Concessi gli arresti domiciliari ad Antonio Di Carlo, l’imprenditore di Lucera in carcere dal 7 novembre nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari su presunti episodi di corruzione e turbativa d’asta per alcuni appalti del dissesto idrogeologico in cui è coinvolto anche l’ex dg dell’Asset Puglia, Elio Sannicandro, interdetto per 12 mesi dall’esercizio della funzione perché accusato di aver ricevuto una tangente da 60mila euro da Di Carlo.
Il Tribunale della Libertà ha infatti accolto il ricorso degli avvocati, ma il 62enne non lascerà il carcere perché è stato raggiunto nel frattempo dall’ordinanza di custodia cautelare gemella emessa il 17 novembre dal gip di Foggia, Roberta Di Maria, per uno stralcio dell’inchiesta barese che riguarda gli appalti dei Comuni dauni.
Medesimo discorso per la figlia Carmelisa, 32enne ingegnera. Anche lei è stata raggiunta dalla seconda ordinanza e resta ai domiciliari, dopo la decisione del Riesame che aveva sostituito i domiciliari con l’obbligo di dimora a Lucera. I legali hanno presentato un secondo ricorso al Riesame contro l’ordinanza di Foggia, la decisione è attesa per la prossima settimana. Respinto invece il ricorso del dipendente Coni Sergio Schiavone che resta ai domiciliari.