Nel primo mese dell’introduzione della tassa di soggiorno a Bari, il Comune di Bari ha incassato 250mila euro (gli incassi saranno versati ogni tre mesi) grazie alle 122mila persone (non parliamo di turisti unici, c’è chi ha alloggiato per diversi giorni) che hanno soggiornato nelle 1742 strutture registrate sul portale. Un dato oltre le aspettative che potrebbe essere addirittura più gonfio: sono infatti più di mille le strutture ricettive abusive.
“Nel primo mese di attuazione, ottobre 2023, la tassa di soggiorno a Bari ha confermato quasi un 50% di evasione – denuncia Federalberghi Puglia -. Nella piattaforma Pay Tourist si registrano al primo di novembre 1.742 strutture iscritte per 122.198 presenze, mentre su Airbnb, la piattaforma web delle locazioni turistiche brevi, si rilevano ben 2.548 attività. Gli abusivi del turismo ricettivo in città, pertanto, risultano essere oltre 800 che, di conseguenza, avrebbero sviluppato almeno altre 56.000 presenze senza pagare l’imposta di soggiorno. Da anni scriviamo e denunciamo che è inopportuno, oltre che in palese violazione dei principi costituzionali, deliberare a Bari, con un tasso di abusivismo ricettivo alle stelle, un’imposta iniqua qual è quella di soggiorno che penalizza le strutture alberghiere. Vogliamo ancora una volta ricordare al sindaco di Bari, Antonio Decaro, che la pratica di accontentarsi di quello che arriva, non è una visione programmatica e, soprattutto, non è duratura. Le nostre indicazioni sono state completamente ignorate. Oggi ci impongono di chiedere ai turisti un supplemento di tariffa senza dare loro in cambio reali servizi. Altro punto dolente: i futuri introiti come verranno spesi? La legge impone chiaramente che tali fondi siano utilizzati per interventi in materia turistica, mentre il regolamento licenziato dalla Giunta comunale di Bari non prevede nessuna forma di controllo e condivisione per le scelte future. Inoltre, che i drammatici fenomeni dell’emergenza abitativa e dello spopolamento della Città Vecchia sono direttamente connessi all’abusivismo ricettivo. Questi problemi li evidenziamo da più di 10 anni, ma la politica continua a essere sorda e cieca”.