Femminicidio a Taurisano, tenta il suicidio in carcere: il 56enne Albano Galati trasferito in isolamento

Albano Galati, il 56enne di Taurisano che si trova in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie Aneta Danielczyk colpendola con 20 coltellate, ha tentato di togliersi la vita in cella. Per questo è stato trasferito in isolamento. L’autopsia effettuata nei giorni scorsi ha accertato che sul corpo della 50enne polacca sono state inflitte 20 coltellate. Solo una è stata fatale, ovvero quella che ha reciso l’arteria del braccio destro. Dall’esame è emerso anche che l’uomo ha utilizzato un taglierino, rinvenuto spezzato in casa, oltre ad un coltello da cucina.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Albano Galati si è recato in un bar del Paese a bere whisky dopo l’omicidio con le mani ancora sporche di sangue, prima di presentarsi in commissariato e confessare quanto fatto. L’uomo, che ha ferito anche la vicina di casa a cui la vittima aveva chiesto aiuto per sfuggire alla furia omicida del marito dal quale si stava separando, ha manifestato in commissariato uno stato di alterazione psicofisica, si è sentito male e ha perso i sensi. Una volta rinvenuto, dopo l’intervento di un’ambulanza, è stato interrogato dai pm ai quali ha detto di non ricordare nulla, neanche perché si trovasse lì in quel momento. Galati era da poco in cura in un Centro di igiene mentale al quale si era rivolto spontaneamente dopo aver perso il lavoro in seguito a problemi di salute per cui aveva dovuto smettere di lavorare. La difesa è pronta a chiedere l’autorizzazione per una perizia psichiatrica e sembra essere decisa sulla pista dell’incapacità di intendere e di volere.

Tragedia sfiorata a Massafra, 50enne tenta di lanciarsi nel vuoto: il salvataggio diventa virale – VIDEO

Sabato 23 marzo una donna di circa 50 anni, in preda alla disperazione, ha tentato di togliersi la vita a Massafra. Provvidenziale l’intervento del Carabiniere e e del Vigile del fuoco che l’hanno raggiunta e bloccata dopo che la donna era salita su una sedia. Anche Salvini ha condiviso le immagini.

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La paura della morte e l’idea del suicidio, Patrizia: “Amore e farmaci. Così combatto la depressione”

Tra tutte le interviste che vi abbiamo proposto finora, quella a Patrizia, è quella che potrebbe essere in assoluto più utile a chi affronta i demoni della depressione e ai loro familiari. La ringraziamo per il coraggio di averci chiamato e per aver vinto l’indecisione. Ascoltate ciò che la depressione può provocare.

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Bari, 20enne tenta il suicidio sulla tangenziale. Il racconto del carabiniere eroe: “Diceva di non lasciarla”

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“A un certo punto non ce la facevamo più, le braccia erano doloranti ma non potevamo mollare la presa, soprattutto perché ha detto ‘non mi lasciare’. È andata bene e lei ora è in salvo. È stato un intervento complicato ma non il primo della mia vita da carabiniere”. Così, il brigadiere Pasquale Rutigliani, in servizio al nucleo Radiomobile dei carabinieri di Bari racconta quanto accaduto ieri nel tardo pomeriggio quando una ragazza di 20 anni ha deciso si farla finita lanciandosi nel vuoto dal ponte della tangenziale che attraversa via Giulio Petroni, a Bari.

“Non ha dato spiegazioni sul perché della sua decisione ma era agitatissima”, racconta il militare. L’intervento, durato complessivamente circa mezz’ora, è iniziato subito dopo una chiamata arrivata alla centrale operativa. “Verso le 19:30 – 19:40 abbiamo avuto una segnalazione che riferiva di una ragazza che camminava sulla tangenziale. Al nostro arrivo l’abbiamo trovata sul cornicione del ponte che minacciava di lanciarsi nel vuoto”, continua il brigadiere. “Non voleva che ci avvicinassimo e a quel punto abbiamo iniziato a dialogare con lei, mantenendo la calma, provando a tranquillizzarla”, continua spiegando che l’obiettivo era “cercare di avvicinarci per poi prenderla”.

“Abbiamo capito che non c’era più tempo da perdere quando, mantenendosi con le mani alla grata in ferro, ha abbandonato il corpo, rimasto a penzoloni nel vuoto – prosegue il carabiniere – abbiamo capito che non c’era più tempo da perdere e siamo intervenuti: io ero sul cornicione e con i colleghi siamo riusciti a bloccarla e a mantenerla da sotto le braccia per almeno 10 minuti, in attesa che arrivassero i vigili del fuoco che con i loro mezzi e con le scale si sono posizionati al di sotto. Siamo riusciti a metterla in sicurezza”. La 20enne è stata condotta al Policlinico di Bari. “Non ci ha spiegato i motivi del suo gesto – conclude il brigadiere – era molto scossa. Spero possa stare bene”.