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Torna in Italia per accudire il fratello. Anna: “Troppi farmaci l’hanno devastato. Voglio giustizia”

6 Novembre 2023
– Autore: Eleonora Francklin
6 Novembre 2023
– Autore: Eleonora Francklin

“Rendetevi conto di quello che avete fatto. Io voglio giustizia per mio fratello. Adesso è sulla sedia a rotelle a causa loro. Non è giusto, non riesco più a vederlo in queste condizioni”. A parlare è Annamaria, tornata dalla Germania per accudire suo fratello Massimo, ridotto in condizioni pietose a causa della ipertermia maligna avvenuta per la troppa assunzione di neurolettici. Quindici anni fa gli è stata diagnosticata una lieve schizofrenia poi diventata cronica. È stato in tre strutture diverse in cui però non si è mai trovato qualcuno che potesse accudirlo nel modo giusto. “Era libero di uscire e in quelle occasioni è stato anche bullizzato. Girava sempre sporco nonostante io gli dessi tanti vestiti”.

La situazione è degenerata nell’ultima struttura in cui è stato ospite. “Sono arrivata qualche giorno prima rispetto alla data che presumevano. Ho chiesto di farlo uscire, ma non me l’hanno fatto vedere. Ho chiesto più volte di passarmelo al telefono, e mi hanno detto che stava fumando una sigaretta sul terrazzo, in realtà era in coma”. Lavorando, Annamaria era stata costretta a ritornare in Germania. Dopo qualche tempo è riuscita a tornare a Bari dove, sempre qualche giorno prima rispetto alla data che comunicava, si è presentata alla struttura dove era ospite Massimo.

“Ho preteso che facessero scendere mio fratello. Due operatrici me lo hanno portato e l’ho trovato sporco di sangue e di cacca. Era dimagrito, pesava solo 40 chili. Non parlava e gli ho anche trovato segni di unghie nella schiena. In quel momento ho deciso di portarlo via. Mi sono trasferita qui e adesso accudisco io mio fratello. Si sta riprendendo piano piano, ma voglio giustizia. In quelle strutture devono mettere le telecamere. Denuncio perché bisogna salvaguardare gli ospiti di queste strutture, in balia di persone malvagie”. Massimo non riesce a parlare, ma capisce ciò che diciamo. Quando gli abbiamo chiesto se avesse subito violenza non ci ha pensato due volte a muovere la testa in segno di affermazione. Le sue condizioni sono in netto miglioramento, grazie anche alla nuova terapia psichiatrica, e non vogliamo pensare a cosa sarebbe potuto accadere se fosse rimasto lì un giorno in più.