Michele Laforgia, candidato sindaco del M5S alle Comunali 2024 di Bari, ha presentato una denuncia sulla base di presunte “segnalazioni circostanziate” in riferimento ad episodi di voto di scambio legati all’ultima tornata elettorale. Un nuovo caso politico a pochi giorni dal ballottaggio tra Vito Leccese e Fabio Romito.
Continue readingVoto di scambio e mafia, la strategia di Olivieri: processo con l’abbreviato per evitare i 10 anni di condanna
Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale e marito di Maria Carmen Lorusso è finito in carcere lo scorso 26 febbraio con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso ed estorsione, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato condizionato. L’obiettivo è quello di evitare la condanna di 10 anni, da scontare comunque in carcere, cercando di avvicinarsi più ai 5 anni di pena.
Tutti i 124 indagati dell’inchiesta Codice Interno che ha evidenziato l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico, politico e sociale della città di Bari saranno processati a luglio. Oltre a Giacomo Olivieri, ci sono la moglie Maria Carmen Lorusso (ex consigliera comunale di Bari), il padre di lei, Vito Lorusso, ex primario dell’Oncologico di Bari, ma anche gli esponenti dei clan Parisi-Palermiti (Savino Parisi, Eugenio Palermiti, Tommy Parisi, Giovanni Palermiti, Tommaso Lovreglio) Montani e Strisciuglio.
La prima udienza è stata fissata il 2 luglio davanti alla Seconda sezione penale. Gli imputati, nel corso degli interrogatori, non hanno cambiato il quadro accusatorio e ora toccherà ai loro avvocati cercare di capovolgere la situazione. Il reato di voto di scambio politico-mafioso è contestato a 19 persone, in totale sono 38 i capi di imputazione invece per l’associazione mafiosa Parisi-Palermiti.
Olivieri si trova nel carcere di massima sicurezza di Lanciano. Trattandosi di fatti di mafia, si trova lì perché deve trascorrere la custodia cautelare nel circuito della cosiddetta alta sicurezza. È rinchiuso in una cella doppia della sezione Alta Sicurezza 3 (tra cui ci sono i reati mafiosi), il regime carcerario però è durissimo e sotto solo a quello del 41bis. Sono previste solo 4 telefonate al mese con i familiari, mentre con la moglie i colloqui e i contatti sono interrotti dal giorno dell’arresto. Nei suoi confronti va ricordato che è stato aperto anche un procedimento da parte dell’Ordine degli avvocati.
Voto di scambio e mafia, Olivieri e l’aiuto dei Parisi alle primarie del 2019: “Prendete gli elettori di peso da casa”
I messaggi scambiati tra Giacomo Olivieri, l’ex consigliere comunale arrestato con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso, e Michele De Tullio, zio di Tommaso Lovreglio, l’ex dipendente Amtab e il nipote acquisito del boss Savino Parisi, ritenuto l’aggancio di Olivieri.
Continue readingMafia e politica a Bari, i tre commissari chiedono tempo: proroga fino a settembre. Cosa succede ora
Che fine ha fatto la Commissione d’accesso nominata dal Viminale per valutare lo scioglimento del Comune di Bari per infiltrazioni mafiose e a che punto è il loro lavoro? Queste sono le domande che migliaia di baresi continuano a porsi.
Continue readingVoto di scambio e mafia a Bari, in 124 a processo: prima udienza il 2 luglio. Tra loro Giacomo Olivieri e i Lorusso
I 124 indagati dell’inchiesta Codice Interno che ha evidenziato l’infiltrazione mafiosa nel tessuto economico, politico e sociale della città di Bari saranno processati a luglio. Tra loro anche gli esponenti del clan Parisi-Palermiti, Montani e Strisciuglio.
Continue readingIl Riesame dice no, i Lorusso restano ai domiciliari: “Papà e figlia aderenti al connubio tra mafia e politica”
L’ex consigliera comunale Maria Carmen Lorusso e il suo papà Vito Lorusso, ex primario dell’Oncologico di Bari, restano ai domiciliari. Il Tribunale del Riesame ha respinto con decisione i ricorsi presentati dalle difese dei due. Papà e figlia sono coinvolti nell’inchiesta Codice Interno che ha fatto emergere l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico, sociale e politico della città di Bari.
