Federalberghi Puglia ha presentato ricorso al Tar contro il provvedimento del Comune di Bari che ha introdotto la tassa di soggiorno a partire dal primo ottobre 2023. Lo rende noto la stessa associazione di albergatori. L’atto è stato redatto dall’avvocato Fabrizio Lofoco e richiede “l’annullamento previa sospensione” di tutti gli atti adottati dall’amministrazione comunale perché “frutto di uno sviamento di potere e di una plateale carenza istruttoria, tradottasi nell’adozione di una imposta di soggiorno in assenza della corretta e completa individuazione dei soggetti passivi, di un censimento reale delle attività sul territorio e del rispetto dei principi cardine del sistema contributivo e tributario, nonché del doveroso vincolo di destinazione delle risorse ottenute da detta imposizione”.
Federalberghi denuncia l’assenza di un “confronto reale con il partenariato sociale” e di una “strategia e pianificazione sul turismo a Bari”. Il dito è puntato contro “l’abusivismo ricettivo all’80% del totale, i servizi per i turisti inesistenti, la precaria situazione dei trasporti e la mancata chiarezza sulla destinazione delle risorse che incasserebbe il Comune dalla tassa di soggiorno che è una tassa di scopo”. Il vicepresidente nazionale e leader barese e pugliese di Federalberghi, Francesco Caizzi, parla quindi di “provvedimento iniquo e inopportuno” e di una tassa che “penalizzerà le strutture alberghiere provocando degli effetti distorsivi sull’economia turistica della città”.