotramviaria imputata per illecito amministrativo.

“Alle volte si si sbaglia non riuscendo a raccogliere elementi di prova sufficienti nei confronti di persone che forse sono responsabili – ha continuato Emiliano – i magistrati sono uomini come tutti gli altri quindi, inevitabilmente, sbagliano al punto che noi abbiamo norme anche per la correzione degli errori e si può persino pensare alla revisione di una sentenza di condanna se ci sono nuovi elementi che dimostrano un’innocenza”.

La giustizia, ha proseguito, “resta una cosa imperfetta ed è un’imperfezione che brucia in modo particolare perché ciascuno di noi si aspetterebbe un risarcimento di giustizia che spesso può mancare”. “In fatti gravissimi spesso le sentenze dei giudici non hanno soddisfatto chi ha sulla propria carne il segno del dolore”, ha proseguito il governatore evidenziando che “questa giornata nessuno può dimenticarla”.

Schianto tra due furgoni e carambola su un’auto: muore 25enne nel Tarantino. Tre feriti uno è grave

È di un morto e tre feriti il bilancio di un incidente stradale avvenuto nel pomeriggio di oggi su un tratto della provinciale che collega Fragagnano a Monteparano, nel Tarantino. La vittima è un uomo di 25 anni originario di Taranto, tra i passeggeri di uno dei due furgoni coinvolti nello scontro. Secondo quanto si apprende, i mezzi si sarebbero scontrati all’altezza di una rotatoria forse a causa di un segnale di precedenza non rispettato.

Dopo l’impatto, il furgone con a bordo il 25enne sarebbe finito contro un’auto parcheggiata su strada: l’uomo è morto sul colpo. Dei feriti, tutti soccorsi dal personale del 118 e trasportati all’ospedale SS. Annunziata di Taranto, uno è stato classificato come codice rosso, gli altri con codici di minore gravità. Sul posto, oltre a due squadre dei vigili del fuoco che hanno estratto i corpi dalle lamiere, sono intervenuti i carabinieri che dovranno riscostruire la dinamica dell’accaduto e stabilire le responsabilità.

Strage dei treni tra Andria e Corato, al via il processo di secondo grado: Procura chiede di ascoltare 38 testimoni

È cominciato questa mattina, in Corte d’appello a Bari, il processo di secondo grado per il disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato. Nello scontro frontale tra due treni che viaggiavano su un binario unico alternato regolato col sistema del blocco telefonico, ritenuto dall’accusa “non sicuro ed obsoleto”, morirono 23 persone e ne rimasero ferite altre 51.

In primo grado, a Trani, il 15 giugno 2023, il tribunale condannò il capostazione di Andria Vito Piccarreta (a 6 anni e 6 mesi) e il macchinista del treno partito da Andria e diretto a Corato, Nicola Lorizzo (7 anni), assolvendo 14 altri imputati ed escludendo anche la responsabilità civile di Ferrotramviaria, imputata per illecito amministrativo. Piccarreta e Lorizzo furono condannati per cooperazione in disastro ferroviario, omicidio e lesioni personali colpose aggravate dalla mancata osservanza delle norme per la sicurezza sul lavoro. Entrambi, in solido con Ferrotramviaria, dovranno risarcire i danni alle parti civili.

Nell’udienza di oggi, la Procura generale ha chiesto alla Corte (presidente Antonio Civita) di ascoltare 38 testimoni, tra cui testi della difesa già ascoltati in primo grado, funzionari di polizia giudiziaria e funzionari della Regione Puglia, oltre a consulenti tecnici di accusa e difesa. Il sostituto pg Marcello Catalano ha anche chiesto l’ammissione di una relazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2017, dichiarata inutilizzabile dal tribunale di Trani, e la disposizione da parte della Corte di una consulenza tecnica d’ufficio che valuti le diverse considerazioni tecniche, avanzate da accusa e difesa nel corso del processo di primo grado, in particolare sull’obsolescenza del sistema di interscambio dei treni. Il sostituto pg ha sottolineato, nel corso dell’udienza, la “gestione rudimentale, basata solo sulla comunicazione telefonica”, del sistema di circolazione dei treni su quella tratta, “demandato in tutto all’uomo” e quindi “fallibile”. Le difese si sono opposte alle richieste dell’accusa. La Corte deciderà sulle richieste istruttorie nella prossima udienza del 12 settembre.

Anziana batte la testa e finisce in ospedale, strage di cadute al mercato: “Un bollettino di guerra”

Piastrelle scivolose e sconnesse, al mercato dell’ex Manifattura Tabacchi ogni giorno è una strage di cadute. Vittime spesso sono le persone più anziane, costrette a fare ricorso al 118 e ritrovarsi in un attimo dal fare la spesa al stare su un’ambulanza o in ospedale. Potremmo scrivere solo di questo ogni giorno. Ci siamo recati sul posto dopo l’ennesima caduta, vittima un’anziana e abbiamo raccolto il disperato appello dei cittadini e dei commercianti.

Strage di Suviana, l’ultimo saluto di San Marzano di San Giuseppe al 73enne Mario Pisani: chiesa gremita

Chiesa gremita a San Marzano di San Giuseppe in provincia di Taranto, dove si sono svolti i funerali di Mario Pisani, di 73 anni, una delle sette vittime della strage della centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana (Bologna). La messa è stata celebrata nella parrocchia San Carlo Borromeo, in piazza Milite ignoto. Lacrime e applausi hanno accolto l’arrivo del feretro. All’esterno della chiesa tre corone di fiori con biglietti di condoglianze di Enel green power, società proprietaria della centrale di Suviana, Enel e Siemens Energy, una delle società appaltatrici. In prima fila i familiari dell’uomo, la moglie Grazia, i tre figli Fabio, Matteo e Valentina con i cinque nipoti, il fratello Antonio, la cognata Pina e gli zii. Poi il sindaco Francesco Leo, con indosso la fascia tricolore. Il 73enne era il più anziano tra le vittime della tragedia.

Una delle domande ricorrenti che hanno animato dopo il drammatico incidente è cosa ci facesse lì alla sua età. Ma Mario Pisani non ricopriva la mansione di operaio, non metteva mani alle tubazioni, era un tecnico di lungo corso e svolgeva – a quanto si è appreso – il ruolo di supervisore, in particolare sulle questioni elettriche, per la sua esperienza in materia impiantistica e gestione di sistemi complessi.

Strage di Suviana, esplosione nella centrale idroelettrica: muore il 73enne pugliese Mario Pisano

L’uomo risiedeva a San Marzano di San Giuseppe dove viveva anche Angelo Cotugno, il 60enne rimasto folgorato ieri sul cantiere della superstrada Taranto-Avetrana. Pisano era molto noto tra i suoi concittadini anche perché aveva guidato diverse associazioni sportive che nel corso degli anni, tra cui il circolo di tennis locale, una società di calcio e altri enti sportivi. Lascia la moglie, due figli adulti e i nipoti.

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