Le dimissioni di Maria Carmen Lorusso dalla carica di consigliera comunale e la sua decisione di non candidarsi alle prossime Comunali non sono bastate, così come il fatto che il padre non sia più in servizio all’Oncologico. “Stanti i loro legami con la criminalità organizzata e vista l’imminenza delle elezioni europee ed amministrative del 9 giugno, potrebbero agire dietro le quinte”, si legge nella sentenza del Riesame.
Dal 26 febbraio i due si trovano ai domiciliari mentre il marito di Maria Carmen Lorusso, l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, si trova nel carcere di massima sicurezza di Lanciano. Secondo l’accusa è stato proprio Olivieri a ideare il sistema politico-mafioso con esponenti della criminalità organizzata per far eleggere la moglie al Consiglio comunale nel 2019.
“Nello scenario in esame il ruolo di Maria Carmen e Vito Lorusso è quello di aderenti al connubio tra mafia e politica. Un legame estrinsecato nell’attribuzione, in favore degli elettori corrotti, di svariate utilità procurate da Giacomo Olivieri e anche da Vito Lorusso”, scrivono ancora i giudici. Vito Lorusso avrebbe “utilizzato la sua posizione professionale e il fatto di avere in cura Gaetano Bellomo (cugino di Tommaso Lovreglio e nipote del boss Savino Parisi) per ottenere voti dal clan Parisi, “nella piena consapevolezza dell’appartenenza mafiosa dei soggetti ai quali si era rivolto”.
Per Maria Carmen Lorusso invece i giudici hanno evidenziato “la consapevolezza del patto politico-mafioso stipulato dal marito con esponenti dei gruppi criminali” e “il rapporto solido con Bruna Montani che si evincerebbe da una serie di intercettazioni delle ore successive alle elezioni del 2019. La difesa dei due Lorusso presenterà ricorso.
Il carcere di massima sicurezza, le 4 telefonate al mese e il procedimento dell’Ordine: la nuova vita di Olivieri
Olivieri, interrogato lunedì a Bari, ha fatto già ritorno nel carcere di massima sicurezza di Lanciano. Trattandosi di fatti di mafia, Olivieri si trova lì perché deve trascorrere la custodia cautelare nel circuito della cosiddetta alta sicurezza. È rinchiuso in una cella doppia della sezione Alta Sicurezza 3, il regime è durissimo e sotto solo al 41bis.
Continue readingOlivieri conferma: “Ho comprato voti con soldi, regali e buoni benzina”. Poi si difende: “Estraneo alla mafia”
Giacomo Olivieri, durante l’interrogatorio che si è tenuto lunedì scorso a Bari, ha ammesso di aver comprato voti pagando e offrendo buoni benzina, spesa e regali per far eleggere la moglie, Maria Carmen Lorusso, al Comune di Bari, ma allo stesso tempo ha negato di sapere che quelli a cui stava chiedendo voti erano persone vicine ai clan baresi.
Continue readingVoto di scambio e mafia, Olivieri torna a Bari per parlare con i magistrati: due ore di interrogatorio
L’avvocato 62enne ha fatto già ritorno nel carcere di massima sicurezza di Lanciano. Si trova rinchiuso in una cella doppia della sezione Alta Sicurezza 3 (tra cui ci sono i reati mafiosi) insieme ad un detenuto calabrese che sta scontando una pena per mafia di 22 anni.
Continue readingLa confessione di De Francesco e le “bugie” di Sandrino: il maresciallo della Finanza Leone ascoltato in Procura
Leone è al centro dell’inchiesta sul voto di scambio nel Barese. Il maresciallo della Finanza fu contattato da Di Francesco, il braccio destro di Sandrino, e registrò tutto. Scoprì il modus operandi di Cataldo e da lì partì l’inchiesta.
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