Dopo un breve inseguimento è stata bloccata in via Postiglione dove sono intervenute altre pattuglie. A quanto pare la ragazzina è stata portata via.
Continue readingBari, Decaro celebra unione civile tra due vigilesse: “Solo l’amore conta siamo orgogliosi di loro”
“Solo l’amore conta. In questi anni sono onorato di essere stato il sindaco di una città che ha scelto di sostenere sempre l’amore in ogni sua forma. E la libertà. Cosa mai scontata. Oggi ho indossato la fascia tricolore per unire civilmente Porzia e Annarita, due agenti della polizia locale che sono orgogliose della loro divisa come noi siamo orgogliosi di loro”. Inizia così il racconto sui social del sindaco di Bari, Antonio Decaro.
“Nei loro sguardi, negli occhi fieri delle loro famiglie e dei loro amici c’è la migliore risposta a chi qualche giorno fa non ha firmato la dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità LGBTQIA+, presentata lo scorso 17 maggio in occasione della giornata contro omotransfobia. Da una parte c’è chi ha paura della libertà e dell’amore e dall’altra ci sono Porzia e Annarita che vivono il loro amore e da oggi, sono una famiglia anche agli occhi della città di Bari”, aggiunge il primo cittadino.
Bari, chiesero aiuto al clan Parisi per vendicarsi del cittadino maleducato: licenziate le due vigilesse – I NOMI
Le due vigilesse che avrebbero chiesto aiuto nel 2017 a un fedelissimo del clan mafioso Parisi, Fabio Fiore (ex autista del boss di Japigia ‘Savinuccio’), per punire una persona che dopo aver ignorato un semaforo rosso le avrebbe insultate, sono state licenziate. Sono Rosalinda Biallo, 55enne di Triggiano, e Anna Losacco, 59enne di Bari. All’indomani della pubblicazione delle intercettazioni, le due vigilesse erano state sospese e poi è stato aperto anche il procedimento disciplinare che si è concluso con il licenziamento. Le due restano indagate per omessa denuncia.
Bari, chiesero aiuto al clan Parisi per vendicarsi del cittadino maleducato: indagate le due vigilesse – I NOMI
All’indomani della pubblicazione delle intercettazioni, le due vigilesse sono state sospese, ma nei loro confronti è aperto anche il procedimento disciplinare che potrebbe anche concludersi con il licenziamento.
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Le due vigilesse di Bari coinvolte nell’inchiesta che nei giorni scorsi ha portato all’esecuzione di 130 misure cautelari sono state sospese dal servizio. Lo si apprende da fonti del Comune. Secondo quanto emerso dalle indagini, che ha disvelato presunti episodi di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni del 2019, le vigilesse avrebbero chiesto aiuto a un fedelissimo del clan mafioso Parisi, Fabio Fiore (ex autista del boss di Japigia ‘Savinuccio’), verosimilmente per punire una persona che, dopo aver ignorato un semaforo rosso, le avrebbe insultate.
Bari, chiesero aiuto al clan Parisi per vendicarsi del cittadino maleducato: le due vigilesse ora rischiano il posto
Tra i retroscena della maxi inchiesta della Dda che ha suscitato sicuramente più clamore c’è quello con protagoniste le due vigilesse della polizia locale di Bari che avrebbero chiesto aiuto a un fedelissimo del clan mafioso Parisi, Fabio Fiore (ex autista del boss di Japigia ‘Savinuccio’), per punire una persona che, dopo aver ignorato un semaforo rosso, avrebbe insultato le due agenti con frasi particolarmente pesanti.
Continue readingBari, insultate da automobilista con frasi pesanti: due vigilesse chiesero aiuto al clan Parisi per vendicarsi
Due vigilesse della polizia locale di Bari avrebbero chiesto aiuto a un fedelissimo del clan mafioso Parisi, Fabio Fiore (ex autista del boss di Japigia ‘Savinuccio’), verosimilmente per punire una persona che, dopo aver ignorato un semaforo rosso, avrebbe insultato le due agenti con frasi particolarmente pesanti. È quanto emerge dagli atti dell’inchiesta della Dda di Bari che ieri ha portato all’esecuzione di 130 misure cautelari anche nei confronti di persone affiliate o comunque legate al clan Parisi.
I pm negli atti hanno evidenziato «il comportamento di assoluta ‘riverenza’ assunto da due vigilesse», che avrebbero dovuto reagire agli insulti e alle minacce segnalando l’accaduto all’autorità giudiziaria. Ma, sempre secondo gli inquirenti, «l’autorità da loro riconosciuta è quella criminale mafiosa visto che entrambe si rivolgono» a Fiore «per metterlo al corrente del comportamento penalmente rilevante tenuto dal trasgressore», chiamandolo al telefono in almeno cinque occasioni. L’auto del trasgressore fu poi rubata e ritrovata nello stesso giorno della denuncia.
«Gli investigatori – si legge nelle carte – hanno buone ragioni per ritenere che la vecchia utilitaria» sia «stata rubata per ordine» di Fiore «come ritorsione al comportamento irriguardoso tenuto dall’uomo nei confronti delle vigilesse». «Un episodio certamente spiacevole – scrivono ancora i pm – ma che non giustifica l’operato dei predetti pubblici ufficiali, i quali sono perfettamente consapevoli che un furto commissionato o delle lesioni procurate o altro genere di ritorsione di tipo mafioso sono azioni che non possono avere origini da appartenenti della Pubblica Amministrazione ed in questo caso da due agenti di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza».
Fa jogging, passa col semaforo rosso e viene multata dalle vigilesse. Avvocato si sfoga sui social: “Ridicoli”
“Breve storia triste. Corsetta stamattina presto in città, al semaforo rosso nessun’auto. Attraverso, insieme ad almeno altri 4 pedoni tutti uomini. Multa. Solo a me, naturalmente. 29,40 euro per rimpinguare le casse vuote”. Inizia così la denuncia social a firma di Caterina Rizzelli, avvocato di Lecce. “Mezz’ora ferma perché le vigilesse non trovavano neanche la norma di riferimento e il quantum (129? 164?) – si legge nel post -. Un Comune che ama i suoi cittadini e protegge le auto dalla forza impattante dei suoi pedoni. In giro cani di grossa taglia senza museruola, monopattini in due, bici contromano e Tir sui marciapiedi. Tutte infrazioni che passano inosservate. Vi presento il Comune di Lecce. Io pago ( per evitare ogni incontro ravvicinato) ma voi siete e resterete ridicoli”.