Caro affitti, continua la protesta degli studenti a Bari: il flash-mob si trasforma in un Monopoly a cielo aperto

“Via Giulio Petroni, 350 euro”. “Via De Rossi, 420 euro”. “Imprevisto: non funziona la caldaia. Paghi 100 euro”. Il flash-mob dell’associazione studentesca Link a Bari si è trasformato in un Monopoly a cielo aperto: gli universitari, dopo la protesta delle tende dei giorni scorsi, hanno manifestato nella piazza su cui si affacciano l’Ateneo e altri palazzi dell’UniBa contro il caro affitti, chiedendo più tutele sul diritto allo studio e la revisione del canone concordato. ”

Protestiamo contro la lesione del nostro diritto allo studio e all’abitare. Abbiamo bisogno che si investa in residenzialità universitaria, che le politiche cittadine siano rivolte a garantire a tutti, studenti e lavoratori, un alloggio dignitoso a prezzi accessibili”, raccontano i ragazzi del collettivo Link. “Oggi moltissimi studenti si ritrovano senza un alloggio perché il mercato è saturo. Colpa anche della conversione di moltissimi degli immobili di Bari a residenzialità turistica. Secondo i dati Cerco Alloggio, nel 2022 sono stati caricati 450 annunci in meno rispetto al 2019”.

“Vogliamo – continuano – che si delinei un’idea chiara di sviluppo della città di Bari, una città universitaria che possa accogliere tutti gli studenti”. “Come associazione premiamo affinché le istituzioni mettano in campo progetti per ampliare i servizi abitativi offerti dall’Adisu”: quest’anno, raccontano, a Bari 700 studenti risultano idonei non assegnatari di posto alloggio. L’aumento di quest’ultimi, tuttavia “è solo un passaggio per rimediare al problema”. La richiesta degli studenti è di “regolamentare anche la residenzialità privata, attraverso tetti massimi agli affitti”. La situazione, denunciano, è peggiorata dopo la pandemia: “Oggi non si trovano prezzi inferiori ai 300 euro”.

Bugie alla famiglia sull’università: 29enne pugliese si toglie la vita. La verità su un block notes di 42 pagine

Un 29enne di Manduria si è tolto la vita impiccandosi, nell’abitazione che condivideva con sua sorella in Abruzzo, dopo aver mentito per mesi alla famiglia sul suo percorso universitario. Ha raccontato tutta la sua verità su un block notes di 42 pagine. A trovare il corpo è stata proprio la sorella, sul posto è intervenuto il 118 ma non c’è stato nulla da fare.

Università di Bari, studenti maltrattati durante gli esami: nel mirino tre professori del corso di Lingue e Lettere

Torniamo ad occuparci della bufera che vede coinvolta l’Università di Bari. Sarebbero tre i professori del corso di Lingue e Lettereche sono finito sotto la lente d’ingrandimento del Garante degli studenti per presunti maltrattamenti a danno di alcuni studenti. Diversi hanno infatti segnalato alcuni problemi, dalla difficoltà di superare determinati esami agli insulti ricevuti durante le sedute.  “Io ufficialmente non so ancora nulla, vorrei avere nota dagli studenti. Se le cose stanno come dicono i ragazzi prenderemo provvedimenti. Sono molto dispiaciuto che non mi abbiano contattato personalmente per una questione così importante”, ha commentato il rettore Stefano Bronzini ai microfoni de La Repubblica.