Bari, vanno in diretta Instagram durante la lezione in classe: sospesi due studenti di scuola media

Due studenti di una scuola media barese, situata nel Municipio I, sono stati sospesi per 5 giorni dopo essere andati in diretta Instagram durante un’attività didattica che si stava tenendo nella loro classe. Alcuni genitori hanno assistito alla trasmissione live e hanno denunciato quanto accaduto al personale dei docenti, la sospensione è stata poi decretata da un consiglio di classe.

Bari, studenti in protesta davanti alla Regione: “Trasporti adeguati, più sicurezza e stop all’alternanza lavoro”

Trasporti adeguati a prezzi calmierati, sicurezza, investimenti nell’edilizia, stop all’alternanza scuola-lavoro nelle aziende. A chiederli a gran voce sono gli studenti di università e scuole superiori di Bari che stamattina hanno sfilato fra le vie del centro. Il corteo autorizzato, che ha riunito circa mille ragazzi, è partito alle 10 da piazza Umberto. Dopo aver attraversato via Nicolai, via De Rossi, corso Vittorio Emanuele e il Lungomare, si è fermato davanti alla sede della presidenza della Regione Puglia per esprimere solidarietà agli oltre 100 lavoratori di Baritech a rischio licenziamento. “Vogliamo che l’alternanza scuola lavoro – affermano i giovani aderenti a Osa (Opposizione studentesca alternativa) – non coinvolga più i privati, che pensano solo al profitto, ma che sia interna agli istituti. Il governo ha stanziato 28 miliardi di euro per la guerra ma si dimentica la scuola”. Sul fronte universitario la richiesta delle sigle Link, Uds e Cambiare rotta è di “spazi più adeguati per lo studio, di trasporti a prezzi calmierati che aiutino i pendolari a raggiungere la città e di un confronto con Comune di Bari e Regione Puglia per rendere più accessibili gli alloggi e le stanze destinati ai fuori sede”. “In una città che conta circa 50mila studenti universitari non ci sono servizi sufficienti”, gridano al megafono davanti a Palazzo di città per poi proseguire fino in Regione, scandendo slogan contro il governo e richieste alle istituzioni.

Studenti raccolgono le olive e la professoressa di Scienze non li interroga: “Recuperiamo il legame con la terra”

“Recuperare le tradizioni e il legame con la terra andando a raccogliere le olive con i nonni o con i propri genitori” consente agli alunni del terzo anno del liceo scientifico e linguistico Orazio Tedone di Ruvo di Puglia (Bari) di ottenere in cambio un giorno di clemenza, venendo giustificati dalla prof di Scienze che la mattina dopo non li interrogherà. L’idea è di Valeria Scaringella, 40 anni, di Corato.

“Molti degli studenti sono coratini – spiega la docente – e da noi si sente molto questo legame con la terra, solo che gli adolescenti a volte tendono quasi a vergognarsene. A questa età non lo si apprezza molto, invece vorrei che imparassero a vedere il bello nell’albero di ulivo, in quello che stanno facendo, a lavorare e a sporcarsi le mani nel vero senso della parola. Come alternanza scuola-lavoro sarebbe molto bello da fare, una giornata in campagna lascia molto di più”. E gli studenti, tra i 16 e 17 anni, apprezzano molto l’iniziativa. “Se il giorno prima sei andato a raccogliere le olive, sei certo che nella mia ora non ti interrogo. Li giustifico ma devono dimostrarlo, anche con le unghie sporche – scherza la docente – piuttosto che con le foto. Li giustifico perché per me la tradizione, la cultura, la cura del territorio e la bellezza della nostra terra passano anche da questo”. E poi, precisa l’insegnante, “se il giorno prima ti sei svegliato alle 6 per andare a raccogliere le olive e torni a casa stanco, mettersi a studiare immagino non sia semplicissimo. L’idea “sta funzionando”, aggiunge Scaringella e gli studenti “ci tengono a far vedere che sono effettivamente andati in campagna portando anche la magliettina sporca di terra. I ragazzi hanno spesso bisogno di essere ascoltati e ti raccontano quello che vivono come un evento straordinario. Immagino che anche i loro parenti siano contenti”. L’iniziativa non riguarda solo le olive ma il rapporto con la terra in generale. “A ottobre – sottolinea la prof – sono andati a vendemmiare e poi sono venuti a scuola con un bustone pieno dell’uva che hanno raccolto; altri vogliono portare la bottiglia dell’olio che hanno prodotto loro. E’ il primo anno che sono in questa scuola, sto tastando il territorio, vediamo se l’iniziativa si estenderà”.