Modugno, operaio malato oncologico accusa malore e sviene. Usb: “Avevamo chiesto per lui riduzione carichi”

“Da mesi Usb segnala a Magna PT l’aggravamento delle condizioni di salute di un dipendente proprio tesserato. Il lavoratore è un malato oncologico che ultimamente ha dovuto ricorrere al picc port. Tempestivamente abbiamo richiesto una visita medica aziendale straordinaria per l’ottenimento di una riduzione dei carichi da lavoro. Sorprendentemente il medico aziendale non ha riconosciuto alcuna limitazione, costringendo il sindacato a predisporre ricorso allo Spesal competente. Il lavoratore, rimasto in catena di montaggio senza colpo ferire, ha accusato un malore, perdendo i sensi”.

A denunciare l’accaduto è il sindacato Usb. “L’azienda non ha chiamato immediatamente il 118 pur conoscendone bene le condizioni di salute generali, trasferendolo in infermeria – si legge nella nota -. Siamo riusciti a sapere che il nostro iscritto e compagno sta bene. Sicuramente ci pervade una rabbia che non riusciamo a definire. Ma ci saranno tempo e modi affinché vengano chiarite tutte le responsabilità. Nel frattempo Usb proclama lo stato di agitazione cui auspichiamo, data l’inaudita gravità della vicenda, aderiscano anche i lavoratori non iscritti alla sigla. Se toccano uno, toccano tutti”.

USB assolta dalla querela per diffamazione presentata dalle Ferrovie Appulo Lucane: “Finalmente c’è giustizia”

“Qualche tempo fa e precisamente a Gennaio 2022, le Ferrovie Appulo Lucane, essendosi trovata in improvvisa crisi di liquidità e dovendo provvedere al pagamento degli stipendi, dovette disporre l’accredito dello stipendio mensile con “bonifico urgente”, comportando che alcuni Lavoratori si siano visti addebitare il costo di 5€ conseguente all’adozione di tale scelta datoriale. Pertanto, come USB in prima istanza inviammo una ‘diffida’ alla FAL e successivamente, vista la mancanza di risposte, pubblicammo sulla nostra pagina Facebook il post ‘Alle Ferrovie Appulo Lucane i Lavoratori pagano per ricevere il proprio salario!’ nel quale dichiaravamo che a nostro avviso tali addebiti potevano ‘configurarsi come vera e propria appropriazione indebita’. E solo dopo aver pubblicato la notizia che le Fal ci inviarono una ‘nota’ in cui ammettevano l’errore senza però scusarsi con i Lavoratori. E noi, dall’altro canto ribadimmo: ‘meglio tardi che mai!’.  Ma evidentemente il Presidente delle FAL (azienda pubblica al 100%), non ‘contento’ del nostro operato, decise di QUERELARE la USB per diffamazione”. Inizia così il comunicato stampa a firma di USB LP Bari/BAT.

“Noi, come è giusto che sia, abbiamo ritenuto costituirci in giudizio, opponendoci, convinti di aver fatto il nostro lavoro a tutela e difesa degli interessi dei Lavoratori (non solo nostri iscritti)… E la giustizia, con i suoi tempi, ci ha dato ragione: il procedimento a nostro carico è stato ‘archiviato’ per «infondatezza della notizia di reato»! – si legge -. Il Giudice, accogliendo le motivazioni dei nostri legali Avv. Michele Bottalico e Avv. Francesco Daddabbo, oltre ad osservare che quella del “bonifico urgente” è stata una scelta, «imputabile esclusivamente al datore di lavoro e non portata preventivamente a conoscenza dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali» che «ha indirettamente cagionato ai medesimi un lieve danno immediato (l’addebito di 5 Euro quale costo dell’urgenza) al contempo ingenerando il timore che detta onerosa modalità potesse divenire ‘al regola’», ha altresì specificato che «la nozione di critica, quale espressione della libera manifestazione del pensiero» è oramai ammessa dall’elaborazione giurisprudenziale «anche con toni aspri e taglienti, non essendovi limiti astrattamente concepibili all’oggetto della libera manifestazione», cosi come «ne consegue che la critica, a differenza della cronaca, del resoconto, della mera denunzia… NON PUÒ, PER DEFINIZIONE, PRETENDERSI RIGOROSAMENTE OBIETTIVA E ASETTICA» concludendo che la nostra dichiarazione, a parere di FAL diffamatoria, ‘SI SIA INSERITA IN UN CONTESTO DI LEGITTIMA CRITICA, DA PARTE DI UN RAPPRESENTANTE SINDACALE, NEI CONFRONTI DELL’OPERATO DEL DATORE DI LAVORO’. FINALMENTE C’È GIUSTIZIA!”.

Sanitaservice, Usb contro La Scala (NIRS). “Conflitto d’interesse”. L’avvocato: “Tutto regolare”

La Sanità croce e delizia di ogni regione, soprattutto della Puglia. A vigilare su ciò che accade c’è il Nirs, il Nucleo Ispettivo Regionale Sanitario, alla cui guida da due anni c’è l’avvocato Antonio Maria La Scala, ormai abituato alle nostre incursioni. Siamo tornati da lui dopo l’ultimo comunicato dell’Unione Sindacale di Base di Bari.

