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Telecardiologia 7 anni dopo: “Inchiesta giornalistica in buona fede chiediamo scusa a chi si è sentito offeso”

19 Gennaio 2023
– Autore: Antonio Loconte
19 Gennaio 2023
– Autore: Antonio Loconte

Telecardiologia in Puglia, una delle inchieste più lunghe e complicate che abbiamo mai condotto, partita sette anni fa e finita nelle aule del Tribunale di Bari. Più di tutti è l’azienda che ha progettato il sistema informatico a essersi sentita penalizzata, diffamata. Nonostante il nostro lavoro di indagine giornalistica il sistema al centro del nostro interesse pare sia diventato uno tra i più impiegati, non solo nel campo dell’emergenza-urgenza pugliese. In quei mesi furono in tanti, in molti casi rappresentanti delle istituzioni e stimati professionisti come consiglieri regionali, l’ex numero uno dell’Ares già un anno prima del nostro interessamento, senatori della Repubblica e soprattutto medici del 118 di tutta la Puglia a sollevare alcuni dubbi.

Sulla base delle incertezze sollevate da personale competente, abbiamo raccolto documenti (anche riservati), raccontato di reciproche querele tra alcune delle parti coinvolte nella vicenda, ma anche registrazioni audio che ponevano l’attenzione su una questione di sicuro interesse pubblico, che nei mesi successivi avrebbe interessato i 4 milioni di abitanti della Puglia e quanti ogni anno si fermano nella nostra regione per un periodo di vacanza. Insomma, alla base di quella inchiesta c’era il chiaro interesse per la salute pubblica, non certo la volontà di diffamare qualcuno, né l’azienda Consis né il Policlinico o i funzionari regionali, che a vario titolo lavorarono al progetto della telecardiologia nel sistema dell’emergenza-urgenza 118.

Difendiamo la buona fede di quella inchiesta, ma ci rendiamo conto, senza dubbi, che qualche imprecisione l’abbiamo commessa. Ci sono voluti chiarimenti e decine di domande per riuscire a farsi spiegare come funzionava e funziona il sistema. Nelle fasi processuali abbiamo appreso dei riconoscimenti e dei successi raccolti in mezzo mondo da quel sistema all’inizio contestato. Un sistema diventato modello nel corso degli anni, senza contare gli sviluppi tecnologici che ancora si possono apportare per renderlo sempre più efficace e al servizio delle comunità.

Dopo sette anni dal primo articolo ricostruire tutti i passaggi dell’inchiesta, delle sue decine di articoli e video è quasi impossibile, persino la rete ha perso qualche traccia. Già un anno fa abbiamo intervistato l’ex direttore generale e poi commissario del Policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli, a parziale ripristino degli errori commessi in passato. Oggi, lo dobbiamo soprattutto ai nostri lettori, ribadiamo da un lato la nostra assoluta buona fede; dall’altro gli errori compiuti.

In fondo, quando non si è mossi da interessi personali, economici o lavorativi che siano, e ci si basa sulle testimonianze di persone esperte e sulle carte, si sta facendo solo il lavoro più complicato del giornalismo: accendere i riflettori su temi di interesse pubblico. In alcune circostanze ci siamo lasciati andare a commenti personali, non avremmo dovuto farlo. Pertanto siamo consapevoli delle imprecisioni scritte e mostrate nei nostri video nel periodo caldo della telecardiologia. E se qualcuna delle persone coinvolte nella nostra inchiesta si è sentita penalizzata chiediamo scusa, restando a disposizione di chiunque abbia ancora precisazioni da fare.