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Taranto, l’Onu condanna l’ex Ilva. Il report shock: “Ha violato i diritti umani e danneggiato la salute dei cittadini”

15 Febbraio 2022
– Autore: Raffaele Caruso
15 Febbraio 2022
– Autore: Raffaele Caruso

“Il diritto a un ambiente salubre può essere garantito solo se si limita l’utilizzo di sostanze tossiche che colpiscono le persone più vulnerabili. Così, evidentemente non accade a Taranto dove le operazioni di pulizia e bonifica dovevano iniziare nel 2021 ma sono state rinviate al 2023, con azioni dei diversi governi che permettono all’impianto di funzionare non tenendo conto neanche della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo con la quale l’Italia, nel 2019, è stata condannata per aver violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare di alcuni cittadini”.

È un estratto del rapporto “The right to a clean, healthy and sustainable environment: non-toxic environment” (Il diritto a un ambiente pulito, salubre e sostenibile: ambiente non tossico) di 21 pagine scritto dal relatore delle Nazioni Unite, David R.Boyd, sugli obblighi in materia di diritti umani relativi al godimento di un ambiente sicuro, pulito e sostenibile e ripreso dalla professoressa Marina Castellaneta, docente di diritto internazionale dell’Università di Bari, sul proprio blog.

La produzione di acciaio dell’Ex Ilva ha compromesso la salute dei cittadini e violato quelli che sono i diritti umani, originando anche un grave inquinamento atmosferico. “I residenti che vivono nelle vicinanze soffrono di malattie respiratorie, cardiache, cancro, disturbi neurologici e mortalità prematura”, si legge nel report.