Obbliga 13enne a fare video hard e lo diffonde su Whatsapp agli amici: 26enne condannato a 4 anni

Avrebbe indotto una ragazzina di 13 anni, sua conoscente, a realizzare due video erotici inoltrandone uno su un gruppo WhatsApp di amici.

Per questo il Tribunale di Lecce ha condannato un 26enne, residente in un Comune nel sud del Salento, a quattro anni di reclusione con l’accusa di pornografia minorile.

Secondo l’accusa il ragazzo, 20enne all’epoca dei fatti, avrebbe anche inviato alla minore un video dai contenuti forti per mostrarle come avrebbe dovuto riprodurlo.

I giudici hanno disposto anche l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio inerente la tutela, curatela e amministrazione di sostegno, nonché dai pubblici uffici per la durata di cinque anni e l’interdizione in perpetuo da incarichi nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in istituzioni, o in altre strutture pubbliche e private, frequentate abitualmente da minori. L’accusa aveva chiesto una condanna a sette anni di reclusione.

Messaggio su Whatsapp a Pisicchio prima dell’arresto, Emiliano pronto a parlare: c’è una terza persona coinvolta

La Procura di Bari vuole fare chiarezza attorno alle dimissioni di Alfonso Pisicchio, dall’incarico di commissario dell’Arti, arrivate poco prima del suo arresto nel pomeriggio del 10 aprile. Un giallo che ha sin da subito insospettito gli inquirenti viste le tempistiche. E nel mondo della politica non mancano le reazioni.

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Giallo sulla morte di Patrizia Nettis, voragine nelle indagini: i dati WhatsApp sono inaccessibili

Patrizia avrebbe avuto una lite con due uomini in strada prima della tragedia. Uno di loro, un imprenditore fasanese, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di istigazione al suicidio e atti persecutori.  L’altro, un politico, sarebbe stato identificato da un testimone sotto l’abitazione la notte prima del ritrovamento del corpo. Entrambi hanno avuto una relazione con la lei.

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Terlizzi, sospeso senza stipendio il comandante della Polizia Locale: “L’ho saputo su Whatsapp sono innocente”

A parlare è Antonio Modugno, condannato in primo grado a 5 anni e 11 mesi e 20 giorni nel processo “Sistema Trani” che tra il 2014 e il 2016 coinvolse politici e funzionari comunali: “Ad oggi il Comune di Terlizzi non mi ha notificato alcun tipo di provvedimento”. Ma non sarebbe l’unico dettaglio che fa discutere.

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