Una rissa sarebbe scoppiata questa mattina tra alcuni detenuti nel carcere minorile di Bari. I ragazzi si sarebbero incrociati per le scale e, dopo qualche insulto, sono passati alle mani. Nel tentativo di sedare la rissa sono intervenuti alcuni agenti di polizia penitenziaria e il direttore dell’istituto di pena minorile che, nella colluttazione, sono stati colpiti con calci e schiaffi. Nessuno però è rimasto ferito o ha dovuto ricorrere alle cure del personale medico. Il 118 non è stato allertato. La situazione ora – a quanto si apprende – è tornata alla normalità. In servizio c’erano solo 3 agenti.
“Fa riflettere la tempistica di questi episodi: Roma, Torino, Milano e ora Bari”, dichiara Federico Pilagatti, segretario del Sappe, che ipotizza “l’esistenza di una regia occulta dietro quanto sta accadendo. Una regia che tende a voler destabilizzare la situazione nelle carceri, comprese quelle per minori”.
“Chiediamoci se è una forma di dissenso oppure se qualcuno si decida a riconoscere che si tratta di una emergenza”, sostiene Domenico Mastrulli, segretario del Cosp e presidente Conaip. Il Cosp evidenzia che nelle scorse ore nello stesso istituto un detenuto minorenne ha offeso un agente e poi si è scagliato con calci e pugni contro l’assistente capo coordinatore di servizio nel reparto. “Il poliziotto, sofferente, ha continuato il proprio turno di lavoro. Quanto accaduto – spiega Mastrulli – si consumava alla presenza del comandante di reparto e del direttore del carcere, anche quest’ultimo offeso dal detenuto”.
“Quello che sta accadendo nel carcere minorile di Bari sembra frutto di una regia occulta che sta cercando di dare la botta finale ad un amministrazione penitenziaria incapace di gestire una situazione che è sfuggita di mano. Infatti dopo le sommosse di Milano e Roma, è capitato ancora una volta al minorile Bari (a distanza di qualche settimana) a dover gestire la violenta protesta dei detenuti che (ci dicono) prima avrebbero minacciato verbalmente il Dirigente del carcere alla presenza anche del comandante di reparto, eppoi aggredito un poliziotto di cui non abbiamo ancora notizie sulla gravità dei danni riportati. A questo punto è scoppiata la protesta all’interno del penitenziario ed anche in questo caso i pochi agenti in servizio a rischio della loro incolumità, stanno operando con molta difficoltà per riportare la calma, con le forze dell’ordine che presiedono l’esterno della struttura minorile. Il SAPPE, sindacato autonomo aveva previsto tutto, ed aveva chiesto all’amministrazione penitenziaria dei minori che in maniera irresponsabile non fa altro che trasferire da un istituto all’altro i minori che si macchiano di queste situazioni che meriterebbero punizioni che alla fine non ci sono mai, di pensare anche a riempire il buco della carenza di poliziotti che si è fatto molto grande. Inoltre si chiede che si proceda con un immediato sfollamento del Fornelli dei detenuti facinorosi in sezioni apposite ove possano riflettere sulle loro azioni, nonché con l’invio urgente presso la struttura minorile di almeno altre 20 unità per far fronte alla situazione e garantire la sicurezza del carcere nonché dei ristretti. Proprio nei giorni scorsi il SAPPE aveva scritto all’amministrazione minorile lamentando i mancati provvedimenti nei confronti del “fornelli” nonostante i fatti accaduti i primi di agosto.
Infatti a fronte di una carenza organica di circa il 50% di poliziotti l’Amministrazione aveva risposto con l’invio di n.2 unità dal centro di prima accoglienza di Lecce, cosa scandalosa. Ormai è chiaro che il dipartimento della giustizia minorile deve essere commissariato con l’intervento di persone che possano riportare la calma all’interno dei penitenziari per minori e prendere le dovute decisioni che potrebbero far storcere il naso ai “buonisti” ma che sono necessari per consentire anche agli altri ragazzi di stare tranquilli e seguire un percorso di rieducazione. Il SAPPE chiede di smetterla con questo pietismo nei confronti di giovani che commettono efferati delitti, che proseguono durante la loro vita carceraria anche una volta diventati adulti (uno di questi è stato protagonista nella sommossa del carcere di Baridi pochi giorni fa), e trattarli come meritano; non si può più scaricare sugli altri le colpe di delinquenti che non hanno nessuna voglia o volontà di rivedere il loro percorso, anzi consci dell’impunità continuano a creare caos e rivolte”.