Monopoli, marijuana dalla California pagata in bitcoin e spacciata tramite Telegram: un arresto

Acquistava sostanze stupefacenti, in particolare marijuana, dalla California e la faceva arrivare fino a Monopoli, in provincia di Bari, pagandola con i bitcoin per poi smistarla sul territorio nazionale organizzando le consegne al dettaglio attraverso canali Telegram.

Il responsabile, residente a Monopoli, è stato arrestato dalla guardia di finanza di Bari in esecuzione di una misura cautelare in carcere disposta dal tribunale per il reato di traffico di sostanze stupefacenti. Contestualmente è stato eseguito il sequestro di circa 80mila euro, derivanti dall’attività illecita, finalizzato a una confisca allargata.

Le indagini hanno permesso di fare luce su un’organizzazione dedita al traffico internazionale di droga. L’indagato aveva infatti individuato un canale di approvvigionamento negli Stati Uniti, che faceva capo a una società della California attiva nel commercio di ricambi per moto. Destinataria dei pacchi con all’interno la droga era invece una persona vicina all’indagato, ma inconsapevole del suo coinvolgimento. L’indirizzo indicato per la consegna era, infatti, falso.

Il corriere contattava il numero telefonico riportato nelle informazioni di tracciamento, accordandosi con l’indagato su un luogo di consegna improvvisato al momento. Le utenze sono risultate intestate a cittadini stranieri non censite all’anagrafe. Una volta ricevuta la merce, questa veniva smistata attraverso corrieri nazionali. L’uomo è stato portato nel cercare di Bari.

Il Silver Button da 100mila su Youtube e i 200mila di TikTok: il 2024 social da record di Quinto Potere

Il 2024 è un anno che difficilmente potremo dimenticare e che ha segnato la conferma a livello locale e nazionale della testata Quinto Potere. È arrivato il tempo anche per noi di fermarci, di tirare le somme e capire in che direzione sta andando il nostro progetto. Oltre al sito www.quintopotere.it, c’è la macchina dei social che ogni giorno abbiamo portato avanti con dedizione e passione, cercando di portare il giornalismo, in ogni sua forma, a tutti. Dai più piccoli ai più grandi, attraverso proprio la funzionalità dei diversi social.

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Propaganda neonazista su Telegram, tra gli arrestati un barese e un brindisino: “Ipotesi attentato alla Meloni”

Sono 25 in totlae gli indagati, di età compresa tra i 19 e i 76 anni, coinvolti nell’inchiesta sull’organizzazione suprematista e neonazista sotto la direzione delle Direzioni distrettuali antiterrorismo delle Procure di Bologna e Napoli, con il coordinamento della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. Eseguite in totale 12 custodie cautelari in carcere e 25 perquisizioni a Bologna, Bari, Brindisi, Lecco, Milano, Monza Brianza, Modena, Palermo, Pesaro Urbino, Pescara, Pordenone, Ravenna, Roma, Teramo, Trieste, Vercelli e Vicenza.

Ecco i nomi dei 12 arrestati: Daniele e Federico Trevisani, 37 e 33 anni, di San Benedetto in Val di Sambro, Andrea Ziosi, 37 anni, di Bologna, Salvatore Nicotra, 45 anni, di Granarolo Emilia e Alessandro Giuliano, 51 anni, di Galliera,  Luca Porta, 50 anni di Rho (Milano), Simone Sperotto, 19 anni, di Thiene (Vicenza), Valerio Tellenio, 22 anni, di Fano (Pesaro), Pierluigi Cilano, 26 anni, di Palermo, Diego Cavallucci, 44 anni, di Pescara, Davide Armenise, 36 anni, di Bari, Giuseppe (Joe) Fallisi 76 anni, tenore di Ostuni (Brindisi). Nel corso delle perquisizioni, a carico dei 25 indagati, sono stati sequestrati non solo cimeli, bandiere e materiale con simboli nazisti o neofascisti, ma anche armi da taglio e armi da sparo.

L’organizzazione, si legge in una nota diffusa dalla Questura bolognese, era attiva “anche in rete sulla piattaforma Telegram ‘Werwolf Division'”. L’accusa è quella di “avere, a vario titolo, promosso, organizzato e preso parte all’associazione ‘Werwolf division’, successivamente rinominata ‘Divisione Nuova alba’”, che “seguendo ideali suprematisti e neonazisti, nella loro espressione più estrema dell’accelerazionismo, e basandosi anche sulla negazione e sull’apologia della Shoah, mirava a sovvertire l’attuale ordinamento per instaurare uno Stato etico ed autoritario incentrato sulla ‘razza ariana’, anche con il progetto di azioni violente nei confronti di alte cariche delle istituzioni”.

