Psichiatra uccisa a Bari, la sentenza d’Appello rinviata al 26 febbraio. L’Asl si difende: “Omicidio non prevedibile”

È slittata al prossimo 26 febbraio la sentenza d’Appello relativa al procedimento sulle presunte responsabilità della Asl di Bari in relazione all’omicidio di Paola Labriola, la psichiatra uccisa da un paziente il 4 settembre 2013 con 57 coltellate nel centro di salute mentale in via Tenente Casale, nel quartiere Libertà.

Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva a 30 anni di carcere Vincenzo Poliseno. Nel processo parallelo, in primo grado, era stato condannato a 3 anni e 6 mesi per omicidio colposo l’ex dg della Asl di Bari Domenico Colasanto, accusato della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e di omissione di atti d’ufficio.  La Procura ha chiesto la conferma della condanna, la difesa ha sostenuto che l’omicidio “non era prevedibile né evitabile”.

Per l’ex funzionario della Asl Alberto Gallo, accusato invece di falso (avrebbe compilato il “Documento di valutazione dei rischi della struttura” dopo l’omicidio e retrodatato “per coprire le sue mancanze e sviare le indagini”) è stata chiesta la prescrizione.

Monopoli, travolge e uccide la figlia dopo lite: Vincenzo Formica è ai domiciliari ma esce per una commissione

Vincenzo Formica, l’86enne agli arresti domiciliari accusato di aver investito e ucciso la figlia Mariangela di 54 anni lo scorso 2 giugno nella villa di famiglia in contrada Tavarello a Monopoli, è uscito di casa per svolgere una commissione ad inizio settimana. L’uomo, dotato del dispositivo di controllo elettronico, non poteva lasciare la sua abitazione ed è stato riconosciuto da alcuni cittadini, sconvolti da questo incontro inatteso. Secondo quanto appreso, Formica si sarebbe recato in un negozio per installare la linea telefonica a casa. Ora vive da solo visto che la moglie si trova in una residenza sanitaria dopo essere stata allontanata da lui.