Bocciato in VII commissione, via libera invece dalla I commissione. Sulla reintroduzione dell’assegno di fine mandato i consiglieri regionali pugliesi fanno melina, ma la maggioranza si divide, con il Pd e i civici a favore e il M5S contrario. Ora l’ultima parola spetterà al Consiglio. Due anni dopo il primo tentativo, i consiglieri regionali pugliesi provano a inserire nuovamente il Tfm che è equiparabile al trattamento di fine rapporto incassato da tutti i lavoratori a conclusione dell’attività lavorativa. L’assegno fu abolito nel 2012, poi nel 2021 fu reintrodotto con un “blitz” in Aula, passando quasi inosservato il provvedimento. Le polemiche che scoppiarono successivamente portano il Consiglio a fare retromarcia e ad abrogare di nuovo il Tfm.
Ora c’è il nuovo tentativo: oggi la reintroduzione è stata discussa in VII e I commissione, con esiti diversi. In VII commissione hanno votato contro gli esponenti del M5S, Casili e Galante, a favore invece i dem Caracciolo e Bruno e l’esponente della civica Con Emiliano, Tupputi. Astenuti gli altri cinque, compreso il centrodestra. In I commissione invece il risultato è stato di 3 voti a favore, sempre Pd e Con Emiliano, e 4 astenuti. Nella proposta del 2021 era previsto l’accantonamento di circa 7mila euro lordi, pari a una mensilità, per ogni anno di presenza in Consiglio di ognuno dei 50 consiglieri. Totale 35 mila euro a consigliere per ogni quinquennio. L’attuale proposta, quanto a contenuti, sembra essere stata concepita nel solco della prima.