La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per Elio Sannicandro, l’ex direttore generale dell’Asset Puglia interdetto per un anno dai pubblici uffici. Sannicandro è rimasto coinvolto, con altre 11 persone, in un’inchiesta della Procura di Bari su presunte tangenti per l’affidamento di alcuni appalti. Il processo partirà il 23 aprile.
Oltre a Sannicandro sono imputati anche Antonio Di Carlo e la figlia Carmelisa, imprenditori di Lucera; Sergio Schiavone, giornalista e dipendente Coni che avrebbe fatto da intermediario per Sannicandro; Roberto Polieri, Leonardo Panettieri e Michele Tamborra, funzionari della Regione; Michele Campanella e Rocco Rossi, responsabili degli Uffici tecnici di Ordona e Orsara; gli imprenditori Antonio Ferrara e Bruno Gregoretti, della Antonio Ferrara srl e Adriatiche strada Astra; l’ingegnere Donato Coppolella.
Lo scorso febbraio il Tribunale del Riesame di Bari aveva confermato l’interdizione di Sannicandro e rigettato l’appello presentato dalla sua difesa contro il provvedimento del gip del 21 novembre 2023, con cui era stata respinta la richiesta di revoca della misura interdittiva applicata il 30 ottobre 2023 per la durata di 12 mesi. A Sannicandro viene contestato di aver ricevuto “denaro in più occasioni” per un totale di 60mila euro dall’imprenditore Antonio Di Carlo in cambio dell’assegnazione di appalti e la turbativa d’asta per aver indirizzato una gara da 1,4 milioni verso la ditta di Lucera. Sannicandro, che è stato da più di 15 anni un fedelissimo del governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, ieri ha creato un gruppo Whatsapp per sostenere il suo avvocato, Michele Laforgia, alle primarie del centrosinistra di Bari.