È José Fernando Lopes Correa, conosciuto da tutti come Fefè, il 62enne morto sabato pomeriggio sulla ss16 all’altezza di Palese. Il velista brasiliano di nascita, ma barese d’adozione, era molto conosciuto e sui social sono diversi i messaggi di cordoglio da parte di amici, parenti e conoscenti. I funerali si terranno domani alle ore 10 presso la Chiesa Stella Maris a Palese.
Paolo Semeraro, patron della Neo Yachts & Composites, lo ha ricordato così. “Io adoravo lui, è un dato di fatto. Ma le radici di questo rapporto solo pochi le conoscono. Era il 1989 quando, con i chiari primi segni della follia che mi avrebbe accompagnato per i successivi 35 anni, riuscii a creare il consorzio Apulia 90 e a convincere imprenditori locali a partecipare alla One Ton Cup di Napoli. Io al timone, mio fratello Marco alla randa, Roby Ferrarese tattico, Davide de Gennaro drizze! Barche da tutto il mondo fra le quali due dal Brasile. Conobbi Fefé (ambedue poco più che 25enni) all’ennesima Caipirinha in un dopo regata ‘perché in Brasile si faceva diversamente’. Non parlava Italiano, solo qualche parola (in seguito ha creato quel misterioso linguaggio Brasil-Barese non molto dissimile da allora! Era arrivato dal Brasile sul cargo che trasportava le barche, dormendo nelle barche! Voleva solo fare vela tutta la vita. Pesava 70 chili e saltava sulla banchina da 3mt. Una certa somiglianza con Torben Grael. Non so come arrivo’ a Bari. Inizialmente dormiva sulla barca di un socio del CVB. Iniziò ad uscire in Tornado (il catamarano olimpico) a prua di Marco. Era con me e Marco quando da Bari prendemmo un aereo per Southampton (non esistevano cellulari o Google maps) per firmare il contratto con la Bruce Banks Sails e diventare sede Italiana. Non avevamo niente a parte tanto entusiasmo, sana follia e voglia di fare qualcosa di diverso! Fefé é stato il primo dipendente della Veleria Semeraro srl ( oggi Banks Sails Europe): ci aiutò a costruire il pianale in legno.
Lo era ancora quando per qualche motivo che lui solo sa, si è schiantato contro il guardrail dalle parti di Palese. Non so perché ma conoscendolo, non mi sono meravigliato: col suo primo stipendio, senza patente, senza ancora permesso soggiorno, si comprò una moto da cross. Esattamente 24 ore dopo era in un letto di ospedale tutto ingessato! Trovò, pur ingessato, il tempo per sedurre l’assistente sociale assegnata che poi divenne sua moglie e gli diede due figli. Quando uscì dall’ospedale, mesi dopo, non potendo dormire in barca per le gamba ingessata, gli lasciai il mio miniappartamentino, il cui fitto pagavo a stento. Cosa che mi costò la rottura del fidanzamento con una ricca ereditiera. La sua vita, una bella vita, è andata avanti così: leggera, con tanti amici, senza prendere le cose troppo sul serio, con lo scopo di andare in barca a vela il più possibile. Abbiamo girato il Mondo, montato vele su barche stratosferiche ed enormi, dormito ovunque pur di risparmiare sulle spese. Barche e luoghi improbabili per chi partiva da Bari. Quante volte lo ho chiamato di notte , di sabato o domenica, sempre disponibile! Io dal mio canto gli perdonavo la sua avversione alle regole e alla burocrazia, non si può essere artisti e burocrati allo stesso tempo! E quindi sempre casini con passaporti, patenti non rinnovate, permessi soggiorno, ferie in eccesso. Ma sempre con il sorriso, sempre con leggerezza !
Un velista di istinto, una delle cose che apprezzavo di più di Fefè e che volesse stare sempre alla SCOTTA GENNAKER per favorire la surfata. Non era di quelli che si fiondavano sul timone !!! Sicuramente starà già planando sulla onda più perfetta che sia possibile immaginare ! A presto Fefè”.