Truffa ai danni dell’Agea, sequestrati terreni nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia: nei guai coppia di Spinazzola

Una presunta truffa ai danni dell’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, è stata scoperta dai finanzieri del comando provinciale di Barletta-Andria-Trani che hanno sequestrato terreni estesi per 42 ettari e mezzo ed eseguito un provvedimento cautelare a carico di una coppia di coniugi di Spinazzola, titolari di un’impresa agricola.

I due, che hanno rispettivamente 54 e 51 anni, per un anno non potranno esercitare l’attività di impresa. Secondo quanto accertato dalle indagini coordinate dalla procura di Trani, i due indagati negli ultimi anni avrebbero percepito indebitamente 96mila euro di aiuti da parte dell’Agenzia presentando domande e certificazioni relativi a terreni di proprietà della Provincia di Barletta-Andria-Trani e che si trovano nell’area protetta del parco nazionale dell’alta Murgia, in località Murgetta Rossi a Spinazzola. Terreni che già nel 2018, i carabinieri forestali avevano sottoposto a sequestro nell’ambito di un’altra attività investigativa.

Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, gli indagati avrebbero dissodato terreni destinati al pascolo per coltivarli a cereali chiedendo e ottenendo dall’Agea contributi. “Il provvedimento è stato richiesto al fine di evitare il protrarsi dell’illecito arricchimento e di tutelare il patrimonio del parco nazionale dell’alta Murgia”, spiega la guardia di finanza in una nota evidenziando l’impegno “nel contrasto agli illeciti contro il patrimonio e a tutela della spesa pubblica”.

Demolizione Punta Perotti, oltre al danno la beffa: nessun risarcimento per la famiglia Rogazione Stea

Torniamo ad occuparci della demolizione di Punta Perotti. La Corte d’appello civile, il 12 maggio, ha ribaltato la sentenza dei giudici di primo grado e la famiglia Rogazione Stea, dopo non aver avuto diritto alla restituzione dei suoli, non otterrà neppure il risarcimento dei danni da parte del Comune quantificato in 27mila euro.

La famiglia, proprietaria del terreno, nel lontano 1989 aderì ad un piano comunale di lottizzazione, senza presentare richiesta di concessione edilizia. I terreni furono sequestrati nel 1997, la confisca arrivò quattro anni dopo, nel 2001, senza però che nessuno dei Rogazione Stea fu indagato. Un paradosso giudiziario con il tribunale che aveva dato inizialmente ragione alla famiglia, facendo emergere il mancato godimento del bene. Vista l’esistenza ad oggi di un parco su quei terreni, i giudici di primo grado avevano dichiarata “cessata la materia del contendere in merito alla restituzione”, disponendo però un risarcimento danni quantificato in 27mila euro. Una sentenza però che è stata ribaltata qualche giorno fa dalla Corte d’appello civile. Il motivo? Il tribunale si sarebbe pronunciato su una domanda risarcitoria che i ricorrenti Rogazione Stea non avevano sollecitato.