L’ospedale San Paolo è il secondo centro in Italia tra oltre 200 ospedali con almeno 150 casi trattati che riporta il più basso indice di mortalità a 30 giorni dopo l’infarto acuto del miocardio. Lo comunica l’Asl Bari in riferimento al report del Programma nazionale Esiti 2023 di Agenas. Con il 2,78% di mortalità, il presidio ospedaliero della Asl è molto al di sotto della media nazionale, pari al 7,69%.
Un indice, si legge in una nota, “che denota la capacità di garantire standard qualitativi di sicurezza e assistenza ospedaliera nel trattamento di pazienti colpiti dalla patologia cardiovascolare”. Anche nel volume di interventi le unità operative cardiologiche della Asl si distinguono, se si considera l’ambito regionale: dei 1.600 infarti trattati presso le cardiologie pubbliche e private della provincia di Bari, oltre la metà- 830- sono stati seguiti presso le Cardiologie aziendali con “un livello alto di performance”. Altrettanto “significativi” i dati relativi, viene evidenziato nella nota, ai ricoveri dei pazienti con insufficienza cardiaca: 3500 ricoveri in provincia di Bari, di cui circa la metà con una mortalità a trenta giorni ed un tasso di reo spedalizzazione in linea con la media nazionale. “Questi risultati – commenta Pasquale Caldarola, direttore del dipartimento cardiologico della Asl – sono dovuti all’organizzazione dipartimentale di cui si è dotata l’azienda che consente una adeguata integrazione tra centri Hub e centri Spoke”.