Mani in faccia e alla gola, minacce di morte e un odio senza precedenti nei nostri confronti. Siamo andati nel centro di Bari per fare qualche pezzo di costume, il colore in salsa barese e come tutte le questioni di queste latitudini, il colore della cronaca é diventato subito nero.
L’aggressore é un abusivo e il suo punto di vista é assolutamente condivisibile: “Non ci fanno niente le istituzioni, devi venire tu a rompere le palle?”. Giusto, giustissimo. Il vero problema é che il suo “lavoro” non era l’obiettivo del nostro servizio. La sola presenza della telecamera ha trasformato due uomini, marito, padri di famiglia, in due animali. Le immagini e i selfie fatti dai turisti, invece, sono cool, fashion, trendy.
Riprendiamo le stesse cose, ma per alcuni é illegalità, per altri é folklore da prime pagine patinate. E allora una proposta: regolarizziamo a prescindere tutti gli abusivi di Bari, qualunque sia la merce venduta o il luogo in cui operano. Basta con questa disgustosa ipocrisia, con la pantomima dei controlli a comando, meglio se a casuale favore di telefonino. Quello che per qualcuno é vanto da esportazione, può costare la vita ad altri, a noi per l’esattezza.
Senza alcuna buona ragione ho temuto per la mia incolumità, ho pensato ai miei bambini. Non denuncerò formalmente l’episodio, non ne vale la pena. Lo so non dovrei scrivere certe cose, ma dopo l’ennesima aggressione, subita per la solo presenza della telecamera, sono convinto che basterebbe una presenza più determinata dello Stato, meno accomodante. Oppure, come detto, basterebbe regolarizzare ciò che di fatto é già regola, in una città che punta a essere europea, ma in realtà non vuole crescere davvero.
Editoriale
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