Oggi venerdì 8 marzo si è tenuto lo sciopero generale nazionale dei dipendenti Enel, indetto da FILCTEM CGIL, FLAEI CISL e UILTEC UIL. In Puglia sono interessati oltre 2000 lavoratori delle varie aziende del Gruppo, un presidio di protesta si è tenuto anche al di fuori della sede Enel di Bari. I sindacati chiedono che Enel sia, in Italia, la protagonista della Transizione energetica e digitale, realizzi i progetti previsti e finanziati dal PNRR e investa sugli asset e sulle persone.
“Non si sta scioperando per rivendicare aumenti salariali, ma perché si è fortemente preoccupati per la direzione che sta prendendo questa azienda. Un’azienda che sta focalizzando la sua attenzione esclusivamente sugli aspetti finanziari a discapito dell’occupazione, della qualità del servizio e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Con l’insediamento del nuovo Management, si propongono solo operazioni di riduzione dei costi per cercare di produrre utili agli azionisti rinunciando agli investimenti e alla sua vera mission che è quella di erogare un servizio di pubblica utilità per i cittadini – le parole dei segretari pugliesi Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil -. Si sciopera su tutto il territorio nazionale contro le decisioni di Enel e un Piano Industriale inadeguato e dannoso. Nessuna idea su come affrontare il superamento del fossile e la messa a terra delle nuove tecnologie green; appaltare la maggior parte delle attività elettriche con gravi rischi per la sicurezza dei lavoratori delle imprese e del sistema elettrico italiano vicino al collasso; un’azienda sottorganico da anni, che non è in grado di gestire l’attuale rete elettrica italiana con carichi di lavoro insostenibili e allungamento dei tempi di ripristino dei guasti; un Piano di assunzioni che non garantirebbe il raggiungimento degli obiettivi del PNRR affidati all’ENEL; ridurre gli investimenti sulle energie rinnovabili in controtendenza agli obiettivi green del 2030; modificare unilateralmente il regime degli orari di lavoro, senza rispettare il Protocollo di Relazioni; tagli indiscriminati al costo del personale; revoca dello smart working, andando a peggiorare i tempi di vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori. Le categorie del settore elettrico denunciano, inoltre, una organizzazione del lavoro caotica e affidata solo alla buona volontà dei lavoratori. Tutto ciò comporterà: un’importante diminuzione degli standard di qualità e sicurezza della rete elettrica, con possibile incremento di infortuni sul lavoro; conseguenze fortemente negative sulla qualità e sulla continuità del servizio elettrico sempre più a rischio di blackout”.
“Mai come adesso, il malcontento e la preoccupazione sono diffusi in tutte le società del Gruppo, e-distribuzione, produzione Green Power, area mercato, Enel X, e-mobility, tutte le altre articolazioni societarie e coinvolgono Operai, Impiegati e Quadri. Va infine evidenziato che l’Enel vive grazie ad una concessione ed ha costi riconosciuti per le attività regolate – conclude la nota -. Vive in sostanza grazie alle bollette degli italiani e pertanto gli va impedito di operare a sfavore del sistema paese, delle imprese, dei cittadini. Questo sciopero, quindi, deve richiamare le responsabilità della politica, del Governo e del Parlamento che devono vigilare e agire concretamente contro una smobilitazione annunciata e studiata a tavolino”.