Rocco Lucio Scalera, il dirigente di Amiu-Kyma Ambiente di Taranto in carcere per l’intreccio tra mafia e politica nel Comune di Statte, durante l’interrogatorio di garanzia non ha fatto nomi, ma ha anticipato quello che accadrà nell’altro filone di inchiesta che riguarda il concorso all’Amiu. Scalera ha parlato di cosa ci fosse in quei bigliettini che portò con se durante la terza prova del concorso, ovvero, secondo l’accusa, i favoriti al concorso con i nomi non solo del mondo della politica, ma anche tra le Forze dell’ordine. Inoltre ha rigettato l’accusa di voto di scambio politico mafioso perché ha dichiarato di non aver mai fatto campagna elettorale, nemmeno per il fratello Antonio Scalera, consigliere regionale ed estraneo alla vicenda.
Non stanno così le cose per l’accusa. Secondo l’Antimafia, il dirigente è pienamente consapevole della caratura criminale di Giulio Modeo, (figlio del boss Antonio Modeo, in carcere con l’accusa di aver fatto parte del clan Sudoso che aveva raccolto voti per favorire la vittoria del centro sinistra nelle amministrative di Statte 2021 quando la coalizione a sostegno di Franco Andrioli) al punto da garantirgli un posto all’Amiu come ringraziamento sia per l’impegno a favore di Andrioli, ma anche per le elezioni regionali nelle quali era candidato il fratello.