“Nessuno ci ha lasciato le penne solo per grazia del Signore. Non mangiare pesce crudo”. Così parlava una dipendente della società che certificava la bontà del tonno pinne gialle, immesso sul mercato da due aziende ittiche di Bisceglie, nonostante fosse stato adulterato. Alcune delle persone che hanno mangiato quel pesce sono state male, altre addirittura finite in rianimazione. Da queste intossicazioni sono iniziate le indagini dei Nas che hanno portato all’arresto di 5 persone in carcere e sei ai domiciliari. Per sette disposti gli obblighi di dimora. I carabinieri del Nas hanno verificato che il prodotto ittico veniva decongelato e adulterato con nitriti e nitrati, sostanze non consentite che servivano per esaltarne l’aspetto e il colore ma, in tal modo, diventava letale per la salute dei consumatori. Le intossicazioni accertate sono sei a Firenze, una a Lavagna in Liguria, dieci a Benevento, tre a Bisceglie, cinque a Bitonto, quattro a Pezze di Greco nel Brindisino, altrettante a Pescara e cinque a Teramo.
Lello e la tana delle tigri, lezioni di pulizia a Debora: a rischio il pranzo da Rocco
- di: Raffaele Caruso
[visualizzazioni_post]