La Procura di Bari ha chiesto due condanne a 16 anni di reclusione per Nicola Amoruso e Francesco Ricci, accusati dell’omicidio volontario (aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione) di Giovanni Colaianni, il 43enne ucciso a Bari, nel quartiere Libertà, la notte tra 21 e 22 giugno 2023.
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Nicola Amoruso, il 25enne reo confesso dell’omicidio di Giovanni Colaianni, il 43enne ucciso da due proiettili nella notte tra il 21 e 22 giugno 2023, sul pianerottolo di casa in via Napoli, e il 27enne Francesco Ricci, suo complice, vogliono rilasciare dichiarazioni spontanee. Saranno ascoltati nell’udienza del 24 ottobre in Corte d’Assise. I due sono accusati di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione per futili motivi.
Ricci è finito in carcere a distanza di mesi, dopo essere identificato grazie all’analisi approfondita delle immagini di videosorveglianza, che ponevano in risalto un suo peculiare tatuaggio, e per la corrispondenza di una sua impronta digitale impressa sulla parte interna del portone condominiale dove risiedeva la vittima. Secondo quanto ricostruito il figlio della vittima avrebbe discusso con Amoruso nelle ore precedenti al delitto quando, il 25enne assieme ad altre tre persone, lo avrebbero minacciato di morte se non avesse saldato un debito di mille euro per una partita di hashish.
Minacce che sarebbero arrivate via social – attraverso Tik Tok e Messanger – anche alla sua mamma. A inviargliele sarebbe stata la madre del 25enne che invece lo accusava di aver rubato mille euro a suo figlio ancora minorenne. Intimidazioni che avrebbero intasato le chat del figlio del 43enne – tra mezzanotte e mezza e l’una – con frasi minacciose presumibilmente scritte dal 24enne, da sua madre e da un suo amico. Alle 2 del mattino Amoruso e Ricci si sono recati a casa di Giovanni Colaianni. Suo figlio non era a casa, il padre è sceso e lo hanno ammazzato. A premere il grilletto è stato Amoruso, mentre Ricci si trovava sul posto.
Omicidio Colaianni in via Napoli, arrestato il complice di Nicola Amoruso: è il 27enne Francesco Ricci
Il giovane è finito in carcere a distanza di mesi, dopo essere identificato grazie all’analisi approfondita delle immagini di videosorveglianza, che ponevano in risalto un suo peculiare tatuaggio, e per la corrispondenza di una sua impronta digitale impressa sulla parte interna del portone condominiale dove risiedeva la vittima.
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Il figlio della vittima avrebbe discusso con il presunto omicida del padre nelle ore precedenti al delitto quando il 24enne, assieme ad altre tre persone, lo avrebbero minacciato di morte se non avesse saldato un debito di mille euro per una partita di hashish. Minacce che sarebbero arrivate via social – attraverso Tik Tok e Messanger – anche alla sua mamma.
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