Il gruppo neonazista svolgeva la propria attività di propaganda e reclutamento di “nuovi uomini e donne pronti alla rivoluzione” sia attraverso gruppi Telegram denominati “Werwolf Division Discussioni” e “Movimento Nuova Alba” (quest’ultimo ancora più ristretto e nato in un secondo momento con la finalità di occultare le progettualità più violente e strumentale anche alla formazione di “guerrieri) sia con incontri dal vivo. Il gruppo si definiva “segreto, composto da pochi camerati validi e fedeli, pronti ad agire”. L’obiettivo del gruppo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato quello di arrivare ad un “sovvertimento dell’attuale ordinamento per l’instaurazione di uno Stato etico e autoritario” incentrato sulla “razza ariana” anche con la progettazione di azioni violente nei confronti di alte cariche delle istituzioni, tra cui il premier Giorgia Meloni. Tra i bersagli, anche un economista del World Economic Forum.

Droga spedita in tutta Italia tramite Telegram e soldi investiti in bitcoin: 10 indagati tra Bari e Brindisi

Avrebbero gestito una piazza di spaccio con spedizioni in tutta Italia di dosi di droga “prenotate” via Telegram e Whatsapp e avrebbero impiegato i ricavi in criptovalute (moneta virtuale/bitcoin) per un importo complessivo di oltre 30mila euro. Questo è lo scenario ricostruito dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni e dal comando antifalsificazione monetaria di Roma, coordinate della procura di Brindisi.

Nelle scorse ore è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini a 10 persone (7 originarie della provincia di Bari e 3 del Brindisino) di età compresa tra i 24 e i 40 anni, accusate a vario titolo di detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti (metadone, ketamina, hashish e marijuana), e di detenzione di documenti di identità falsi ed autoriciclaggio.

Eseguito anche un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Brindisi nei confronti di due dei principali indagati, di denaro e moneta virtuale (criptovalute), saldi attivi presenti su dieci carte prepagate, per un importo complessivo di poco superiore ai tremila euro. Secondo le indagini, 150 le cessioni di droga nel periodo compreso tra marzo e settembre del 2022. I militari ritengono che la base logistica e di smistamento fosse a Latiano, in provincia di Brindisi, e che gli indagati sarebbero riusciti a rifornire di droga clienti residenti in tutta Italia ai quali venivano spedite le dosi con l’ausilio dei servizi postali e dietro il pagamento attraverso ricariche su carte prepagate o bonifici bancari.

Bari-Cagliari sold out, l’ultima trovata arriva da Telegram. Biglietti “falsi” a 10 euro: “Così entrate sicuro”

Lo stratagemma per riuscire ad entrare in un San Nicola del tutto esaurito è davvero curioso: “I biglietti saranno uguali agli originali, però il codice a barre non aprirà il tornello. Basterà mettersi dietro qualcun altro oppure mostrare il biglietto dicendo che non lo legge e vi faranno comunque entrare”, si legge nel messaggio fissato.

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Messaggi neo nazisti su Telegram, perquisizioni della Digos anche a Brindisi: 8 denunce

Perquisizioni della Digos e della polizia postale a Torino, Brescia, Brindisi, Rieti, Alessandria e Lodi, a carico di otto utenti di internet ritenuti responsabili di pubblicazioni per gli inquirenti di natura nazi-fascista, razzista ed antisemita sul canale Telegram “Brudershaft thule”(Fratellanza di Thule) e sul connesso gruppo di discussione “Meine Ehre Heiβt Treue” (Il mio onore si chiama lealtà).

Gli indagati sono stati tutti denunciati per riorganizzazione del disciolto partito fascista, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Le perquisizioni sono state eseguite anche nella città di Aalen in Germania dove risiede l’amministratore dei gruppi telegram.

Nei gruppi Telegram sotto inchiesta, oltre a messaggi di natura neo nazista venivano lanciati appelli No Vax, contro il Green Pass e contro il premier Mario Draghi. Uno degli indagati perquisiti è una guardia giurata di Torino, mentre gli altri sette indagati risiedono in altre città. A quanto ai apprende da fonti investigative durante le perquisizioni la Digos ha sequestrato molto materiale: busti raffiguranti Benito Mussolini, manganelli, pugni di ferro e bandiere neo fasciste e neo naziste.