Aragoste, prestazioni sessuali e mazzette di denaro. Nella nuova inchiesta della Guardia di Finanza così venivano gestiti gli incarichi e i posti di lavoro nella sanità leccese. Nel mirino degli inquirenti l’ex assessore al Welfare, Salavatore Ruggeri, ai domiciliari per corruzione, ma anche l’ex consigliere Mario Romano, sempre ai domiciliari, ai quali sono state consegnate buste contenti tangenti. L’inchiesta ha portato a 11 misure cautelari e 10 avvisi di garanzia.
Il colpo assestato dalla Guardia di Finanza, come si evince su Repubblica, ha scatenato un terremoto anche negli uffici della Regione, con perquisizioni e acquisizione di documenti per capire il ruolo dei dirigenti e funzionari regionali. Tra le persone a cui è stato notificato un avviso di garanzia c’è anche la dirigente regionale Costanza Moreo, del settore Demanio e Patrimonio.
Alla Moreo l’avviso di garanzia è con l’ipotesi di falso, il cui ruolo però è da approfondire. A lei viene contestato di aver contribuito al presunto falso che il Comune di Otranto avrebbe costruito per informare la Regione in merito alla richiesta di risarcimento non ancora elaborata riguardante il lido dell’assessore. Una versione che sarebbe stata concordata tra la Moreo, Ruggeri e altre persone interessate.
Dalle intercettazioni emerge anche il nome del presidente della Regione. Ruggeri sottolineava che forniva al governatore altre indicazioni per altri posti “Io faccio il nome ma alla fine è lui che fa il decreto di nomina”. Il nome di Emiliano spunta anche nel caso di un’assistente sociale con la quale Ruggeri aveva avuto una relazione. La stessa doveva essere assunta alla Provincia di Lecce e anche in questo caso Ruggeri rassicurava di aver parlato con il governatore.