La gup del Tribunale di Lecce, Laura Liguori, lo scorso giugno ha condannato alla pena di 12 anni e 8 mesi di reclusione l’ex gip di Bari Giuseppe De Benedictis, accusato – in concorso con l’imprenditore agricolo Antonio Tannoia e il caporal maggiore capo scelto dell’Esercito Antonio Serafino – di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra, del relativo munizionamento e di ricettazione. La gup, al termine di un processo con rito abbreviato, ha condannato anche il co-imputato Tannoia alla pena di 12 anni e 8 mesi. Nei confronti del terzo imputato, Serafino, è stato ratificato il patteggiamento a 5 anni di reclusione.
“Agivano nella convinzione dell’impunità”, si legge nelle motivazioni della sentenza. I tre imputati vengono descritti come “spregiudicati e sprezzanti della legislazione vigente”. Nelle intercettazioni è emerso infatti che nessuno si preoccupava della gravità dei fatti, facendo affidamento sui ruoli istituzionali ricoperti. “Ciò che il processo ha fatto emergere va oltre il collezionismo. Per un considerevole arco di tempo sono stati commessi reati riguardanti armi la cui micidialità appare paragonabile a quella di organizzazioni di stampo mafioso – si legge sempre nella sentenza -. La condotta tenuta dagli imputati fa pensare che contassero sulla concreta possibilità di sfuggire alle maglie della giustizia”.