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Liste d’attesa, corruzione, l’Amtab e le FAL: la parodia della serie Lolita Lobosco spopola sui social

“A noi questa idea di promuovere le tradizioni e le tipicità baresi attraverso serie televisive di grido girate in città piace molto. Così, dopo accenti sballati, panini al polpo, fatture e malocchio, ci permettiamo di avanzare alcune proposte per rafforzare il brand Bari nella terza stagione di Lolita Lobosco”. È la proposta lanciata sui social dall’Usb (Unione sindacale di base) di Bari che ha come protagonista una terza ipotetica stagione della serie tv della Rai ambientata nel capoluogo pugliese. Dalla prenotazione di una mammografia all’Asl alla corruzione nella Protezione Civile pugliese e ai tempi biblici dei trasporti, una sorta di parodia che mette in luce quelli che sono i problemi tipici con cui i baresi sono costretti a fare i conti ogni giorno.

Prima puntata: Lolita, dopo una brillante operazione di Polizia, decide di rilassarsi sorseggiando un caffè in un localino fashion del centro. Scopre che tutto il personale nel bar è sottopagato, fa 12 ore al giorno di lavoro anche se il contratto ne prevede solo 5. Lolita giura a sé stessa che avvierà delle indagini e andrà a prendere, da quel momento in poi, il caffè solo in bar che rispettano il diritto del lavoro. Flashforward: Lolita dopo 7 mesi decide di comprarsi una moka formato famiglia, che fa prima.

Seconda puntata: Lolita deve prenotare una mammografia alla ASL. Gliela fissano per la settima stagione.

Terza puntata: Lolita, in ferie, passeggia per Costa Ripagnola. Le immagini sono mozzafiato, ma l’attenzione di Lolita è rapita da una buca malamente ricoperta. Capisce che potrebbe esservi stato sepolto il corpo di una persona dichiarata scomparsa da tempo. Così torna a Bari in fretta e furia per farsi firmare un mandato. Nel giro di due ore un grande dispiegamento di forze arriva a Costa Ripagnola, ma trovano un resort di lusso costruito a tempo di record in un’ora e mezzo. Tutto archiviato, ma si festeggia lo stesso con una spaghettata ai frutti di mare.

Quarta puntata: Lolita in un momento molto delicato della propria vita professionale, scopre di essere incinta. Decide di abortire e cerca nella ASL un ginecologo non obiettore. Flashforward: dopo un anno Lolita porta simpaticamente i tre gemelli partoriti 3 mesi prima a lavoro in ufficio. Per lo stress accumulato spara a uno che aveva parcheggiato sul passo carrabile della Questura mettendo a rischio la propria carriera.

Quinta puntata: Lolita scopre un vorticoso giro di tangenti in capo alla Protezione Civile regionale. Le mazzette vengono pittorescamente nascoste in alcune fette di carne di manzo. La puntata si chiude con uno degli imputati che spiega a Lunetta Savino i segreti della brasciola di cavallo.

Sesta puntata: Lolita deve recarsi a Matera per testimoniare in un fondamentale processo per traffico di diamanti. Prende un treno delle Fal. Quando arriva a Matera il reato è già prescritto da due anni.

Settima puntata: Lolita deve indagare su un incredibile mistero, un inceneritore che si è costruito da solo al quartiere San Paolo senza che nessuno nelle istituzioni fosse pubblicamente favorevole. La puntata si chiude con la ricetta segreta delle cipolle di Acquaviva sotto cenere.

Ottava puntata: Lolita Lobosco deve sgominare una gang di educatori scolastici che non essendo retribuiti da giugno ad agosto, decidono di darsi al contrabbando di sigarette durante l’estate, scoprendo finalmente il significato dei concetti di “stipendio dignitoso” ed “orario sostenibile”.

Nona puntata: un terrorista cerca di dirottare un autobus dell’Amtab. Il bus perde lo spinterogeno. To be continued…

Decima puntata: l’autobus perde la marmitta, e comunque si incaglia su via dei Mille a causa delle macchine in doppia fila. To be continued…

Undicesima puntata, FINALE DI STAGIONE: Lolita sale coraggiosamente sull’autobus, i passeggeri si agitano perché credono che polizia voglia chiedere il biglietto. Lolita tratta con il terrorista per farli scendere offrendosi come unico ostaggio, riuscendoci. Quando tutto sembra andare per il meglio, il bus prende inspiegabilmente fuoco. Tutti urlano: “la brace accesa!”. Dalla carcassa fiammeggiante del mezzo si intravede una figura uscire e camminare con incredibile calma. E’ l’autista che si accende una sigaretta e tranquillizza gli astanti. “wagnù, tutto regolare”. Lolita si sarà salvata? Lo scopriremo nella quarta stagione.

Modugno, operaio licenziato dopo 23 anni. Protesta davanti al Tribunale: “Atto vile e repressivo”

Ieri, giovedì 7 aprile, si è tenuto un presidio organizzato da Usb, Cambiare Rotta e OSA davanti al Tribunale di Bari in supporto di Domenico Venetucci, sindacalista USB e operaio licenziato dalla Magna PT (ex Getrag) di Modugno dopo 23 anni di servizio, in occasione della sua prima udienza di impugnativa del licenziamento.

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