“Ci hanno contattati sul cellulare da un numero privato e invitati a recarci al comitato elettorale Lella-Maurodinoia, lì ci hanno detto di votare Lella al Comune e Maurodinoia alla Regione. Dopo le elezioni siamo tornati nello stesso posto e ci hanno consegnato 50 euro ciascuno”. Questo è il racconto di uno degli elettori inserito tra le carte dell’inchiesta per corruzione elettorale in cui è coinvolta anche la consigliera ed ex assessore regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia. Il riferimento è alle elezioni Comunali di Grumo e alle Regionali del 2020. Lella, finito ieri in carcere, è stato eletto come consigliere comunale (nominato successivamente anche assessore), Anita Maurodinoia è stata eletta come consigliere regionale.
A tessere le fila del sistema era Alessandro Cataldo, marito della Maurodinoia. Un sistema “infallibile”, con tanto di database con oltre 2mila nomi, ripreso anche un anno dopo per le elezioni Comunali a Triggiano. Dalle carte è emerso che gli elettori venivano scelti con criteri precisi, perché più facili da convincere. Ma non solo con 50 euro, c’è chi si accontentava anche di un buono pasto. Ma in alcuni casi sarebbe stato offerto anche un lavoro come domestica o badante.
Ci sarebbero anche alcuni nomi di pregiudicati, ma in questo caso vengono considerati portatori di voti individuali. Per questo motivo non è contestato in questa inchiesta l’aggravante mafiosa, come accaduto nella maxi inchiesta del 26 febbraio che ha travolto la città di Bari.